Viaggio missionario in Serbia con ADRA

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“Go. Love. Serve” (Vai. Ama. Servi) è stato il motto che ha guidato il viaggio missionario-solidale in Serbia questa estate. Adra Europa e il Dipartimento dei Giovani della Regione intereuropea (Eud), della Chiesa avventista, hanno organizzato l’iniziativa con l’obiettivo di coinvolgere ragazzi e ragazze di vari Paesi in alcuni progetti umanitari e contribuire così, in modo concreto, a “cambiare il mondo, un pezzettino alla volta” come recita un altro motto di Adra.

Ben 27 volontari e cinque membri dello staff si sono incontrati a Belgrado, dal 30 giugno al 14 luglio, per vivere questa esperienza unica.
“Abbiamo lavorato insieme, adorato Dio insieme, siamo cresciuti come squadra, ci siamo avvicinati gli uni agli altri e abbiamo creato una piccola comunità che ora prega l’uno per l’altro, non importa quanto lontani ci troviamo” ha commentato Jonatan Tejel, direttore dei Giovani all’Eud.

 

 

Missione e solidarietà internazionali
Arrivati da Portogallo, Spagna, Germania, Italia, Repubblica Ceca e Romania, i volontari hanno iniziato a lavorare per i diversi progetti.
“Sono veramente grato a Dio per questa bellissima missione, è stata un’esperienza unica e ho imparato tanto” ha affermato Billy Mandigma, uno dei due volontari partiti dall’Italia, nel suo racconto sul sito web di Adra Italia .
“Ho potuto conoscere dei bambini e organizzare dei giochi per loro” ha aggiunto “Per alcuni di questi piccoli è stata addirittura la prima volta in cui hanno potuto vedere un parco. È stato bello poterli vedere felici. A ogni occasione cercavano di salutarmi, battere il cinque e abbracciarmi. Ho avuto modo anche di dare una mano nella costruzione di una casa, imparando a dipingere, e sono sicuro che questo mi servirà in futuro. L’edificio verrà utilizzato per accogliere i ragazzi in difficoltà, in situazione di indigenza. Verranno aiutati a cercare un lavoro così da poter essere indipendenti. È bello pensare che questo piccolo aiuto che abbiamo dato possa in futuro essere sfruttato da ragazzi in situazioni difficili”.

 

 

Affiatamento e accoglienza hanno caratterizzato lo staff di questa esperienza solidale. Oltre a Tejel, erano presenti Igor Mitrović, direttore di Adra Serbia, e il suo team; Benjamin Stan, direttore associato del Dipartimento dei Giovani in Romania, che è stato l’ospite spirituale dell’evento; Narcis Dragomir, pastore arrivato dalla Spagna; Sayei Méndez, docente presso la scuola avventista spagnola di Sagunto; Catalina Tudorie, dottoranda in diplomazia e relazioni internazionali, arrivata dalla Romania.
“Era un po’ di tempo che sognavamo di offrire questa possibilità ai nostri giovani e, grazie a João Martins, direttore di Adra Europa, abbiamo potuto viaggiare in Serbia” ha sottolineato Tejel.

 

Le aree di lavoro
Sono stati quattro gli ambiti in cui volontari e staff hanno lavorato insieme con il team di Adra.

Aiuto ai senzatetto. Gruppi formati da quattro volontari e un dirigente hanno operato in quest’area ogni giorno. Adra aveva attrezzato un autobus come postazione mobile per offrire un servizio di doccia. Ogni lunedì e mercoledì, il mezzo si fermava nello stesso posto, alla periferia di Belgrado, e 15-20 senzatetto potevano fare la doccia e ricevere vestiti puliti.
“Aiutare a pulire la doccia dopo ogni turno e interagire con gli ospiti senza fissa dimora, condividere con loro un sorriso, fare conversazione è stato incredibile e la sensazione è difficile da descrivere. Martedì, giovedì e venerdì erano i giorni in cui organizzavamo e pulivamo tutte le donazioni ricevute per i senzatetto presso la sede di Adra” ha raccontato Tejel.

Interazione con bambini e adolescenti. Circa 10 bambini di famiglie rom hanno partecipato ai giochi e alle diverse attività svolte nel nuovo edificio di Adra, a 20 minuti da Belgrado. Un gruppo di 6-8 volontari ha collaborato per rendere questa iniziativa utile ai bambini e agli adolescenti.

 

 

Preparazione del centro di speranza. È stato molto stimolante vedere che Adra lavora per diventare un centro di speranza anche a Belgrado, in Serbia. Volontari e staff li hanno aiutati a organizzare e pulire una parte dell’edificio dell’agenzia umanitaria avventista, che sarà utilizzata a questo scopo. Un gruppo di 6-8 ragazzi e ragazze ha dato una mano in questa attività nelle due settimane del viaggio missionario.

Attività edile. Il governo serbo ha un piano di sussidi per i bambini orfani. Dà loro del denaro per aiutarli a sopravvivere fino a 18 anni. Raggiunto il limite di età, il sussidio si interrompe e la maggior parte di questi giovani finisce per strada. Adra ha acquistato una casa per dare un tetto ad alcuni di questi giovani (da 7 a 9) finché non riusciranno a trovare un lavoro e ad essere in grado di mantenersi. Sono stati una decina i volontari che hanno contribuito a sistemare la casa ogni giorno, in modo che questi giovani possano avere un posto dove vivere. È stata una benedizione per il gruppo partecipare a questa attività.

 

Momenti spirituali
Nelle due settimane trascorse in Serbia, sono stati molto importanti i momenti dedicati alla riflessione spirituale e alla preghiera. Il past. Stan ha presentato due libri del Nuovo Testamento: Giacomo all’incontro del mattino, Filippesi in quello serale.
“I momenti spirituali dedicati a noi ragazzi… hanno permesso di connetterci sempre di più e di creare un legame speciale che terremo sempre nel nostro cuore” ha evidenziato il giovane Mandigma.
I volontari hanno ricevuto in dono un libretto (il Volunteer’s Diary), che conteneva diversi versetti della Bibbia e citazioni di Ellen G. White e di altri autori molto noti. Ogni giorno trovavano un po’ di tempo per riflettere sui testi e le citazioni, per pregare e avere un momento personale con Gesù.

 

 

Conclusione
Il viaggio missionario-solidale in Serbia è giunto al termine il 14 luglio con il ritorno a casa di tutti i partecipanti.
“Mi è piaciuto il gruppo di ragazzi che si è creato e già mi mancano tanto. Condividere con loro questa esperienza è stata una benedizione. Non vediamo l’ora di rivederci presto” ha detto Mandigma.

Anche gli organizzatori sono impazienti di ripetere l’iniziativa e di trovare “un Paese che abbia bisogno delle nostre mani e della nostra passione. La domanda che tutti ci siamo posti quando siamo arrivati alla fine è stata: ‘Dove sarà il prossimo viaggio missionario? Voglio farne parte’” ha concluso Tejel.

 

Fonte: HopeMedia Italia

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