Non abbandonata

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Il viaggio di Minh

Il giorno del mio battesimo è stato il più felice della mia vita. Nel 2004 avevo partecipato a una campagna di evangelizzazione tenuta da un ministero avventista indipendente. Nei quattro anni successivi, ho incontrato tanti cristiani affettuosi e mi sono fatta molti amici che considero parte della mia famiglia. La mia vita di chiesa e la mia crescita cristiana sono state, come pensavo, fenomenali. Andare in chiesa e stare insieme a loro era tutto per me.

Ma poi cominciarono a verificarsi dei problemi e ad apparire delle crepe nel ministero. Mi sentivo smarrita e confusa. Non riuscivo a capacitarmi di alcune cose che stavano accadendo all’interno della leadership di chiesa. Pensavo tra me e me: “Dio mi ha portato qui… la mia vita spirituale è la migliore che abbia mai avuto… perché sta succedendo tutto questo?”.

Quando il ministero è crollato e tutti si sono dispersi, sono rimasta molto turbata. Non sapevo cosa avrebbe significato per me. Ero passata da un senso di appartenenza e di sicurezza, e ora mi sentivo di nuovo persa.

Ho frequentato altre chiese avventiste, ma a poco a poco ho rinunciato. Dio mi aveva condotto in un viaggio meraviglioso da quando ero bambina fino a quel momento. Cosa era successo e cosa ne sarebbe stato di me e della mia famiglia? Dov’era Dio?

Sono cresciuta con una madre cattolica e un padre buddista e sono stata battezzata da neonata nella chiesa cattolica. La mia cara mamma ha fatto un ottimo lavoro nell’inculcare a me e ai miei fratelli una forte fede e la fiducia in Dio. Mi è stato insegnato a pregare e fin da piccola ricordo che in casa c’erano libri cristiani, in particolare libri di racconti biblici, che amavo leggere.

Sebbene mio padre fosse molto legato al suo credo buddista, non sono mai stata costretta ad andare al tempio o a partecipare a riti buddisti, quindi non ho mai abbracciato il buddismo.

La mia fede era forte fin da quando ero piccola. Quando ho iniziato le scuole superiori, le mie convinzioni sono state messe in discussione. Frequentavo amici non cristiani e mi ribellavo. Non mi ha aiutato il fatto che mamma e papà si fossero separati. Iniziai a studiare l’astrologia e a mettere in discussione il mio sistema di credenze e il cristianesimo. Volevo sapere perché ero stata messa al mondo, qual era il mio scopo, perché c’era tanta sofferenza nel mondo. La mia fede cattolica non mi rassicurava sulla salvezza. Ricordo di aver imparato nelle lezioni di Sacra Scrittura che dovevamo essere come Madre Teresa per andare dritti in paradiso. Dubitavo che sarei mai stata una donna di grande fede e di grandi opere come lei.

La mia adolescenza è stata molto difficile. La mia famiglia aveva smesso di andare in chiesa e io facevo molte cose che molti giovani pensano siano belle, ma stavo andando fuori controllo. Facevo del male a me stessa, alla mia famiglia e soprattutto facevo del male a Dio. Sentivo che mi aveva respinto a causa del mio stile di vita e che mi stava condannando. Avevo tante domande, ma non sapevo dove cercare le risposte.

Non c’è da stupirsi che la Bibbia dica: “Ma ricordati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza” (Ecclesiaste 12:3). Se avessi seguito questo consiglio, mi sarei risparmiata tante sofferenze.

Mio fratello minore si interessò all’avventismo e iniziò a fare dei cambiamenti nella sua vita. Aveva circa 15 anni e io 17. Alcuni compagni di scuola lo avevano invitato a un seminario sulle profezie e lui, per curiosità, ci andò.

Come sapete, i fratelli minori a volte possono essere odiosi e molto sgradevoli, ma notai che il suo atteggiamento stava cambiando, facendolo diventare più gentile e simpatico. Ne rimasi molto sorpresa. Mia madre mi disse che era diventato un avventista del settimo giorno. Iniziò ad andare in chiesa il sabato, cambiò la sua dieta, facendola diventare a base vegetale e cercò di dirmi di non mangiare cibi impuri, il che mi sembrava ridicolo. Pensavo che si fosse unito a una setta.

Avevo 18 anni e passavo molto tempo a far festa e a fare cose che avrebbero dovuto rendermi felice, ma che mi lasciavano vuota. La notte mi mettevo a letto e pensavo al motivo per cui ero stata messa su questa terra e a cosa sarebbe successo dopo la mia morte. Il pensiero della morte mi disturbava molto e cominciai a sviluppare un’ansia al pensiero di morire, fino al punto di avere paura di attraversare la strada nel caso in cui fossi stata investita da un’auto.

La svolta avvenne quando una sera mio fratello entrò nella mia stanza e mi chiese se volevo parlare della Bibbia. In passato, quando cercava di parlare di religione, lo respingevo, perché non ero pronta, sapendo che la mia fede in Dio era quasi inesistente e il mio stile di vita era anticristiano. Ora, per qualche motivo, mi sentivo pronta. Ero curiosa. Rimanemmo a parlare fino alle prime ore del mattino, parlando di regno dei cieli, di salvezza, di Gesù. Cosa succederà quando moriremo? Ci sarà il ritorno di Cristo. Domande a cui avevo sempre voluto dare una risposta. E mio fratello mi mostrò le risposte della Bibbia.

La mattina dopo mi svegliai sentendo nel mio cuore una gioia e una pace che non avevo mai provato prima. Mi sentivo amata. La sensazione di sapere che Dio ti ama, ti ha perdonato, ti ha scelto e si preoccupa per te è una sensazione inspiegabile. Ricordo che mi misi in ginocchio e per la prima volta riversai il mio cuore a Dio, chiedendo perdono. Lo ringraziai per la sua bontà e misericordia e per avermi condotto alla verità. Fu una sensazione meravigliosa, che ricordo ancora oggi.

Qualche mese dopo partecipai a un seminario sull’Armageddon e mi unii a una chiesa indipendente. A quel punto mi ero sposata e stavo aspettando un bambino. Dopo lo scioglimento della chiesa, io e mio marito ci siamo sentiti dei naufraghi. Avevamo bisogno di un’ancora solida, ma nonostante avessimo frequentato diverse chiese avventiste, non riuscivamo a stabilirci in nessuna di esse. Gli anni successivi furono molto difficili. In cuor mio credevo nel messaggio avventista, ma dopo un po’ abbiamo cominciato a scivolare nelle nostre vecchie abitudini. Abbiamo smesso di osservare il sabato. Le vecchie abitudini riemersero. Le cose che prima erano viste come peccaminose e sbagliate alla fine sembravano giuste, non poi così cattive.

Passarono quattordici anni e Dio non ci abbandonò mai. Nel 2021 sperimentammo un secondo isolamento a causa del Covid. Quel periodo fu traumatico e molto buio per me. Piangevo molto e pregavo più che mai. Desideravo che non fossero necessarie prove e difficoltà per rivolgermi a Dio, ma è quello che tendeva a succedere. Nel momento più buio ci si rende conto che senza Dio non si è nulla, che non si può fare nulla.

Sentivo il bisogno di tornare in chiesa. Sentivo che Dio mi stava guidando in quella direzione e che era il momento giusto, senza più rimandare.

Avevo conosciuto Andrew e Kim Russell, che avevano partecipato al mio stesso seminario nel 2004, e da allora Andrew era diventato ministro di culto. Ho contattato Andrew, senza sapere che era stato nominato pastore della chiesa di Hoxton Park, a soli 10 minuti di auto da casa mia. Abbiamo frequentato la chiesa nel novembre 2021. La famiglia della chiesa era calorosa e invitante e ci ha accolto a braccia aperte. Mi sono sentita come se fossi tornata a casa. La chiesa di Hoxton Park è il mio rifugio sicuro, la mia seconda casa.

Voglio concludere dicendo che Dio è fedele, ha clemenza nei nostri confronti e ci perdona. Nonostante le mie mancanze e le mie difficoltà nel mio cammino cristiano, non ha mai abbandonato me o la mia famiglia. Continua a provvedere a noi e ai nostri bisogni. Risponde alle mie preghiere. Mi guida e mi mostra quale direzione prendere quando mi sento persa. Posso essere certa che è sempre con me e non mi lascerà mai né mi abbandonerà.

Che Dio meraviglioso che serviamo.

 

 

Di Minh Templonuevo & Sandra Lehn; Minh frequenta la chiesa di Hoxton Park e ha scritto questo articolo in collaborazione con Sandra Lehn, responsabile della comunicazione della chiesa locale.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2024/02/06/not-forsaken/

Traduzione: Tiziana Calà

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