Combattere con Dio: alcune lezioni imparate da Davide

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Mi sono sempre relazionato al meglio con i personaggi imperfetti che si trovano nelle pagine della mia Bibbia. Vorrei che non fosse vero, ma è così. Preferirei vedermi riflesso in coloro che hanno portato i loro fardelli con fede, umiltà e integrità. Ma questa non è la mia storia, e una vita senza tensioni non è qualcosa che posso raccontare facilmente. Sono stato educato bene, provengo da una famiglia benestante, ho un bel matrimonio, sono ben istruito e ho viaggiato tanto… eppure lotto ancora con Dio ogni giorno, desideroso di comprendere il suo scopo per la mia vita.

Per questo motivo, sono più legato alla storia di Davide: un uomo di Dio che, in molti momenti, era tutt’altro che con Dio. Tuttavia, con la sua maturazione spirituale, imparò a combattere meno con il nemico e con le tentazioni del mondo, anche se non scomparvero mai, e a combattere di più con Dio.

Nell’elaborato arazzo delle narrazioni bibliche, poche figure come Davide catturano la complessità della vita umana. La sua vita meravigliosamente turbolenta, segnata da trionfi e tumulti, riflette profondamente il passaggio dalle indiscrezioni giovanili alla fede matura. Una fede viva, che respira, che si flette, che piange, che soffre, che conforta, che lacera, che guarisce. È un percorso di fede che cattura lo spettro di emozioni e sentimenti che la maggior parte delle persone prova quando combatte per Dio e con Dio. Nelle mie frequenti discussioni con i giovani che stanno pensando di scappare o di accusare Dio, non trovo una narrazione più pertinente ai combattimenti e alle sfide che stanno affrontando del racconto del re Davide.

Il suo viaggio è universale. Una ricerca dei desideri più profondi dell’anima umana. Un desiderio di connessione trasformativa e fondante che è possibile solo con Dio. Se non siete “giovani”, c’è ancora molto da imparare. Conoscerete infatti qualcuno di giovane, per età o atteggiamento, e avrete la responsabilità di sostenere la sua maturazione spirituale con empatia, gentilezza e condividendo la vostra saggezza nei momenti di bisogno.

I primi anni di Davide sono emblematici dell’esuberanza giovanile combinata con l’ingenuità degli occhi e il desiderio di sperimentare l’intero spettro delle passioni della vita. La vittoria su Golia all’inizio della sua carriera mette in evidenza i valori di coraggio, audacia e fede che gli sono stati dati da Dio. Sono valori che la maggior parte delle persone, giovani e meno giovani, desiderano profondamente quando cercano un senso e uno scopo nella vita. La narrazione di Davide mette in luce gli incredibili risultati che si possono ottenere con la passione e il desiderio dei giovani, un’energia che spesso fa arrabbiare la “gente cristiana matura”. Nominato da Dio, Davide ristabilisce l’ordine e la fede in tutto Israele. Quando esprime il desiderio di costruire un tempio in cui Dio possa dimorare con il suo popolo, Dio risponde stringendo un’alleanza con Davide e promettendo che dalla sua discendenza regale un discendente sarebbe salito a un trono e a un regno eterni (cfr. 2 Samuele 7).

Nel nostro cammino cristiano, anche la maggior parte di noi ha vissuto questi momenti. Momenti in cui avremmo dato, fatto o detto qualsiasi cosa per Dio. Serviremmo nei paesi più poveri, predicheremmo per le strade e daremmo generosamente ai poveri. Ma ogni anima matura sa che i momenti di fede, carattere e integrità non sempre ci liberano dai momenti di vulnerabilità, debolezza e tentazione. Pur avendo un incredibile successo, Davide aveva anche un difetto fatale. Organizzò il vile omicidio di Uria (cfr. 2 Samuele 11:15), andò a letto con Bat-Sceba (cfr. 2 Samuele 11:27), condusse un censimento contro il volere di Dio (cfr. 2 Samuele 24:1-17) e fallì come genitore in più occasioni, episodi che in più occasioni sfociarono nella morte dei suoi figli (cfr. 2 Samuele 12:18; 2 Samuele 18).

Mi vedo nei panni di Davide in ognuna delle sue storie. Non sono la terza persona. Nemmeno io avrei fatto la scelta giusta. Avrei fatto la sua scelta. Se credete che avreste agito diversamente, chiudete gli occhi e immaginate di essere il Presidente degli Stati Uniti. Immaginate di essere il campione del mondo di pugilato dei pesi medi o di essere stato in tour come cantante degli U2 per un decennio. Siete incredibilmente ricchi, estremamente attraenti e potenti. Tutto ciò influisce sulle vostre decisioni, a favore o contro la volontà di Dio.

E sono proprio questi i momenti in cui la maggior parte delle persone si relaziona maggiormente con Davide. Non con il re Davide, ma con Davide, un uomo, un padre, un umano fatalmente imperfetto che lotta con la propria carne (cfr. Salmo 37:4). Consacrato per la grandezza del timore di Dio, ma privo della disciplina spirituale per vivere l’esistenza che gli è stata assegnata. Combattendo momenti di grande tensione in cui crolliamo a causa delle complessità della vita, delle nostre mancanze e incapacità morali, attraverso momenti di strazio e dolore e indescrivibili sentimenti di solitudine e isolamento. La bella verità in tutto questo è che, nonostante i nostri dubbi e le nostre paure, i momenti di peccato, i discorsi odiosi, l’ignoranza e l’arroganza, siamo ancora amati più di quanto potremmo mai immaginare. Da un Dio che è fedele verso tutti, lento all’ira e di gran bontà, misericordioso e pieno di compassione (cfr. Salmo 145:8-9). Egli mostra un amore profondo e incrollabile per voi, un costante, formidabile, personale perseguimento della vostra rottura.

Nella sua biografia, Nikos Kazantzakis racconta questa storia: da giovane trascorse un’estate in un monastero durante la quale ebbe una serie di conversazioni con un vecchio monaco. Un giorno chiese al vecchio monaco: “Padre, lei combatte ancora con il diavolo?”. Il vecchio monaco rispose: “No, lo facevo quando ero più giovane, ma ora sono diventato vecchio e stanco, e il diavolo è diventato vecchio e stanco con me. Io lo lascio in pace e lui mi lascia in pace”. “Allora la sua vita è facile?”, osservò Kazantzakis. “Oh no”, rispose il monaco, “è molto peggio. Ora combatto con Dio!”.

Quando esamino la storia di Davide, vedo i suoi anni giovanili segnati da una drammatica battaglia con il diavolo. Si trattava di passione, sessualità, fama e desiderio di fortuna. Cose con cui tutti possiamo confrontarci. Ma Dio resta fedele a Davide e mantiene il suo patto. Man mano che Davide matura, non è mai perfetto, raramente ha ragione ed è ancora frustrato, ma inizia a combattere con Dio piuttosto che con il diavolo. Vi invito a rileggere i Salmi e a riconoscere l’onestà di Davide. Egli dimostra costantemente tre modi pratici per combattere con Dio in modo sincero:

  • Riconoscere e confessare i nostri peccati (cfr. Salmo 51:1-2).
  • Ammettere i nostri desideri e la nostra volontà di una relazione con Dio (cfr. Salmo 84:2)
  • Pregare per la trasformazione del nostro cuore e del nostro spirito (cfr. Salmo 51:10).

 

Come giovane padre ed educatore, voglio che mia figlia e tutti i giovani sappiano che la Bibbia vale la pena di essere letta, conosciuta e applicata nella loro vita. Sia che siamo onesti riguardo ai nostri peccati, come Davide, sia che non lo siamo, tutti noi combattiamo con i desideri del mondo e con una vita peccaminosa. Non siete soli. Ma ricordate che Dio mantiene ogni alleanza, dichiarando che Gesù tornerà presto per voi e per me (cfr. Apocalisse 22:12). Egli ha già portato i fardelli che non potete sopportare ed è morto affinché possiate vivere liberamente nelle splendide conseguenze del suo sacrificio. Non c’è nulla che possiate fare per fargli cambiare idea. Il suo cuore è fisso su di voi. Non ha paura delle vostre domande o dei vostri difetti. Sa esattamente come rispondere e come guarire le vostre ferite più profonde, proprio come ha fatto per Davide.

 

 

Di Trent John Martin, responsabile della scuola secondaria del Mernda Hills Christian College, Victoria.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2024/10/16/wrestling-with-god-lessons-learned-from-david/

Traduzione: Tiziana Calà

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