Tamar, fonte di vita

Di Magazine Avventista


“Tamar!”, Er grida, spaventandoti. Cosa farà questa volta? Quale atrocità commetterà?

“Dio, abbi pietà di me”. Ti rivolgi al marito furioso e indietreggi mentre ti si avventa contro. Ma, in qualche modo, questo toro infuriato crolla a terra, morto…

Il tempo passa e tuo suocero, Giuda, ti dà in moglie al suo secondo figlio, Onan, seguendo la legge che Dio ha stabilito per la tua protezione. Invece di darti dei figli, però, lui ti usa egoisticamente per il suo piacere, per poi crollare anche lui, morto…

Non posso forse contare qualcosa in questa vita? Dio, non posso avere un figlio? Oh, come mi sento miserabile! 

Corri da tuo suocero per informarlo di quanto successo; lui ti risponde che devi rimanere vedova nella casa di tuo padre fino a quando il figlio più giovane non sarà cresciuto.

Il tempo passa, senza che tuo suocero si faccia più sentire. Eccoti qui, serva nella casa di tuo padre, perché non sei più sotto la sua tutela. 

Alla fine, il terzo figlio diventa grande. Ma non ti viene dato come sposo, come invece ti era stato promesso. Non sei più figlia di tuo padre. Fai parte della famiglia “Dio sia lodato” (Giuda), eppure non ti è stata data la possibilità di essere “fonte di vita” (Tamar).

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Nella nostra cultura odierna, l’idea di essere data in moglie a uno dei fratelli di tuo marito sembra assurda. Tuttavia, questa pratica, descritta in Deuteronomio 25:5-10, dipinge l’immagine di un Dio che ama proteggere e provvedere alle donne.

Er era malvagio agli occhi di Dio e, di conseguenza, morì. Onan sembrava adempiere al suo dovere, ma finì per usare Tamar solo per il suo piacere, impedendole così di concepire un figlio per portare avanti la discendenza del primo marito defunto. Le sue azioni erano malvagie agli occhi di Dio; perciò, morì anche lui. Essendo della famiglia di Giuda, anche Er e Onan dovevano essere rappresentanti di Dio per Tamar. Tuttavia, le loro azioni dimostrarono ovviamente il contrario.

Il Salmo 19:9 afferma che i giudizi di Dio sono veri e giusti. Pur avendo delle difficoltà a comprendere le punizioni severe dell’Antico Testamento, la loro morte rivela quanto si fossero allontanati dal Signore, tanto da non desiderare più alcun legame con lui. In questo modo vediamo anche come Tamar sia protetta e amata da Dio, sebbene possa essersi chiesta dove fosse Dio nel mezzo delle sue difficoltà, come spesso facciamo anche noi. La storia di Tamar non è una storia comune al giorno d’oggi. Tuttavia, possiamo vedere che anche attraverso le sfide che Tamar ha dovuto affrontare, Dio ha provveduto.

Per quanto mi riguarda, devo intenzionalmente ricordare a me stessa (e chiedere a Dio di ricordarmelo) che è lui che provvede a ogni mio bisogno e desiderio. Durante una settimana di preghiera, il pastore Dwayne Lemon ha spiegato che ci sono tre bisogni fondamentali che solo Dio può colmare: il nostro bisogno di significato (cfr. Geremia 29:11), di amore (cfr. Geremia 31:3) e di sicurezza (cfr. Ebrei 13:5).

La mia natura egoistica, quando non sono connessa a Gesù, cerca la fuga. Cerco di scappare dal mondo che mi circonda attraverso la natura delle relazioni. Questo egoismo ha portato l’oscurità e la morte metaforica nelle mie relazioni, mostrando che, pur professandomi cristiana, ho nominato il suo nome invano.

Sono cresciuta nel mondo senza il sostegno di alcuna religione. Pensavo che ognuno dovesse credere in ciò che voleva, basta che nessuno mi imponesse niente. Dio ha lavorato nel mio cuore attraverso la preghiera di un amico e a conversazioni profonde. Alla fine del 2019, il mio cuore era spezzato in mille pezzi, ridotto a polvere; ero stata usata e abusata dal mondo, dove non trovavo alcun valore nella vita e la mettevo in discussione. È stato lì che ho incontrato Dio, il mio Creatore.

Nel 2020 ho frequentato diversi studi biblici e ho avuto sete e fame di verità, scegliendo di essere battezzata nel luglio dello stesso anno. È stato un percorso veloce, ma non si può mai rifiutare la chiamata di Dio. A differenza di Tamar, ho avuto la possibilità di scegliere le persone con cui uscire, con l’intenzione di sposarmi. Sebbene fossi rimasta single per un paio d’anni, il dolore e le ferite che avevo nascosto sotto il tappeto della mia vita si sono lentamente riversati nelle mie relazioni. A differenza di Tamar, non ho aspettato che Dio mi guarisse e mi guidasse sulla strada che aveva scelto per me. Mi sono buttata, cercando conforto nel modo migliore che conosceva “la vecchia me”, una nuova relazione, mancando di rispetto a Dio, a un caro amico e fratello in Cristo e a me stessa. Sono diventata come Giuda e Dio mi ha rimproverato per il torto commesso contro di lui e contro il mio amico.

In quel periodo la mia sicurezza non era in Dio e davo più attenzione alle relazioni con i ragazzi che alla mia relazione con Dio. Nonostante mi fossi dichiarata cristiana, i miei occhi non erano rivolti a Gesù. Tamar, invece, aveva mantenuto lo sguardo sul Signore. Nonostante le sue azioni sconcertanti, agì secondo la migliore comprensione che aveva della legge. Un’antica legge ittita, simile alla legge del levirato (che si trova in Deuteronomio 25:5-10), afferma: “Se un uomo ha una moglie e l’uomo muore, suo fratello prenderà in moglie la sua vedova; (se il fratello muore) la prenderà suo padre. Quando poi morirà, il fratello del padre prenderà la donna che aveva”. La sicurezza di Tamar, come donna all’interno della sua cultura, era rappresentata da un marito; senza il marito, spettava al fratello del marito garantirle un posto in famiglia dandole un figlio.

Tamar cerca di essere all’altezza del significato del suo nome, di essere cioè una “fonte di vita” in mezzo alla morte e alla malvagità. Vuole essere fonte di vita adempiendo al suo dovere di moglie: continuare la genealogia di Giuda.

Nonostante il dolore e le difficoltà, Tamar viene riconosciuta come parte della genealogia di Gesù. La sua storia ci ricorda che possiamo venire da Gesù così come siamo, indipendentemente dal nostro passato, sapendo che lui non vuole che restiamo così. Tamar è rimasta fedele alla sua chiamata e alla promessa contenuta nel suo nome (diventare una fonte di vita). Così facendo, è diventata parte della discendenza che ha condotto alla Fonte di ogni vita: Gesù Cristo.

Anche noi possiamo essere fedeli nel nostro cammino quotidiano per lasciare un’eredità di vita a coloro che ci seguono. Si comincia con il trascorrere del tempo col Signore nella sua Parola e con la preghiera quotidiana. Più ho ricercato il Signore nella preghiera e nello studio della Bibbia, abbandonando a lui i miei desideri, più ho visto Dio agire con amore.

Questa storia, anche se difficile, mi mostra che Dio protegge e provvede. Dio mi ha insegnato a confidare in lui con tutto il mio cuore e a non appoggiarmi sul mio discernimento; in tutte le mie vie lo riconosco, ed è giusto e amorevole nel dirigere i miei sentieri verso una vita che lo onori e lo glorifichi, anche quando cado.


Di Nikita Jensen, che sta studiando un Bachelor of Arts all’Avondale University, Cooranbong.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2025/04/30/tamar-source-of-life/

Traduzione: Tiziana Calà

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