Ogni famiglia ha una storia: ecco perché dovresti conoscere la tua

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“Ci sentiamo tutti più forti se facciamo parte di un arazzo. Un filo da solo è debole, ma intrecciato a qualcosa di più grande, circondato da altri fili, è più difficile da disfare”, afferma il terapeuta Stefan Walters, riassumendo i benefici della comprensione della storia della famiglia da cui proveniamo.

Siamo più della somma dei nostri sforzi, successi e fallimenti. “Ogni famiglia ha modelli, valori e comportamenti che vengono trasmessi da una generazione all’altra. Quando comprendiamo le storie di una generazione e il modo in cui hanno influenzato quella successiva, iniziamo a capire noi stessi”, dichiara la psicoterapeuta Julia Samuel.

“Anche quando le storie di famiglia sono dolorose e ruotano attorno a traumi o sfide che rendono vulnerabile chi le racconta, condividerle è benefico”, sostiene Robyn Fivush, professoressa di psicologia alla Emory University. Vecchi e recenti studi evidenziano perché dovremmo interessarci di più alla nostra storia familiare, sottolineando gli effetti positivi che questa conoscenza ha sullo sviluppo dei bambini.

 

Storie di famiglia e benessere emotivo

I bambini sentono molto presto le storie dei loro genitori e nonni (e di altri parenti), anche prima di essere in grado di comprendere o raccontare pienamente queste narrazioni. Oltre il 90% dei genitori condivide occasionalmente con i figli aneddoti della propria infanzia. I padri tendono a concentrarsi sui loro successi, mentre le madri sono inclini a raccontare storie emotivamente espressive in cui le relazioni giocano un ruolo centrale.

Quanto è importante per un bambino conoscere queste storie dei propri genitori e di altri parenti stretti? Secondo uno studio condotto dalla professoressa Robyn Fivush e dallo psicologo Marshall Duke, la conoscenza della storia familiare svolge un ruolo attivo nella formazione dell’identità degli adolescenti. “Le narrazioni sulle sfide affrontate da genitori e nonni possono aiutare un adolescente a imparare ad adattarsi alle esigenze della sua età”, affermano gli autori dello studio, sottolineando che una ricerca preliminare suggerisce che una buona conoscenza della storia familiare può avere effetti positivi per tutta la vita.

Nel suo libro sulle famiglie felici, di cui il New York Times ha pubblicato un estratto, lo scrittore Bruce Feiler racconta i suoi sforzi per scoprire i fattori che contribuiscono all’unità, alla resilienza e alla felicità di una famiglia. La prima volta che ha sentito dire che l’ingrediente chiave potrebbe essere la conoscenza delle storie della propria famiglia è stato durante un incontro con lo psicologo Marshall Duke, che studia questo argomento dalla metà degli anni ‘90.

Il punto di partenza della ricerca di Duke è stata un’osservazione della moglie Sara, anch’essa psicologa, che lavorava con bambini con difficoltà di apprendimento. Ha notato che coloro che conoscevano meglio il proprio background familiare riuscivano ad affrontare meglio le sfide. Incuriosito da questa scoperta, Marshall Duke decise di verificare l’ipotesi con la collega Robyn Fivush, creando una scala di 20 domande per valutare le conoscenze dei bambini sulla loro famiglia. Ad esempio, è stato chiesto ai bambini se sapessero dove sono cresciuti i loro nonni, dove sono andati a scuola i loro genitori, la storia dell’incontro dei loro genitori o i dettagli della loro nascita. Dai risultati è emerso che più i bambini conoscevano la storia della loro famiglia, più alta era la loro autostima, più forte era il senso di controllo sulla loro vita e migliore era il funzionamento della loro famiglia. In altre parole, la semplice conoscenza delle storie familiari era un buon indicatore della salute emotiva e della felicità dei bambini.

Duke racconta di essere rimasto sorpreso da questi risultati, ma non si rendeva conto che la catena di sorprese non sarebbe finita con lo studio. Due mesi dopo la conclusione dello studio, si verificarono gli attacchi terroristici dell’11 settembre 2001. I ricercatori decisero di riesaminare i bambini e scoprirono che quelli che conoscevano meglio la loro storia familiare si erano dimostrati più resilienti, in grado di gestire meglio lo stress vissuto dai bambini (e dai loro genitori) a livello nazionale durante quei giorni.

Un altro studio che esplora l’importanza delle storie familiari è stato condotto dalla ricercatrice Martha Dreissneck dell’università dell’Oregon. Lo studio ha dimostrato che la storia familiare aiuta a creare un “sé intergenerazionale”, offrendo un contesto più ampio per la comprensione delle esperienze di vita e favorendo un legame tra le generazioni che aumenta la resilienza nel corso della vita. “Questi risultati dovrebbero incoraggiare i professionisti a utilizzare le storie di famiglia come uno strumento prezioso per promuovere la salute dei membri della famiglia attraverso le diverse generazioni”, afferma Dreissneck.

Lo sviluppo dell’identità familiare, facilitato dalla conoscenza della storia familiare, può contribuire allo sviluppo dell’identità individuale, ha concluso uno studio pubblicato nel 2023. A seguito di un’indagine condotta su 239 studenti di età compresa tra i 18 e i 20 anni di sette università americane, i ricercatori hanno scoperto che i giovani che avevano sviluppato un sano senso di identità avevano anche un’ampia conoscenza della loro storia familiare.

“La conoscenza della storia familiare è particolarmente utile per mantenere i piedi per terra”, afferma Brian Hill, uno degli autori dello studio, sottolineando la necessità di sapere da dove veniamo prima di scoprire dove vogliamo andare. “I genitori svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo della nostra identità, ma se riusciamo a guardare indietro di una o due generazioni, la base dei nostri valori fondamentali si allarga”, sostiene Hill.

 

Come si trasmette la storia della famiglia da una generazione all’altra?

Data l’importanza delle storie di famiglia, dobbiamo trovare metodi semplici per scoprirle, esplorarle e condividerle. Secondo Robyn Fivush, uno dei modi più efficaci per incoraggiare la narrazione è quello di inserirla nelle conversazioni quotidiane. Per esempio, quando si parla di una vacanza, un genitore potrebbe includere un aneddoto delle proprie vacanze d’infanzia.

Come osserva Fivush, le storie di famiglia trasmettono molto più che semplici fatti. Descrivono le persone, ne colgono i valori, gli ideali e i sogni e riflettono il modo in cui i vari tratti si tramandano di generazione in generazione. Per questo motivo, le storie di famiglia non hanno bisogno di essere memorabili o raccontate in un contesto specifico per servire il loro scopo. Sono fette di passato che possono essere condivise e assaporate durante le attività quotidiane, avvicinando le persone.

Registrare le conversazioni con i familiari anziani è un modo eccellente per conservare informazioni preziose che altrimenti andrebbero perse con la scomparsa di coloro che conservano questi ricordi. Un’intervista registrata con un bisnonno ha aiutato la giornalista Dina Gachman a colmare il divario tra questo membro della famiglia e suo figlio. “È un dono che verrà tramandato di generazione in generazione”, afferma la Gachman, esprimendo un rimpianto comune: “Quando qualcuno se ne va, le sue storie non ci sono più, giusto? Perché non ho fatto un milione di domande quando era qui?”.

“Ascoltare una persona che racconta la sua storia, essere coinvolto da quello che dice e cercare di capire il suo punto di vista è un’esperienza impareggiabile”, dichiara la storica Megan Harris. Anche se pensiamo di conoscere bene i nostri genitori, ad esempio, essi hanno vissuto numerose esperienze di cui non siamo consapevoli. Pertanto, registrare le loro storie quando sono ancora in vita è fondamentale, sia per noi stessi sia per le generazioni future.

Queste conversazioni possono iniziare con argomenti che riteniamo interessanti, come qualcuno che è stato testimone di eventi storici, album di foto o elenchi di luoghi e persone che vogliamo conoscere meglio. Tuttavia, secondo Gachman, le discussioni profonde non richiedono necessariamente una preparazione meticolosa. Basta la curiosità e una genuina espressione di affetto per la persona e di interesse per le sue esperienze per innescare una conversazione che si conserverà nel tempo.

Amiamo le storie e ne siamo circondati nella nostra vita quotidiana. Tuttavia, per quanto ne ascoltiamo tante o per quanto ci colpiscano profondamente, sono poche quelle che lasciano un impatto duraturo. Le storie di famiglia appartengono a questa rara categoria. Sono specchi in cui vediamo noi stessi, le forze che ci plasmano e mappe che consultiamo per capire come altri, legati a noi da fili invisibili, hanno affrontato sfide simili.

In definitiva, le storie sono i veicoli che ci portano in luoghi che altrimenti non potremmo mai raggiungere. Poiché “le persone hanno interi mondi racchiusi nelle loro vite”, la storia di famiglia estende profondamente i confini di una singola vita, arricchendola e colorandola. Ci rende consapevoli del fatto che siamo tutti “storie che camminano, alcune appena iniziate, altre a metà strada e molte prossime alla fine”.

 

 

Di Carmen Lăiu, redattrice di Signs of the Times Romania e ST Network.

Fonte: https://st.network/analysis/top/every-family-has-a-story-why-you-should-know-yours.html

Traduzione: Tiziana Calà

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