Se potessi scegliere un’età…

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Se potessi scegliere un’età…

Gli adolescenti di oggi lo stanno facendo. Scopri cosa sta facendo l’Avondale University College per affrontare questo problema.

 

Se potessi scegliere un’età da rivivere, che età sceglieresti? Sono qui seduto, con la consapevolezza che manca ormai poco al mio 60esimo compleanno. Pur apprezzando le esperienze fatte, l’insieme di conoscenze e di saggezza derivate dall’età, quando mi alzo al mattino mi fa male la schiena e i miei muscoli impiegano molto tempo per riprendersi dopo un faticoso esercizio fisico. La vita era molto più facile quando ero più giovane, quindi se potessi tornare a qualsiasi età, quale sceglierei?

Le diverse età hanno i propri vantaggi ma non penso che vorrei tornare adolescente o ventenne. Penso che sceglierei tra la fine dei vent’anni o l’inizio dei trent’anni. A quel punto, il tuo cervello è completamente sviluppato, hai acquisito una certa competenza professionale, si spera che tu sia emotivamente sicuro, con relazioni salde, e il tuo corpo non ha ancora iniziato il rapido processo di decadimento.

 

“Ma perché non adolescente?”. So che ti stai facendo questa domanda. Certo, la mia vita era fantastica quando negli anni ‘70 ero adolescente, ma oggi vorrei davvero diventare adolescente? Il dottor Adrian Tomyn, in un rapporto finanziato dal governo australiano, ha scoperto che il benessere dei giovani è diminuito dai 12 ai 16 anni, per riprendersi un po’ prima dei 19 anni. Per molti giovani questi anni di adolescenza possono essere duri e ci sono molti fattori che contribuiscono a questo declino del benessere. Il NAB 2017 Survey of Independent Schools ha rilevato che l’ansia è un aspetto dominante per molti studenti, limitando e danneggiando il benessere:

“Quasi ogni giorno, i media riportano notizie che mettono in evidenza le crescenti sfide che i nostri figli devono affrontare a causa della globalizzazione, il futuro del lavoro, l’accessibilità degli alloggi e le pressioni sul costo della vita, il terrorismo, il cambiamento climatico, la globale incertezza economica, il calo della capacità di leggere, scrivere e fare calcoli relativa ad alcuni paesi, il cyberbullismo e la disgregazione familiare, solo per citarne alcuni. Non c’è da sorprendersi quindi se i bambini sono ansiosi” (NAB Survey of Independent Schools 2017, p1).

È strano che nell’era di internet, dove le persone possono interagire facilmente attraverso i social media, la solitudine sia un problema. Il Young Australian Loneliness Survey del 2019 ha rilevato che una percentuale significativa di giovani ha livelli problematici di solitudine. Jean Twenge, nel suo libro iGen del 2018, ha affermato che i social media stanno contribuendo al problema. I suoi dati mostrano che da quando sono stati introdotti per la prima volta gli smartphone c’è stato un aumento delle interazioni ma una riduzione della qualità delle connessioni umane. Questa riduzione ha portato a un aumento dei livelli di solitudine nei giovani.

 

Sicuramente possiamo fare qualcosa per aiutarli. Come cristiani, abbiamo la responsabilità di prenderci cura dei “più piccoli”. Molte delle nostre idee di servizio prevedono viaggi missionari all’estero o sono rivolte alla popolazione “esterna”. Sebbene si tratti di attività assolutamente buone e positive, sono comunque eventi “una tantum”. Come possiamo aiutare la nostra città in maniera costante? Tutti noi dobbiamo fare la nostra parte. Ad esempio, nella città di Avondale prepariamo i futuri insegnanti ad andare a scuola, a insegnare ai ragazzi e a fare la differenza nella loro vita. Nei nostri corsi di insegnamento abbiamo l’obiettivo di facilitare gli alti livelli di benessere degli studenti Avondale, in modo che possano avere un impatto sul benessere altrui.

Sapiamo che far parte di una comunità e avere relazioni con gli altri contribuisce al nostro benessere. Ad Avondale, gli studenti formano una comunità universitaria e partecipano a una serie di attività che li aiutano a sentirsi a proprio agio. Si possono sentire energia e amicizia a questo incontro settimanale dove gli studenti e il personale pranzano insieme. Questa sensazione è molto presente anche durante le attività di campeggio all’aperto. Qualche settimana fa, ho organizzato un’uscita con la canoa dove 20 studenti di Avondale hanno percorso il fiume Tiger Snake Canyon nelle Blue Mountains (nel Nuovo Galles del Sud).

Trascorrendo del tempo all’aria aperta si ha l’impressione di camminare nel giardino di Dio. Ci siamo accampati in un’area remota senza copertura di telefonia mobile. Senza telefoni, ci siamo radunati intorno al fuoco, condividendo insieme alcune storie. Il viaggio attraverso il canyon è stata un’avventura: alcuni hanno perfino dovuto affrontare le loro paure, mentre si calavano negli stretti confini del canyon; gli altri facevano il tifo, contenti della riuscita di queste sfide; poi il gruppo proseguiva insieme. Nemmeno il guadare il fiume nell’acqua gelida e profonda come la vita è riuscito a smorzare gli animi dei ragazzi, che hanno continuato a sostenersi a vicenda nel corso della giornata. Che bella sensazione quella di sedersi intorno al fuoco quella notte e sentire la vicinanza di una comunità derivata da un’avventura condivisa. Una volta tornato a casa ero grato, non mi ero mai sentito meglio di così.

 

La vita per molte persone al giorno d’oggi può essere difficile, ma c’è un aiuto a portata di mano. Gli insegnanti possono fare la differenza nella vita degli studenti. Le persone hanno l’opportunità di aumentare il proprio benessere personale, per poi diventare insegnanti, con la capacità e le conoscenze necessarie per influenzare il benessere dei propri studenti. Si tratta di un vero e proprio ministero all’opera. Con il giusto tipo di aiuto, gli adolescenti possono aumentare il loro benessere, avviandosi a una vita migliore e di successo.

 

 

  • Tomyn A. J., Cummins R. A., Norrish J. M. (2015). Il benessere soggettivo degli adolescenti “a rischio” indigeni e non australiani, Journal of Happiness Studies, 16(4), 813-837.
  • Oster A., Pearson D., De Iure R., McDonald B., Wu S. (2017). NAB Survey of Independent Schools Survey 2017, National Australia Bank.
  • Lim M. H., Eres R., Peck C., (2019). The young Australian loneliness survey: Understanding loneliness in adolescence and young adulthood, un rapporto preparato per la Victorian Health Promotion Foundation, il Iverson Health Innovation Research Institute e il Centre for Mental Health, Swinburne University of Technology.
  • Twenge, J. M. (2017). iGen: Why today’s super-connected kids are growing up less rebellious, more tolerant, less happy – and completely unprepared for adulthood, New York, NY: Atria Books.

 

 

Di Peter Beamish, docente presso l’Avondale University College

Fonte: https://bit.ly/2FMQQ5q

Traduzione: Tiziana Calà

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