Non un minuto di meno, non un secondo di più

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Io e mio figlio abbiamo visitato Israele nel novembre del 2015.

Un venerdì, mentre eravamo lì, ci siamo trovati nella piazza di Gerusalemme, di fronte al muro occidentale, insieme ad altri membri del nostro gruppo turistico. Eravamo seduti su una panchina che offriva una buona visione di tutto ciò che accadeva nella piazza.

In quel tardo pomeriggio c’erano molte persone, dai turisti agli uomini ebrei ortodossi quando, all’improvviso, un gruppo di giovani e meno giovani ebrei, vicino al muro occidentale, si sono stretti la mano e, in gioiosa attesa del sabato, hanno ballato e cantato in un cerchio di felicità. Erano felici che, ancora una volta, il sabato stesse per benedirli. Avevano aspettato sei giorni dal precedente sabato e ora ne aspettavano un altro e la loro gioia non conosceva limiti. Era una scena emozionante, edificante, una vera e propria fonte di ispirazione. Non si trattava per loro di un atteggiamento che isolava la gioia del sabato a 24 ore precise. Oh no! Volevano sperimentare la benedizione del sabato prima e non dopo.

Ho riflettuto spesso su questa esperienza. Anche sul fatto che gli ebrei credenti aprono il sabato nella loro casa con un pasto speciale, le candele accese, la menorah se ne hanno una, e la celebrazione del sabato continua. E noi avventisti cosa facciamo? Spesso i doveri del venerdì incalzano fino al sabato e noi borbottiamo una breve preghiera di apertura del sabato sperando che Dio capisca quanto siamo impegnati.

Capita anche a voi, così come a me, che spesso l’esperienza del sabato non inizi con un minuto di anticipo rispetto all’ora annunciata nel bollettino della nostra chiesa?

E quando il sole tramonta e il sabato finisce, forse nelle nostre case c’è una corsa frenetica verso qualche intrattenimento di dubbia qualità. Forse una telefonata d’affari in previsione della settimana lavorativa o forse una battuta da condividere con un amico che non era appropriata nel giorno sacro del Signore. O forse la madre di famiglia, al lavoro durante la settimana come spesso accade alle madri, viene vista ammucchiare il bucato nella fidata lavatrice. Mentre si sposta i capelli dal viso, deve ora affrontare la preparazione di un altro pasto per la sua nidiata affamata. Quando finiranno le cose da fare?

Il Sabato è fatto per essere anticipato, per essere goduto e per essere ricordato. Affinché questo avvenga davvero, potrebbe essere necessario ridare priorità alle attività familiari. Questo può avvenire quando c’è la volontà di farlo; quando mettiamo Dio al primo posto. Se lo facciamo, scopriremo che c’è ancora tempo per fare ciò che è necessario (forse non tutto ciò che vogliamo fare). Mettendo Dio al primo posto, vedremo una calma che si poserà sulle nostre case e sulla nostra famiglia. E Dio non è stato forse altruista quando ha chiesto di dedicare alla sua lode un solo giorno su sette? Sei giorni per noi e un giorno per Dio, eppure arriviamo fino all’ultimo minuto prima del sabato per infilare il più possibile i nostri programmi prima di doverli abbandonare e osservare il sabato.

Nella Bibbia ci sono molti passi appropriati che sono ideali per il momento di apertura e chiusura del sabato. Se non sapete dove cercare, procuratevi una chiave biblica. Questa sarebbe una buona attività per il sabato, non è vero? E pianificate i vostri Sabati in modo che gli eventi secolari non coincidano con il momento del sabato stesso. Fate ascoltare o accendete della musica cristiana di qualità mezz’ora prima del sabato. Questo metterà la nostra mente in una buona posizione, pronta ad accogliere il giorno santo di Dio.

E poi, quando il sabato sta per finire, pianificate un calmo passaggio per iniziare la settimana. Il nostro mondo non ci crollerà addosso se non iniziamo le nostre attività per altri 15 o 30 minuti dopo il tramonto.

Dio vuole che ci godiamo il sabato, che sperimentiamo la benedizione dell’adorazione, che beneficiamo della sua creazione, dimenticandoci per un giorno le cose che ci opprimono durante la settimana. Possiamo farlo se ci proviamo. E poi scopriremo che avremo il tempo di entrare nel sabato con calma; e alla fine della giornata non ci verrà in mente di allontanarci di corsa dal sabato, come un animale spaventato, per iniziare il nostro programma. Sarebbe da egoisti, non è vero?

 

 

Di William Ackland; è in pensione a Cooranbong ed è l’autore di otto libri.

Fonte: https://record.adventistchurch.com/2024/05/16/not-a-minute-less-not-a-second-more/

Traduzione: Tiziana Calà

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