È sabato: mettiamoci all’opera!

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Quando una crisi idrica a Jackson, nel Mississippi, ha raggiunto livelli critici e quando le tempeste hanno spazzato via la Florida e Guam, e altre emergenze meteorologiche hanno inondato Denver, siamo entrati in azione. E il servizio agli altri, al fianco degli altri, fa la differenza in termini di missione e di motivazione per i cristiani che credono nella Bibbia, cristiani come me e voi.

Scegliere e indossare i panni del cristiano in questo periodo di crisi richiede preparazione. Siamo chiamati a navigare tra guerre e voci di guerre, nazioni che si sollevano contro nazioni, persone che subiscono disastri naturali nei luoghi più improbabili e a ritmi allarmanti. Richiede adattabilità e competenza, come abbiamo imparato quando il coronavirus ha creato scompiglio in tutto il mondo. Quindi, nel lamento per il calo dei membri di chiesa e per i bei tempi andati, forse è il momento di esaminare come possiamo essere la luce per un mondo oscuro e in difficoltà. E come la chiesa possa davvero incontrare le persone laddove queste si trovano.

 

Al servizio

Forse le chiese locali potrebbero aggiungere alle loro proposte delle opportunità di servizio, non eliminando il modello che abbiamo usato con successo per molti anni, ma come un’opzione diversa, capace di fornire l’opportunità di glorificare Dio attraverso il proprio mettersi al servizio.

Ricordate la storia di Giovanni? Mentre si trovava sull’isola di Patmos, avrebbe potuto cadere in uno stato di scoraggiamento e di disperazione, di autocommiserazione e di tristezza, date le sue circostanze. Invece di essere un luogo di esilio, Patmos divenne un punto di connessione spirituale e di comunione con Dio. Fu qui, nel mezzo del caos e delle difficoltà, che Giovanni ricevette una rivelazione da Dio, una visione di Gesù e un’anticipazione del suo futuro eterno (cfr. Apocalisse 1:9).

Invece di vivere in uno stato di agitazione, che la sua situazione avrebbe incoraggiato, Giovanni scelse di “stare fermo e riconoscere il Signore” (cfr. Salmo 46:10). Capì che il suo riposo e la sua continua concentrazione sulla sua missione non si basavano sul suo ambiente, sui suoi sentimenti o sulle azioni degli altri. Comprese invece che essere la luce poteva avvenire solo dimorando nella luce e nella presenza di Dio.

Che lezione per noi oggi! Anche se il mondo sembra oscuro, incerto e spaventoso, siamo chiamati a essere come Giovanni. Siamo chiamati a essere luce, adempiendo alla nostra missione di servire le comunità nel nome di Cristo.

Quindi, quando siete scoraggiati, ricordate le promesse di Dio. Guardate alla Parola di Dio per avere una guida, confidando che, come ci ha benedetto in passato, continuerà a benedirci e a custodirci oggi e in eterno.

 

Le promesse di Dio per coloro che lo servono

  • “Dio è potente da far abbondare su di voi ogni grazia affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quello che vi è necessario, abbondiate per ogni opera buona” (2 Corinzi 9:8).
  • “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli” (Matteo 5:16).
  • “Non dimenticate poi di esercitare la beneficienza e di mettere in comune ciò che avete; perché è di tali sacrifici che Dio si compiace” (Ebrei 13:16).

 

 

Di Derrick Lea

Fonte: https://www.messagemagazine.com/articles/sabbath-work/

Traduzione: Tiziana Calà

L’unica ad alzarsi in piedi
Gestione Cristiana della Vita: come mettere in pratica la nostra fede? (parte 1)

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