Di tutti i sensi, perché il salmista ha collegato il gusto al rapporto con Dio?
Come esseri umani, siamo stati creati con cinque sensi fondamentali: la vista, l’udito, l’olfatto, il gusto e il tatto. Questi sensi sono fondamentali per la nostra capacità di godere appieno della vita. Certo, ci sono persone che hanno perso la vista e vivono ancora una vita piena e appagante; altre che hanno perso il senso dell’udito e sono ancora benedette, giorno dopo giorno; alcune persone hanno un senso dell’olfatto ridotto, ma godono la vita fino in fondo.
Ma… se dovessi rinunciare a uno dei tuoi cinque sensi, quale sceglieresti?
Per fortuna, la maggior parte di noi non dovrà mai fare questa scelta. Ad alcuni di noi la scelta verrà imposta da incidenti o malattie. E spesso ci rendiamo conto dell’importanza di una determinata cosa solo quando la perdiamo. Diamo così tante cose per scontato, che si crea quasi un senso di apatia dentro di noi; almeno, a me succede così.
Il gusto, come uno dei cinque sensi, viene citato più volte nella Bibbia. Nella maggior parte di questi riferimenti, il gusto ha a che fare con la sensazione reale di mangiare il cibo e di riconoscere i sapori.
Ci sono tuttavia alcuni versetti in cui si allude all’esperienza sensoriale data dal cibo.
Il Salmo 34:8 ne è un esempio. “Provate e vedrete quanto il Signore è buono!”.
Ma perché proprio il gusto?
“IL SENSO DEL GUSTO TI FARÀ DESIDERARE DI AVERE DI PIÙ DA DIO”.
Ho appena finito le sette settimane di trattamento per un tumore cancerogeno che ha attaccato la zona della gola. All’inizio, nella fase di preparazione del trattamento, gli specialisti avevano sottolineato come uno degli effetti collaterali del trattamento sarebbe stata la perdita del gusto.
Avevo ascoltato quanto mi era stato detto, mi ero preso un appunto mentale, ma in realtà non ne avevo capito la portata reale fino a quando la cosa non è successa per davvero.
Una parziale perdita del gusto era solo uno degli effetti collaterali. Ce n’erano molti altri, come una potenziale perdita di capelli, dei cambiamenti al mio udito, un formicolio alle dita delle mani e dei piedi, ecc. La perdita del gusto era diventata un altro punto di cui essere a conoscenza nella lunga lista di cose che avrebbero potuto avere un impatto sulla mia vita durante il trattamento.
Dopo aver perso completamente il senso del gusto, mi è diventato chiaro quanto questo aggiungesse piacere alla vita. Come ho condiviso con un mio caro amico, “Tutto quello che metti in bocca ha il sapore di un pacchetto di cereali integrali; e parlo del sapore della scatola di cartone, non dei cereali in sé”.
Ovunque vedi del cibo delizioso e la tua mente parte con il ricordo di tutti i sapori provati. Eppure, non succede nulla una volta che lo si mette in bocca. Assolutamente nulla, nisba, niet!
Quando leggo il Salmo 34:8, non posso fare a meno di chiedermi perché Dio si abbia evocato l’immagine del gusto. Avrebbe potuto usare tutti gli altri sensi, come ha fatto in molti altri passi della Bibbia, ma qui ha scelto il gusto.
Il gusto è importante per godere il cibo; ma è solo dopo averlo perso che si comprende veramente quanto sia importante. Ha un impatto non solo sul piacere fisico del mangiare, ma anche sul piacere mentale. Stimola l’appetito e il desiderio di mangiare. Spesso ti fa mangiare più di quello di cui hai bisogno fisicamente, a scapito del girovita.
In questo caso, Dio usa il gusto per indicare la Sua bontà senza limiti. Il senso del gusto ti farà desiderare di avere di più da Dio. Stimola l’appetito, ovvero l’essere più vicini a Dio, facendoti desiderare di averne di più.
Anche se le papille gustative mi hanno abbandonato, almeno per il momento, assaporo la bontà di Dio, rivendicando la Sua promessa che dice che quando proveremo, Egli riverserà la Sua bontà in abbondanza.
Di Ole Pedersen, direttore di Hope Channel Nuova Zelanda
Fonte: https://bit.ly/31ZhHng
Traduzione: Tiziana Calà
