A volte, tutto ciò di cui abbiamo bisogno è che qualcuno ci chieda: “Stai bene?”
Il numero di modi in cui le persone possono entrare in contatto le une con le altre è certamente aumentato nel corso di quest’era digitale. Una volta le scelte erano incontrarsi di persona o scrivere una lettera. Poi sono arrivati i telegrammi, i telefoni, la radio e la televisione. E questo era tutto, fino a quando non sono stati inventati strumenti come i fax, le mail, i messaggi e i social media. Ma un messaggio abbastanza universale che ha resistito negli anni, indipendentemente dal canale utilizzato, è semplicemente chiedere: “Stai bene?”
Naturalmente, in parte a causa di tutti questi canali, siamo diventati abbastanza esperti nel porre questa domanda in molti modi diversi, come ad esempio: “Come va?” o “Va tutto bene?” o “Che succede?”. E molte volte, aggiungiamo subito un rassicurante: “Ti stavo pensando”.
La maggior parte di noi è fortunata ad avere persone che ci contattano quando ci vedono un po’ stanchi, preoccupati o angosciati. È una grande benedizione essere circondati da amici o colleghi che sono abbastanza attenti da sapere quando qualcosa non va per il verso giusto. Il tutto può avere un impatto ancora maggiore quando un’intera comunità di persone è interessata al vostro benessere personale, come una cerchia di amici, una comunità di fede o un gruppo di persone che condivide uno stesso interesse.
All’Adventist HealthCare, i membri del nostro team svolgono questo importante ruolo sia tra loro stessi sia con i nostri pazienti e le loro famiglie. Questa volontà di creare un legame personale favorisce la guarigione e la salute ed è la chiave per l’adempimento della nostra missione. Chiamiamolo il “ministero del pensarsi”.
Un passo della Bibbia che mi ricorda questo ministero è Matteo 18:20, che dice: “Poiché dove due o tre sono riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro”. Mi piace l’idea che anche quando un piccolo gruppo di due o tre persone si riunisce, Dio è presente. Dio “ci pensa” attivamente, in modo che possiamo poi estendere la sua grazia e compassione ad altre persone.
Credo che Dio costituisca un aspetto reale e potente delle cure che forniamo all’Adventist HealthCare, influenzando ogni aspetto di ciò che facciamo. Credo che la provvidenza di Dio venga messa in atto attraverso le nostre menti attente, le nostre mani esperte e i nostri cuori compassionevoli, così come la nostra attenta gestione delle giuste risorse e dei giusti ambienti per un’assistenza eccellente. Il tutto può iniziare con solo due o tre persone, ma sono meravigliata quando immagino la potenza che potrebbe scaturire dall’unione dei nostri cuori e delle nostre mani, rivolti a un servizio dedicato!
Nelle mie preghiere di ogni giorno, quando parlo con Dio, prego che ogni membro della nostra famiglia di Adventist HealthCare possa stare bene. Prego che Dio ci protegga e benedica ogni persona e ogni squadra, grande o piccola che sia, mentre lavoriamo insieme per diventare uno strumento compassionevole di guarigione. Che Dio vi benedica nel vostro ministero del “pensarsi”.
Di Terry Forde, Adventist HealthCare
Fonte: https://www.adventistreview.org/the-ministry-of-checking-in
Traduzione: Tiziana Calà