Mio padre non è stato un grande rappresentante della paternità, ma quando ho incontrato Gesù, ho incontrato Dio allo stesso tempo.
Pensare a Dio può essere difficile. Egli non è un essere unidimensionale, né la nostra comprensione di lui dovrebbe essere costruita su un’immagine semplicistica di Dio come padre, non riuscendo a cogliere la sua complessità e la sua natura multidimensionale. Dio interagisce con noi in modo diverso, complesso e talvolta confuso.
Molte confessioni religiose riconoscono un Dio “trinitario”, cioè un Dio come “tre persone coeterne”, unificate, ciascuna con caratteristiche e personalità distinte. Per me personalmente, l’immagine di Dio come padre è stata una sfida. Una sfida che, ancora oggi, suscita emozioni contrastanti.
Se da un lato l’adorazione di Dio conferisce una profondità alla mia vita, soprattutto se contrapposta alla facciata della gratificazione esterna e mondana, dall’altro l’idea di Dio come padre è offuscata dai ricordi di mio padre.
Il mio padre terreno non ha sempre dimostrato un carattere associato a un Dio amorevole. Questo, a sua volta, ha offuscato la mia capacità di vedere Dio come un padre amorevole. Il rapporto difficile che ho avuto con mio padre ha fatto sì che, per molti anni, la mia esperienza con Dio fosse limitata a ciò che intendevo per “padre”. Con il tempo, ho imparato come la disciplina punitiva e l’affetto basato sul comportamento da parte di un padre terreno abbiano, a loro volta, interrotto il mio legame con Dio. Per guarire da questa visione distorta di Dio ci sono voluti molti anni. Non credo di essere la sola.
Fondamentalmente, so chi è Dio. “È il Creatore, la Fonte, il Sostenitore, il Sovrano di tutta la creazione. Egli è giusto e santo, misericordioso e pietoso, lento all’ira, ricco di immutabile amore e di fedeltà” (3° punto dottrinale della chiesa avventista). Ma mettere in relazione queste caratteristiche con il concetto di “figura paterna” può risultare difficile.
Riflesso attraverso il Figlio
Gesù, invece, è qualcuno a cui molti possono approcciarsi. Rappresentando l’incarnazione visibile di un Dio invisibile (cfr. Colossesi 1:15-17), è stato Gesù a venire sulla terra e a mescolarsi con la gente comune. È stato Gesù a elevare le donne, i bambini, gli stranieri e gli emarginati. È Gesù che ci offre la vita eterna attraverso il suo sacrificio. Gesù è il mio Messia, Salvatore e Amico e quando se ne è andato ci ha dato lo Spirito Santo come consolatore e guida.
Sia Gesù sia lo Spirito Santo sono distinti da Dio Padre, ma paradossalmente sono tutti ugualmente “Dio”. In Matteo 11:27, Gesù ci ha detto che è venuto sulla terra per rivelare il cuore di suo Padre. Se vogliamo sapere com’è Dio, dobbiamo solo guardare a Gesù e alla sua vita. Gesù ha fatto questo in tre modi:
- Quello che ha detto. Gesù era un maestro della volontà, del piano e del regno del Padre (cfr. Giovanni 6:38). Ha chiamato Dio “Abbà” (Marco 14:36), cioè “Papà” e ha insegnato ai suoi discepoli a pregare il Padre (cfr. Matteo 6:9-13).
- Quello che ha fatto. Cristo ha compiuto più guarigioni che predicazioni. I suoi miracoli riflettevano la sua divinità, la sua potenza e la sua vocazione (cfr. Atti 2:22; 10:38). La sua opera ci mostra come essere veri discepoli di Dio. Cristo ha anche adempiuto le profezie della Scrittura ebraica che prevedevano il Messia (cfr. Isaia 61:1-3; Geremia 23:5; Isaia 53:10).
- Chi era. In principio era la “Parola” (Giovanni 1:2). Come parte della divinità, Gesù divenne carne e sangue, una rappresentazione vivente di Dio Padre. Guardando a Gesù, come egli stesso affermava, si vedeva il Padre.
È attraverso la vita di Gesù che possiamo vedere e conoscere il Padre. Quindi, per deduzione, in base all’evidenza della vita di Gesù, il Padre deve essere pieno di compassione, misericordia, fermezza, perdono, pazienza, accettazione, verità e amore incondizionato. Questo è il tipo di Padre celeste che tutti vogliamo. Questo è il tipo di Padre celeste di cui tutti abbiamo bisogno.
Un genitore per chi ne è privo
Il piano di salvezza per l’umanità è stato stabilito molto prima della creazione degli esseri umani e si è realizzato quando Gesù è venuto sulla terra (cfr. 1 Pietro 1:19-20). Pertanto, il nostro Padre celeste esiste da molto prima che venissero creati i padri terreni. I nostri padri terreni, pur essendo importanti per la nostra vita, non durano per sempre. Dio, il nostro Padre celeste, sì. Dio è eterno. È lo stesso ieri, oggi e domani. È l’esempio di ciò che un genitore terreno potrebbe e dovrebbe essere. Su Dio come Padre si può fare affidamento. Sarà sempre lì per noi, quando avremo bisogno di lui (cfr. Isaia 41:10). Infatti, il nostro Padre celeste può essere un genitore per coloro che non ne hanno (cfr. Salmo 68:5).
Un amico per chi ne è privo
Fare amicizia richiede un lavoro da entrambe le parti. L’amicizia duratura è uno dei più grandi tesori della vita e il nostro Padre celeste è una persona che possiamo definire un vero amico. Per fortuna, Dio ci ha già teso la mano dell’amicizia. Si è messo in contatto con noi inviandoci suo Figlio e lo Spirito Santo. Siamo legati a Dio quando ci colleghiamo a qualsiasi persona della trinità. Il Padre Dio è il nostro Creatore (cfr. Genesi 1:1, Giovanni 1:3), ma è anche il nostro Redentore e Consolatore. Il nostro unico compito è accettare il dono che Dio ci ha offerto e diventare suoi discepoli e amici. Possiamo entrare in amicizia con il Padre nei seguenti modi:
- Pregando. Quando preghiamo Dio, lo invitiamo nella nostra vita. Egli diventa un’altra fonte di saggezza e di conforto a cui ricorrere. Attraverso la preghiera, mettiamo da parte tutte le altre preoccupazioni e riposiamo la nostra mente concentrandoci su di lui. Egli comprende le nostre paure e le nostre sfide e ci accetta. Quando preghiamo con gratitudine, miglioriamo le nostre prospettive e costruiamo la nostra resistenza.
- Leggendo la Scrittura. Attraverso la lettura della Bibbia, comprendiamo meglio chi è il Padre. I versetti sono numerosi, ma alcune caratteristiche che possiamo imparare sono:
Dio è fedele (cfr. 1 Corinzi 1:9).
Dio è giusto (cfr. Salmo 50:6).
Dio è il nostro rifugio (cfr. Salmo 18:30).
Dio è amore (cfr. Giovanni 4:7-9).
- Adorando. Possiamo adorare Dio in senso tradizionale, partecipando a un servizio di culto, cantando inni di lode o leggendo la Bibbia. Ma possiamo adorare Dio anche in altri modi.
- Aiutando gli altri. Quando offriamo il nostro tempo, aumentiamo la nostra consapevolezza in riferimento agli altri e ai loro bisogni, entrando in contatto con loro in modo significativo e dimostrando cosa significa far parte della famiglia di Dio.
Attraversare il dolore
La qualità del mio legame con Dio Padre era gravemente compromessa dalla mia esperienza di figlia di un padre terreno imperfetto. Abbracciando il legame tra Gesù Figlio e Dio Padre, ho iniziato a capire che Dio è qualcuno di cui posso fidarmi e in cui posso riporre la mia fede.
I nostri padri terreni non dovrebbero essere l’immagine su cui basare la nostra comprensione di Dio. Dovrebbe essere il contrario. Dio Padre è il genitore ultimo e può esserlo anche per chi non ha un padre.
La preghiera, lo studio della Parola, l’adorazione e il servizio mi hanno dato una comprensione più profonda e più ricca di sfumature della bellissima e sfaccettata natura di Dio. Come madre e nonna, ora conosco il dolore della separazione e il desiderio di connessione. Apprezzo più che mai l’amore disinteressato e incondizionato del Padre.
Di Adrielle Carrasco, responsabile dei ministeri della salute e referente dei ministeri femminili della Nuova Zelanda. Vive ad Auckland, in Nuova Zelanda.
Fonte: https://signsofthetimes.org.au/2024/03/my-heavenly-dad/
Traduzione: Tiziana Calà