Cosa fai quando le cose vanno male e tutto intorno a te sembra crollare? Tieni lo sguardo rivolto verso il futuro e cerchi di trovare una soluzione? O sprofondi in lamentele senza fine?
Tutti hanno momenti nella loro vita in cui niente va come previsto, con i problemi che li sommergono, quando tutto sembra un fallimento. La vita è fatta di alti e bassi. In momenti come questi, alcuni scelgono di guardare con fiducia al futuro, cercando di superare la crisi nella propria vita al meglio delle loro capacità, mentre altri scelgono di lamentarsi e compatirsi. Si lamentano di quello che hanno, di quello che non hanno, della loro vita difficile o monotona, dei loro problemi, dei loro coetanei o della loro famiglia. In poche parole, si lamentano di tutto.
Ebbene, lamentarsi e autocommiserarsi non ci serve a niente perché non rappresentano soluzioni produttive. Al contrario, queste due azioni fanno più male che bene.
Lamentarsi: cosa aggiunge alla tua vita?
L’autocommiserazione non risolve i tuoi problemi, né ti fa sentire meglio. Contribuisce solo ad aumentare il tuo livello di stress. Ti mantiene inattivo, ti fa perdere tempo che potresti usare per cose utili e piacevoli, aumenta le possibilità di sviluppare dipendenze ed è anche dannoso per chi ti circonda. A volte si rivela utile perché funziona come una liberazione emotiva che ti dà l’opportunità di riconoscere e correggere le cose di cui sei infelice. Tuttavia, se l’autocommiserazione diventa cronica, allora non è più costruttiva. Le lamentele costanti e l’autocommiserazione sono dannose per la nostra salute, perché il cervello rilascia ormoni dello stress che influenzano l’area responsabile della risoluzione dei problemi e delle altre funzioni cognitive.
Inoltre, la sola compagnia di persone che si lamentano continuamente è dannosa. Nel suo libro “Three Simple Steps: A Map to Success in Business and Life” (letteralmente, Tre semplici passi: una mappa per il successo nel lavoro e nella vita), l’autore Trevor Blake parla di ciò che gli scienziati hanno scoperto quando si tratta della connessione tra l’attività del cervello e certi stimoli. Blake dice che quando si è esposti a lungo ad atteggiamenti di autocommiserazione, è molto probabile che si finisca per adottarli a nostra volta.
Nessuna lamentela: è possibile?
Thierry Blancpain e Pieter Pelgrims hanno progettato un programma, chiamato Complaint Restraint, che sfida i partecipanti a un mese di astinenza dall’autocommiserazione, per incoraggiare atteggiamenti positivi. Circa 1.000 persone hanno risposto a questa sfida. Parlando dell’autocommiserazione, Blake dice che niente ci unisce più delle cose negative (quelle di cui non siamo soddisfatti), il che rende ancora più difficile rinunciare a lamentarsi. Anche l’altro estremo non è positivo: non esprimere le nostre emozioni. Secondo uno studio, questo atteggiamento accorcia la nostra vita di circa 2 anni. C’è però una via di mezzo che “permette” di lamentarsi, ma solo come stato di transizione.
Sei disposto a lamentarti meno? Ecco alcuni suggerimenti!
Cinque cose da fare per limitare le lamentele:
- Identifica il motivo per cui ti stai lamentando. Solo così troverai una soluzione e potrai porre rimedio alla situazione, per quanto possibile.
- Sii consapevole del tempo che passi a crogiolarti nell’autocommiserazione. Forse non ti rendi conto di quanto tempo passi a lamentarti e di quanto ne sei dipendente. Riconoscendo questo, sarai in grado di prendere le misure necessarie per evitare l’autocommiserazione.
- Allontanati dai “lamentoni cronici”. Queste persone sono dannose per la tua salute. Se puoi aiutare con qualcosa, anche solo con un atteggiamento positivo, fallo. In caso contrario, allontanarsi è l’opzione migliore.
- Trasforma le lamentele in soluzioni. Si tratta del “lamento costruttivo”. Joanna Wolfe, professoressa alla Carnegie-Mellon University, afferma: “Non ammirare il problema che hai. Fai qualcosa al riguardo!”.
- Usa la parola “ma”. Jon Gordon, autore del libro “The No Complaining Rule” (letteralmente, La regola di non lamentarsi), ci dà un consiglio: quando iniziate a lamentarvi, aggiungete un “ma” e dite qualcosa di positivo. “Non mi piace che ci voglia così tanto tempo per andare al lavoro, ma almeno ho un posto dove lavorare”.
Dopo la conclusione del programma Complaint Restraint, i partecipanti hanno mostrato più frequentemente atteggiamenti positivi rispetto a prima. Gli atteggiamenti positivi hanno avuto un impatto sia sulla loro salute emotiva che fisica e hanno anche migliorato la loro produttività sul posto di lavoro, così come la loro capacità di risolvere i problemi quotidiani.
Di Madalina Stoicescu
Fonte: https://st.network/analysis/top/complaining-too-much-heres-5-things-you-can-do-instead.html
Traduzione: Tiziana Calà