Di quanto tempo hai bisogno? Lasciami spiegare: se dovessi mettere su carta il tempo necessario per preparare e assaporare tre pasti al giorno, lavarti i denti, lavorare, studiare, fare il bagno, cambiare gli abiti, spostarti da un luogo all’altro, trascorrere del tempo con la famiglia e gli amici, bere acqua, guardare notizie alla TV, leggere un buon libro, fare sport, studiare la Bibbia e pregare, andare in bagno, praticare un hobby, controllare e rispondere a tutti messaggi ricevuti sul tuo telefono (ho detto tutto!), ed in più, dormire qualitativamente … sarebbero sufficienti ventiquattro ore?
A volte ci ritroviamo a mendicare del tempo.
Poi c’è Dio. Di quanto tempo può avere bisogno Dio? Non so se ti sei già fermato a pensarci, ma Dio ha molti nomi legati al tempo. Si definisce “Padre d’eternità” (Isaia 9: 6) e afferma di essere “primo e ultimo” (Apocalisse 22:13). Qualcuno che è lo stesso “ieri, oggi e sempre” (Eb 13:8), che si dichiara come “Colui che è, che era e che viene” (Apocalisse 1,8) e afferma “un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno “(2 Pietro 3: 8) non sembra preoccupato per gli effetti del tempo. La descrizione biblica della sovranità di Dio sul tempo ci fa fremere, come se i millenni lo osannassero e stendessero davanti a lui i mantelli degli anni per farlo sfilare trionfante per la via dei secoli. Differentemente da noi umani, il tempo si è sempre piegato davanti al Signore.
Amico mio, un consiglio: non cercare più di comprendere pienamente Dio. Alla fine, l’unico modo per capire Dio è essere Dio (!) ed un Dio che può essere compreso non è altro che un dio umano. Tutte le conclusioni che possiamo trarre sulla natura di Dio sono solo gocce nell’oceano della Sua natura. E questo vale anche per tutte le riflessioni che possiamo fare sul modo di agire di Dio e sulla sua relazione con il tempo. Quando ho aperto la mia Bibbia (il mio amico), ho incontrato un Dio così lontano e insondabile rispetto a ciò che sono, sia in termini di grandezza che di saggezza e di purezza, ma che nutre la voglia matta che io lo conosca.
In qualche modo sembra che Egli voglia che mi tuffi nell’infinito di chi è (diventa interessante).
La Bibbia è la Parola di Dio in lingua umana.
La prima prova che ho incontrato nella Bibbia su Dio, secondo la comprensione della mia
condizione limitata nel tempo, si trova già nelle prime pagine. Il primo elemento della
creazione della Terra ad essere considerata santa era precisamente (supposizione …) un intervallo di tempo,quando, dopo i sei giorni di formazione del pianeta, il Creatore stabilisce il settimo giorno come tempo dedicato al rapporto tra Dio e l’uomo (Genesi 2:3). Ha davvero organizzato tutto affinchè avessimo del tempo per parlare. Allora mi dico: parla dunque! Lui non cerca di essere solamente il mio Dio. Sembra che voglia essere anche mio!, Non me l’aspettavo. Analizzando la storia del sabato da questo punto di vista, questo Dio, che fino ad allora era irraggiungibile mi pareva improvvisamente più amichevole.
Trovo nella Bibbia molti altri passaggi in cui Dio si identifica con il mio ritmo di vita,
ma nessuno di loro è più grande dell’incarnazione di Gesù. In Giovanni 1:14 leggiamo
che “la parola fu fatta carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Sai, non è difficile
voler parlare di questo argomento e finire con la citazione di una poesia. È un fatto così incredibile, così elevato e così grandioso che non poteva essere descritto che attraverso una poesia. Dio sapeva che sarebbe stato estremamente difficile per noi capire quanto Lui ci ami, dal momento che “funzioniamo” ad una frequenza di tempo differente. Così ha deciso di diventare divinamente …umano. Decide di uscire dal backstage della storia e diventare uno di noi, qualcuno col nostro
ritmo temporale.
Un Dio che ha una data di compleanno.
Un Dio che è (inspiegabilmente) concepito per nove mesi e che cresce, impara e segue il ritmo di ogni essere umano.
Un Dio che passa attraverso la pubertà.
Un Dio che deve dormire otto ore al giorno.
Un Dio che muore a 33 anni.
Un Dio che parla la nostra lingua, che attraversa le stesse prove, al punto da poter dire per ogni situazione angosciosa che stiamo attraversando: “Sì, so cos’è”.
OK, è stato molto tempo fa. Sembrerebbe che voglia catturare la nostra attenzione, non è vero?
Sulla croce Gesù ha vinto la morte (l’ultimatum del tempo) e ha pagato una volta per tutte il nostro debito verso tempo. Vive oggi e continua ad essere “Dio con noi” (Isaia 9: 6). Questo nome è il dolce ricordo di un padre SEMPRE presente. E indovina ciò che ti offre oggi, il mendicante del tempo? La vita eterna. Qualunque lasso di tempo vissuto lontano dalle braccia di questo Gesù non è altro che un’illusione.
E dire che c’è ancora qualcuno che può commettere la follia di investire la sua vita lontano da questo Gesù!
E dire che questa persona potrebbe leggere questo testo in questo momento!
Stephan Max è un teologo, un giornalista praticante e un oratore orientato alla gioventù. Nonostante sia un mendicante di tempo, cerca di lavarsi i denti ogni giorno.
Tradotto da Eleonora Ricciardo