Una storia biblica che forse tante donne non apprezzano.
Merle Poirier – Mia figlia ha avuto una bambina circa un anno fa. Poche settimane dopo la sua nascita, ha iniziato a portarla in chiesa, nella classe dei più piccoli della Scuola del Sabato. La nostra denominazione ha un meraviglioso programma per i bambini da 0 a 24 mesi, completo di canti, figure in feltro, bandierine sventolanti e temi trimestrali nei quali i bebè vengono a contatto per la prima volta con Gesù. Colori vivaci decorano la stanza che è piena di genitori (e nonni).
Quando la bambina aveva circa tre mesi, mia figlia mi ha chiamato.
“Il programma è carino e la bimba lo adora!” ha esclamato “Ma mi sono resa conto che prima che lei nascesse ero spiritualmente nutrita perché riuscivo a studiare la Bibbia, frequentavo il gruppo della Scuola del Sabato degli adulti, dove discutevamo i temi biblici, e ascoltavo i sermoni. Riuscivo a leggere più libri di incoraggiamento cristiano. Tutto questo è svanito completamente! Il tempo che prima dedicavo alla Bibbia ora è occupato dalla cura della piccola; da quando è nata, non ho ascoltato un solo sermone per intero; e quello che succede nella Scuola del Sabato dei piccoli, anche se fa bene a lei, non è abbastanza per me”.
Non gliel’ho detto, ma l’ho pensato: “Benvenuta nella maternità”.
Mia figlia maggiore ha due maschi. Ha trascorso gli ultimi sei anni nelle stesse classi dedicate ai bambini, in chiesa il sabato. I genitori che hanno tre, quattro o più figli possono frequentare la Scuola del Sabato dei piccoli per oltre 10 anni. E lì la teologia per i bambini è ottima, ma spesso non va più in profondità di “Gesù mi ama” e della Creazione.
Sedersi contro fare
Vi è una storia nel Vangelo di Luca che non menziona i bambini o la Scuola del Sabato, ma arriva al cuore del dilemma unico di coloro che si prendono cura dei bambini. In Luca 10, Gesù, insieme ai suoi discepoli, arrivò a casa di Marta, Maria e Lazzaro. Era un luogo che il Maestro trovava accogliente, riposante e aperto ai suoi insegnamenti. Marta era in cucina a preparare il pranzo. Maria era seduta ai piedi di Gesù in ascolto, quando arriviamo a questo versetto: “Ma Marta, tutta presa dalle faccende domestiche, venne e disse: ‘Signore, non ti importa che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti’” (Lc 10:40).
Devo ancora trovare una donna alla quale piaccia questa storia. Tutte noi abbiamo vissuto momenti simili in cucina, in cui siamo impegnate nel preparare ogni cosa mentre gli altri guardano la partita, chiacchierano in salotto o giocano fuori. E tutte noi, una volta o l’altra, abbiamo sbattuto una padella, un’anta della credenza o qualche posata, nella speranza di mandare un messaggio. Questa storia non ci piace perché comprendiamo perfettamente la lamentela di Marta, e Gesù si schiera dalla parte di Maria. Ma è così?
La risposta di Gesù a Marta fu gentile nel tono. “Marta, Marta” esordì. Si noti che non le disse di smettere di preparare da mangiare. Marta era una brava padrona di casa. La sua dimora era accogliente ed è per questo che vi troviamo Gesù. Nel preparare il pasto per lui e per coloro che lo accompagnavano, Marta serviva, metteva in pratica il suo dono dell’ospitalità. È proprio ciò a cui tutti noi siamo chiamati: utilizzare i doni che ci sono stati elargiti. Ma attenzione, il servizio deve essere svolto per amore di Gesù. È a questo che si riferiva il Maestro. Non si trattava di ciò che Marta preparava, ma del suo atteggiamento nei confronti di Maria. Mentre lavorava, paragonava quello che lei faceva a ciò che qualcun altro non faceva, causando brontolii e, come noi, forse sbattendo qualche utensile nel frattempo.
Maria, invece, era seduta ai piedi di Gesù. Quando Gesù rispose a Marta, scelse una parola interessante. Disse a Marta che “Maria ha scelto la parte buona” (v. 42). La parola greca usata per “parte” è merida, e alcuni credono che sia stata usata qui in riferimento a un pasto [questo termine greco si può tradurre anche con “razione” o “porzione”, ndt].
Se intendiamo la frase in questo modo, allora Gesù non disse che Maria aveva scelto di meglio, ma che mentre Marta era impegnata a preparare, Maria “mangiava”, e ciò che mangiava non poteva essere portato via. Come accade anche oggi, i pasti che consumiamo finiscono presto (letteralmente), ma i nostri pasti spirituali rimangono con noi per sempre. In altre parole, mentre Marta preparava un banchetto, Maria già banchettava. Marta serviva Gesù ma Maria imparava da lui. Così come dobbiamo usare i nostri doni nel servizio, dobbiamo anche sederci ai piedi di Gesù.
Alla scoperta della nostra Maria interiore
Riuscite a percepire la tensione? È ciò che mia figlia sta scoprendo. Le donne, soprattutto le madri, sono consumate dal servizio. Crescere i figli nel Signore è il servizio più importante che si possa offrire e dobbiamo dare il massimo. In questo eccelliamo in Marta, ma abbiamo bisogno anche di Maria. Servire e imparare. Fare e sedersi. Gesù non ha scelto una sorella piuttosto che un’altra. Ha chiamato Marta a scoprire la sua Maria interiore. E possiamo presumere che Maria sia stata incoraggiata a praticare un po’ di Marta.
Non è facile. Ci vuole pratica e pazienza. Anche se nel testo può sembrare che Gesù stesse rimproverando Marta, lei lo ascoltò. Lo sappiamo perché quando incontriamo di nuovo Marta è in occasione della morte del fratello (cfr. Giovanni 11). Nell’apprendere dell’arrivo di Gesù, la donna lascia i suoi ospiti per andare da lui. Marta, la padrona di casa infastidita e preoccupata di sfamare i suoi ospiti nel primo racconto, lascia i suoi visitatori per cercare Gesù nel secondo. E mentre rimprovera Gesù per essersi tenuto lontano, afferma il suo potere di risurrezione, riconoscendolo come Figlio di Dio (v. 27). Marta aveva recepito il messaggio.
Quindi, con chi vi identificate di più, con Marta o con Maria? Esercitiamoci a trovare un equilibrio tra Marta e Maria, perché entrambe – chi serve e chi impara – sono ciò che Gesù vuole che siamo.
(Merle Poirier è direttrice operativa di Adventist Review. Insieme alla figlia Ellen scrive delle riflessioni per i genitori seguendo la Bibbia sul sito startingwithjesus.com/renew).
Fonte: HopeMedia Italia