MARINETTE E CHRISTIAN, DEI PANETTIERI CHE CHIUDONO IL SABATO, IL GIORNO PIU’ LUCRATIVO DELLA SETTIMANA

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Marinette e Christian Fayet, entrambi membri della chiesa di Gland, sono dei panettieri tutti i giorni della settimana, tranne il sabato. Una decisione che provoca diverse reazioni: lo stupore dei colleghi panettieri, l’incomprensione di molti clienti, il riposo della coppia..ma alla base c’è una convinzione molto forte.  

Christian

Marinette e io ci siamo conosciuto nella società della Croce Blu- associazione cristiana senza etichetta- poiché entrambi accompagnavamo i nostri genitori alle attività dedicate all’aiuto verso persone dipendenti dall’alcool. Marinette e la sua famiglia erano già avventisti. Io ero cristiano senza però avere una vera relazione con Dio. Incominciammo a frequentarci. Ci invitavamo a vicenda alle riunioni della gioventù, lei nella chiesa di Losanna e io alla Croce Blu. Ciascuno sperava che l’altro abbandonasse le sue attività per impegnarsi totalmente in quelle dell’altro. Vi lascio indovinare chi ha “vinto”. Il mio incontro e la mia amicizia con il pastore Gilbert Grezet (Pastore FSRT) e le conferenze sull’apocalisse del pastore Ulrich Frikart mi hanno fatto prendere la decisione di battezzarmi nella chiesa avventista, prima del mio matrimonio con Marinette nel 1988.

Ho scoperto quindi il sabato da adulto e all’inizio della mia vita lavorativa. Ero stato chiamato per un nuovo posto a Gland e osai chiedere il sabato libero. Il mio nuovo capo, che conosceva già gli Avventisti grazie alla clinica della Lignière, accettò la mia richiesta, compensando le assenze del sabato lavorando la domenica. Ci trasferimmo dunque nella nuova regione.

Questa bella esperienza professionale ha rafforzato il sogno che avevo fin da giovane di essere un panettiere indipendente. Ho voluto quindi lanciarmi e per fortuna mia moglie mi ha seguito in questo progetto nonostante all’inizio non avesse la fibra commerciante. Infatti, Marinette lavorava nel sociale, con delle persone non vedenti.

Marinette

All’inizio del progetto, non era facile lasciare tutto. Prima di lanciarsi, ne abbiamo fatto un soggetto di preghiera. Ci siamo detti che se porte si fossero aperte, saremmo andati avanti e se si fosse presentato un ostacolo, avremmo sempre potuto lasciar perdere e fare dell’altro. Abbiamo ricevuto l’aiuto del Mulino, un rappresentante che orienta i panettieri che vogliono intraprendere un’attività. Ci propose di farci carico di un’attività che si cedeva: un panettiere di una zona vicino a noi, a Prangins, voleva andare via. Decidemmo allora di riprendere quel laboratorio piccolino, tutto ammuffito, ma che funzionava molto bene. Questo fu nel 1992.

Il primo anno non fu facile per varie ragioni ma soprattutto perché chiudevamo il sabato. All’inizio per le persone del paese fu difficile seguirci. Ma dopo aver espresso le nostre convinzioni religiose, la maggior parte del paese ha capito e rispettato la nostra scelta. Solo qualche instancabile diceva delle cattiverie, ma non durò tanto. A ciò si aggiunse il problema con i servizi sanitari poiché le installazioni erano vecchie.

Oltre a non essere facili, questi primi anni furono un vero tirocinio sia professionale che spirituale. Imparammo a pregare a ogni tappa del percorso o prima di prendere una decisione importante. Ricordo il giorno in cui venne un rappresentante al negozio, due anni dopo l’apertura, per vendere una macchina per fare la pasta fresca (si parla delle fecole da far cuocere). Il suo discorso era così ben presentato che ne fummo sedotti e firmammo per avere una macchina che non c’entrava niente con la nostra attività. Quando andò via, ci rendemmo conto del nostro errore. Un po’ in panico, pregammo e chiedemmo l’aiuto di Dio per risolvere questa situazione. Poi cercammo delle leggi che ci facessero rompere il nostro impegno. Scoprimmo che avevamo 24 ore per ritrattare, cosa che facemmo immediatamente. Fu un’esperienza che ci fece aprire gli occhi sul fatto che non dovevamo mai dimenticare di pregare prima di prendere una decisione, e non dopo.

 

Dopo vari anni, tutto cominciò ad andare per il verso giusto. Avevamo una clientela fedele al nostro lavoro e che apprezzava l’accoglienza che offrivamo e che contava per il 70% per i nostri clienti.

Poi, attraversammo nuovamente una situazione nella quale non potevamo fare niente se non lasciare Dio agire per noi. Dieci anni dopo la nostra installazione a Prangins, il proprietario volle recuperare i suoi locali per farne la sua casa. Riuscimmo a prolungare per altri 2 anni, ma alla fine lasciammo il panificio e ci vedemmo costretti a cercare un altro posto per lavorare. Non avevamo più l’aiuto del Mulino, abbiamo dovuto cercare da soli. Ci capitò di vedere l’annuncio della città di Bursins (proprio vicino Prangins) che cercava dei panettieri per il suo nuovo locale. Facemmo la candidatura. Durante l’intervista, fermi nelle nostre convinzioni, sapendo che non sempre sarebbero state a nostro favore, eravamo stati chiari fin da subito. Abbiamo spiegato che non avremo lavorato il sabato, che il panificio sarebbe stato per non fumatori e che non avremo venduto né cibi con maiale né alcolici. Oggi, questo stile di vita è molto alla moda, ma 15 anni fa era inconcepibile. Ciononostante, Dio aprì le porte. Siamo stati selezionati tra gli 11 panifici che si erano candidati. Ciliegina sulla torta, lo stesso comune ci ha fatto il prestito finanziario per aiutarci con l’installazione. Ancora meglio, di fronte ai reclami degli abitanti riguardo la chiusura in sabato, il comune prese sempre le nostre difese.

Mentre gli altri commercianti si chiedevano se fossimo dei pazzi a chiudere nel giorno più redditizio (dopo la domenica), noi eravamo convinti che quello che stavamo facendo era la cosa giusta. La fedeltà alle nostre credenze ha senza dubbio portato delle sfide nelle nostre vite che non avremmo mai avuto se non fossimo stati avventisti. Ma queste sfide non ci hanno mai battuto. All’inizio, abbiamo perso tanti clienti a causa della chiusura in sabato. Ovviamente ciò non fa piacere. Ma oggi, guardanti indietro, 25 anni dopo la nostra prima impresa, abbiamo visto i frutti del nostro lavoro e della bontà di Dio nelle nostre vite.

Le critiche che abbiamo ricevuto all’inizio non esistono più. In cambio, abbiamo costruito delle relazioni di fiducia con la comunità di Bursins che oltrepassare ogni pregiudizio. Facendo parte della fanfara del comune, abbiamo conosciuto molti abitanti del paese e abbiamo creato dei legami di amicizia. Non siamo più i panettieri che chiudono il sabato, ma siamo Marinette e Christian.

Christian

Forse il nostro punto di forza è che non abbiamo mai nascosto ciò che siamo e il nostro stile di vita, perché siamo convinti di quello in cui crediamo. Capita che la fanfara si riunisce di sabato e noi diciamo chiaramente che non siamo disponibili il sabato perché andiamo in chiesa (tranne se si tratta di un’attività sociale, come per esempio con delle persone anziane). Nella fanfara, molti sono vignaioli ma noi diciamo che non beviamo alcolici. Oggi tutti lo sanno. È per questo che credo fermamente che la chiave è essere convinti  dei propri principi di fede. Per noi, il sabato è veramente un giorno benedetto perché tutta la settimana ci sono tanti problemi da risolvere al lavoro (un impiego ammalato, una macchina che si guasta, un cliente non soddisfatto, etc.). Il sabato è l’unico giorno in cui la nostra mente è completamente tranquilla. Non ci sono problemi della panetteria da gestire perché è chiusa. Se avessimo un solo dubbio riguardo il sabato, non riusciremmo mai a convincere i nostri interlocutori. È la stessa cosa per qualsiasi precetto di fede.

E anche se i nostri principi di fede ci portano delle sfide o dei fracassi, bisogna sempre avere fiducia. Se perdiamo qualcosa, Dio ce ne darà un’altra. Bisogna essere forti delle proprie convinzioni restando disposti a fare il necessario per arrivarci. Per esempio, essere disponibili altri giorni per compensare le assenze del sabato.

Mettendo insieme il lavoro e le proprie convinzioni religiose sotto il controllo di Dio, ci sarà sempre una strada aperta davanti a sé.

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