Uno degli studi più completi mai fatti sulla fede e sull’adolescenza rivela che i giovani che prendono sul serio la loro fede fanno scelte più sagge nella vita. Questo studio, chiamato “The National Study of Youth and Religion*” (letteralmente, Lo studio nazionale sui giovani e la religione) ha rivelato che gli adolescenti di fede hanno più probabilità di avere successo a scuola, di sentirsi bene con sé stessi, di stare lontani dal sesso, dalle droghe e dall’alcol e di prendersi cura dei poveri.
Lo studio conclude affermando che la fede attiva negli adolescenti ha aiutato a “favorire lo sviluppo di adolescenti sani e impegnati che vivono una vita costruttiva e promettente”. E, naturalmente, l’andare regolarmente in chiesa rappresenta uno dei modi più efficaci per crescere nella fede, sia da adolescenti che da adulti. Ci sono delle buone motivazioni per cui le persone vanno in chiesa, ve ne basta solo una!
Fornisce uno spazio per la meditazione e la riflessione
La maggior parte di noi ha una vita frenetica, caratterizzata da giornate riempite di cose da fare. L’adorazione rappresenta un sollievo e uno stacco da questo ritmo frenetico. Quando andiamo in chiesa, riceviamo in dono il tempo in cui possiamo stare tranquilli e riflettere su quello che è davvero importante.
Dà un matrimonio più felice
Utilizzando i dati della ricerca della rivista Redbook, i ricercatori Carol Tavris e Susan Sadd hanno scoperto che su 100.000 donne, quelle più religiose sono anche quelle che registrano una felicità più grande e si dicono soddisfatte del sesso coniugale, più delle donne moderatamente religiose o non religiose. Chiaramente, l’impegno religioso svolge un ruolo importante nel migliorare il matrimonio, invece che ostacolarne la crescita.
Porta una guarigione olistica
Alcuni saranno sorpresi di sapere che Chung-Chou Chu e i colleghi dell’Istituto Psichiatrico della città di Omaha, nel Nebraska, hanno riscontrato una minore percentuale di riospedalizzazione tra gli schizofrenici che hanno frequentato la chiesa o che hanno ricevuto un’assistenza da parte di casalinghe di fede o ministri di culto. L’adorazione fa bene alla nostra salute mentale!
Steven Stack, un ricercatore dell’Università Statale di Wayne, ha condotto degli studi approfonditi sulla relazione tra la salute mentale e la religione. La sua ricerca mostra che le persone che non vanno in chiesa hanno quattro volte più probabilità di uccidersi rispetto ai membri di una chiesa; ha anche affermato che l’andare in chiesa ha predetto i tassi di suicidio con maggiore efficacia rispetto a qualsiasi altro fattore, compresa la disoccupazione.
Lo psichiatra David B. Larson ha studiato il rapporto tra l’impegno religioso e l’abuso di alcol. “Ho scoperto che coloro che abusano di alcol hanno raramente un grande impegno all’interno della chiesa. Infatti, quando con i miei colleghi ho intervistato un gruppo di alcolisti, ho scoperto che quasi il 90% aveva perso ogni interesse per la religione durante la loro adolescenza”.
Fornisce una guida a livello finanziario
Il salmista solleva questa importante questione: “Che potrò ricambiare al Signore per tutti i benefici che mi ha fatti?” (Salmo 116:12). In chiesa ci viene ricordata la grande bontà di Dio, a cui dovremmo rispondere con gioia, condividendo i nostri beni materiali con gli altri.
Gran parte dei problemi di questo mondo ruota intorno al denaro. Ecco perché Paolo, scrivendo a Timoteo, che collaborava con lui nel ministero, gli ha consigliato: “[ordina agli altri cristiani] di far del bene, d’arricchirsi di opere buone, di essere generosi nel donare, pronti a dare” (1 Timoteo 6:18).
Durante l’adorazione, ci viene spesso ricordato che tutto quello che abbiamo viene dal Signore. E ogni settimana, abbiamo la possibilità di contribuire in modo che i nostri soldi possano essere utilizzati per aiutare gli altri.
Incoraggia l’apprezzamento musicale
Attraverso inni, canti e brani musicali, siamo informati, ispirati e toccati dalla bellezza della musica e dalle parole scelte.
Una giovane donna continuò a frequentare la chiesa anche se la sua vita e il suo posto di lavoro erano diventati un campo di battaglia. Profondamente scoraggiata, accarezzando anche l’idea del suicidio, si trovava in chiesa quando la comunità cantò l’inno di Joseph Scriven, “Quale amico in Cristo abbiamo”. Le parole familiari assunsero un nuovo significato mentre cantava. “Mi sono sentita subito incredibilmente fiduciosa, una sensazione che non provavo da mesi. Mentre cantavo e ascoltavo quell’inno, ho capito che avevo cercato di combattere le mie battaglie da sola. Non avevo portato tutto in preghiera a Dio”.
Insegna le verità bibliche
Apparentemente, anche le comunità cristiane del Nuovo Testamento avevano membri che non frequentavano regolarmente la chiesa perché, nel libro di Ebrei, leggiamo questo comandamento: “Non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno” (Ebrei 10:25).
Genera uguaglianza
Le distinzioni, a cui talvolta viene data troppa importanza nel mondo, non trovano spazio in chiesa. La Bibbia è molto chiara quando dice che, agli occhi di Dio, siamo stati tutti creati a Sua immagine. Siamo i Suoi figli prediletti, indipendentemente dalla nostra condizione o dalla nostra nascita. “Perché tu sei prezioso ai miei occhi, sei stimato e io ti amo” (Isaia 43:4); queste sono le parole trasmesse dal Signore al profeta.
Anche i compositori hanno colto questo tema, riportato in molti inni. Per esempio, Cecil F. Alexander, ha scritto che “Tutte le cose belle e splendenti, tutte le cose grandi e piccole, tutte le cose sagge e meravigliose, il Signore le ha create tutte”.
Fornisce delle opportunità per servire e per essere serviti
Quando Paolo è stato imprigionato, ha scritto con gioia ai suoi sostenitori, dichiarando: “Ora ho ricevuto ogni cosa e sono nell’abbondanza. Sono ricolmo di beni, avendo ricevuto da Epafròdito quello che mi avete mandato” (Filippesi 4:18). È all’interno della chiesa che ci vengono regolarmente ricordati i bisogni, locali e mondiali, a cui siamo stimolati a rispondere. Ci viene data l’opportunità di fare qualcosa per gli altri senza ottenere una ricompensa personale, se non la soddisfazione di sapere che abbiamo fatto una buona azione.
Tutti, prima o poi, viviamo prove, problemi e difficoltà. In questi momenti di difficoltà, la chiesa diventa una grande famiglia, una famiglia allargata, che ci accompagna con la preghiera, con parole di conforto e di incoraggiamento.
Costruisce amicizie
La chiesa è un luogo di adorazione e di comunione. Alcune persone entrano, restano per il culto, e poi escono subito. Ma per chi le ricerca, ci sono tante opportunità di stringere delle amicizie. E queste amicizie di solito si approfondiscono in fretta, restando salde per tutta la vita perché basate su valori e prospettive condivise, così come su una fede comune.
Ti cambia in meglio
“Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra” (Colossesi 3:2); questo è il suggerimento che ci dà la Bibbia. Attraverso l’adorazione, ci vengono dati consigli su come vivere e su come migliorare il nostro stile di vita. Siamo incoraggiati a vedere la nostra vita non soltanto in termini di “oggi” e “domani”, ma anche in base a come verrà giudicata alla fine.
La chiesa è uno di quei pochi posti in cui usciamo meglio di come siamo entrati. Durante il sermone, leggendo la Scrittura, con gli inni e le preghiere, siamo incoraggiati ad apportare i giusti cambiamenti nei nostri atteggiamenti e comportamenti.
Quindi, se non sei mai andato in chiesa o sei hai smesso di andarci, prendi in considerazione queste motivazioni come punto di partenza per avere una vita nuova, piena e appagante.
*Guarda www.youthandreligion.org
PUBBLICATO NELLA RIVISTA SIGNS OF THE TIMES.
Di Victor Parachin
Fonte: https://www.hopechannel.com/au/read/why-church
Tradotto da Tiziana Calà