La Divisione Intereuropea adotta un nuovo piano strategico

Di Magazine Avventista

Plovdiv, Bulgaria, 6 novembre 2025 – Gli amministratori, i responsabili e i membri laici delle chiese della Divisione Intereuropea (EUD) si sono riuniti a Plovdiv, in Bulgaria, dal 30 ottobre al 3 novembre per il Consiglio Annuale di Divisione, il primo grande incontro dopo la Sessione della Conferenza Generale che si è tenuta all’inizio dell’anno a St. Louis, nel Missouri.

Questo incontro significativo ha riunito rappresentanti delle sei Unioni di Federazioni e delle cinque Unioni di chiese che compongono il territorio dell’EUD, che abbraccia 20 paesi, dal Portogallo alla Romania e dalla Germania a Malta. I delegati si sono incontrati con un obiettivo comune: elaborare un piano strategico globale che potesse guidare la missione della Divisione in un contesto europeo sempre più secolarizzato.


Un appello al ministero personale

Il presidente della Divisione, Barna Magyarosi, ha aperto il consiglio con un potente messaggio devozionale intitolato “La città, Dio e tu”, tratto da Geremia 29:1-14. Questo messaggio ha posto il quadro teologico delle discussioni del fine settimana, invitando i partecipanti a riconsiderare la loro relazione con le società post-cristiane che servono.

Nel suo discorso introduttivo, Magyarosi ha analizzato la scomoda realtà secondo cui i cristiani dell’Europa contemporanea vivono come “esiliati” – non deportati in un altro paese, ma abitanti di società le cui strutture fondamentali si sono allontanate dalle radici cristiane. Ispirandosi al consiglio di Geremia agli esiliati ebrei di Babilonia, ha presentato il comando controintuitivo di Dio: “Cercate la pace e il benessere della città… Pregate il Signore per essa, perché dal suo benessere dipende il vostro” (Geremia 29:7).

Il messaggio respinge due risposte comuni ma inadeguate all’esilio culturale: l’assimilazione, in cui i credenti compromettono la loro identità per avanzare personalmente, e l’isolamento, in cui si ritirano in enclave religiose. Al contrario, Magyarosi invita a una terza via – integrazione e servizio – che renderebbe i cristiani “i cittadini più esemplari della città terrena”.

Riferendosi ai resoconti storici del sociologo Rodney Stark, il presidente ha mostrato come i primi cristiani trasformarono l’Impero Romano non attraverso il potere politico, ma tramite un servizio sacrificale durante pestilenze e crisi. “Il cristianesimo non catturò l’immaginazione delle città cercando di controllarle”, ha sottolineato Magyarosi. “Acquisirono potere e influenza grazie a un servizio umile”.

Il culmine teologico del messaggio richiama l’esilio di Cristo fuori dalle porte di Gerusalemme (Ebrei 13:12-14), affermando che i credenti entrano nella città di Dio attraverso il sacrificio di Gesù, che permette loro di servire come “sale e luce” nelle città terrene, non perché abbiano bisogno di qualcosa, ma perché hanno qualcosa da dare.


Fondamenti amministrativi e finanziari

Dopo il messaggio di apertura, il Consiglio ha affrontato questioni amministrative e finanziarie essenziali per il funzionamento della Divisione. I delegati hanno esaminato e votato i bilanci, le politiche e le strutture organizzative che sosterranno le iniziative strategiche future.

«Io andrò – Cercherò il tuo benessere»: un quadro per una missione contestualizzata

Il momento centrale del Consiglio Annuale è stata l’elaborazione e l’approvazione di un nuovo piano strategico intitolato «Io andrò – cercherò il tuo benessere», che richiama esplicitamente Geremia 29:7 e il Salmo 122:9. Questo piano è il risultato di un’ampia consultazione con rappresentanti sul campo e responsabili dei ministeri, riflettendo un vero contributo di base da tutto il territorio diversificato della Divisione.

Il quadro strategico si basa su una visione chiara: “Un movimento guidato dallo Spirito in cui ogni credente vive in comunione con Dio, in unità con gli altri, riflette il carattere di Cristo e partecipa attivamente alla missione della Chiesa Avventista del Settimo Giorno”. Questa visione è sostenuta da un impegno a “dare a individui e comunità gli strumenti per approfondire la loro relazione con Dio, abbracciare la loro identità in Cristo, favorire un’autentica unità e impegnarsi in una missione trasformativa a livello locale e globale”.

Nove valori fondamentali sostengono il piano, tra cui: autorità biblica, cristocentrismo, potenza dello Spirito, dignità umana, integrità e responsabilità, cura della creazione, riconoscimento del corpo di Cristo, gestione cristiana della vita e leadership, e servizio collaborativo.

Barna Magyarosi, presidente della Divisione Inter-Europea


Quattro aree di azione strategica

Seguendo il modello della Conferenza Generale, il piano organizza la missione della Divisione attorno a quattro ambiti di azione, ciascuno rispondente a bisogni specifici individuati nel territorio:

  • La comunione con Dio: si concentra sul rinnovamento dei ritmi spirituali quotidiani, sul culto come incontro trasformativo, sulla costruzione di percorsi per una comprensione biblica più profonda e sulla moltiplicazione di mentori che radichino queste pratiche nella vita quotidiana.
  • L’identità in Cristo: mira a radicare la comunità nella storia di Cristo, formare abitudini che allineano la condotta quotidiana con questa identità e formare membri capaci di articolare la loro fede negli spazi pubblici e privati.
  • L’unità mediante lo Spirito Santo: riconosce che lo Spirito forma un solo corpo da molti membri, distribuendo doni affinché tutti possano contribuire. Il piano mira a normalizzare l’ascolto e il discernimento condiviso, insegnare la riconciliazione e posizionare le chiese locali come costruttrici di ponti.
  • La missione per tutti: afferma che ogni membro è un testimone nel tessuto della vita quotidiana. La Divisione si impegna a promuovere una cultura in cui la missione sia uno stile di vita, equipaggiare i membri per rispondere ai loro contesti, coordinare i ministeri attorno a risultati comuni e chiarire i percorsi di discepolato.

Rispondere alla chiamata alla contestualizzazione

Il piano strategico rappresenta la risposta diretta della Divisione all’urgenza di contestualizzazione e innovazione nella missione in Europa. La Divisione Intereuropea, con sede a Berna, in Svizzera, fornisce ispirazione e risorse ai suoi territori membri in 20 paesi e 18 lingue, servendo culture diverse dall’Atlantico al Mar Nero.

Il paesaggio post-cristiano europeo presenta sfide uniche che non possono essere affrontate con approcci generici. L’accento posto dal piano sull’impianto di chiese in base al contesto, su metodi innovativi adatti alle società contemporanee e su un dialogo intenzionale con le autorità civili e religiose riflette una saggezza maturata nel tempo sulle esigenze della missione in questo contesto particolare.

Il piano incoraggia in particolare “la partecipazione e il servizio nella società”, inclusa l’espansione delle istituzioni educative, dei centri sanitari e di benessere, e delle iniziative ADRA e AIDLR a livello locale. Questa espressione pratica della ricerca della pace nella città mostra come la teologia dell’apertura si traduca in azione concreta.


Guardare al futuro

Al termine del Consiglio Annuale, i delegati sono ripartiti con molto più che bilanci e documenti approvati. Hanno portato con sé una visione teologica rinnovata di ciò che significa essere il popolo di Dio in esilio – né ritirarsi dalla società, né esserne assorbiti, ma cercare attivamente il benessere delle città in cui Dio li ha posti.

Il titolo del piano strategico, «Io andrò, cercherò il tuo benessere», esprime sia lo slancio missionario sia l’attitudine di servizio che hanno caratterizzato le discussioni del consiglio. Articolando il suo lavoro attorno a comunione, identità, unità e missione, la Divisione Intereuropea ha tracciato un percorso che onora le fondamenta bibliche pur tenendo conto delle realtà contemporanee.

L’incontro di Plovdiv segna un momento cruciale per la missione avventista in Europa. Se questo piano strategico riuscirà a rivitalizzare le chiese nel vasto territorio della Divisione rimane una speranza e un impegno. Ciò che è certo è che responsabili e membri hanno lasciato la città bulgara con una comprensione più chiara della loro vocazione: essere cittadini esemplari delle città di questa terra pur rimanendo cittadini fedeli della città futura, servendo non perché abbiano bisogno di qualcosa dalla società, ma perché hanno qualcosa di inestimabile da offrire.


Foto: Paulo Macedo, EUDNews.

Fonte : BIA Adventist

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