La Bibbia si trova al sesto posto della classifica dell’American Library Association che si occupa di recensire le opere che hanno attirato il più alto numero di reclami ufficiali. Subito dopo il romanzo erotico “50 sfumature di Grigio” della britannica E.L. James.
Cosa ha in comune la Bibbia con “50 sfumature di grigio” o con uno dei best-seller per adolescenti di John Green? Per la prima volta in quasi un decennio, la Bibbia è entrata nella lista dei dieci libri più frequentemente contestati dell’American Library Association (ALA). La classifica del 2015 è stata pubblicata lo scorso lunedì 11 aprile nel quadro del rapporto dell’ALA. Ciò include i reclami ufficiali scritti dal pubblico per il loro contenuto o la loro pertinenza. La Bibbia, che è arrivata sesta nella classifica, è stata contestata per il suo “punto di vista religioso”, ha dichiarato l’ALA.
Secondo James LaRue, il direttore capo dell’associazione per la libertà intellettuale, le Scritture Cristiane sono regolarmente il soggetto delle contestazioni trasmesse dalle biblioteche pubbliche e dalle scuole. Ci sono voluti sette anni affinché la Bibbia per riportare il numero sufficiente di reclami e raggiungere quindi la top ten, spiega James LaRue. “Le persone che contestano la Bibbia sono in disaccordo con la concezione cristiana opposta ai LGTB (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) o all’Islam”, dice. Ma c’è “certamente” un numero crescente di reclami riguardanti i soggetti dei libri per i loro “punti di vista religiosi”, secondo il direttore.
I seguenti libri vengono contestati per la stessa ragione: “I am Jazz”, scritto da Jessica Herthel e Jazz Jennings, è un libro di immagini di un bambino basato sull’esperienza di Jazz Jennings; “Beyond Magenta : Transgender Teens Speak Out” di Susan Kuklin, racconta la vita di adolescenti transgender o epiceni attraverso la loro conoscenza personale dell’identità di genere; “The Curions Incident of the Dog in the Night-Time” di Mark Haddon, si tratta di una storia di omicidi che ha attirato delle lamentele per “blasfemia e ateismo”; e “Nasreen’s Secret School : A True Story from Afghanistan” di Jeanette Winter, che racconta la storia di una bambina che frequenta la scuola afghana sotto l’influenza dei talebani.
Aumento dei reclami relazionati alla religione
Queste opere costituiscono la metà della lista, mentre tra il 2000 e il 2009 solo 291 dei 5099 reclami riguardavano delle obiezioni religiose. In quel periodo, era più comune che i libri venissero contestati per il loro carattere sessualmente esplicito, il loro linguaggio volgare o l’inadeguatezza del gruppo d’età a cui ci si rivolgeva. Inoltre, 361 reclami sono stati fatti a proposito dell’ “omosessualità”, e 274 a proposito del “soprannaturale” o dei “temi satanici”. Gli altri 119 reclami rivendicavano che i libri fossero “anti-famiglia”.
“Penso che lista dei top10 è un indice di reclami, e che mostra quali sono le cose che temiamo nella nostra cultura”, constata James LaRue. Nota anche che la “credenza erronea e persistente sulla separazione tra Stato e Chiesa che implica che una Bibbia- o qualsiasi Scrittura religiosa- non abbia spazio in una biblioteca pubblica o scolastica è semplicemente falsa”. “Penso che sia importante che le persona capiscano che il lavoro della biblioteca è di fornire delle informazioni e permettere l’accesso a punti di vista diversi. Stiamo aprendo le nostre porte e stiamo invitando le persone a soddisfare la loro curiosità”, dice.
Il libro “Looking for Alaska” di John Green è in testa alla classifica del 2015 per delle ragioni abituali: il carattere sessualmente esplicito e il linguaggio volgare, ambedue considerati impropri per il pubblico a cui si rivolge. Gli altri sulla lista sono “Fun Home” di Alison Bechdel, “Habibi” di Craig Thompson e “Two Boys Kissing” di David Levithan. “Incoraggiamo fortemente tutti a guardare questi libri”, ha dichiarato James LaRue. “Leggeteli, riflettetevi e parlatene perché è un’occasione per tenere una conversazione riguardo la nostra cultura”.