La comunità ha riaperto le porte dopo anni di chiusura forzata a causa della guerra
Notizie Avventiste – È trascorso ormai un mese da quando la comunità avventista del 7° giorno ha inaugurato la sua prima chiesa a Erbil, capitale della regione irachena del Kurdistan. Durante il primo servizio religioso nel nuovo edificio di culto, i membri della chiesa hanno riflettuto sugli anni passati, le sfide affrontate e le benedizioni ricevute.
Alla cerimonia ufficiale erano presenti le autorità locali e i dirigenti della denominazione in Medio Oriente. Gilberto Araujo, responsabile delle chiese avventiste nella regione del Mediterraneo orientale, vale a dire in Iraq, Libano, Giordania e Siria, ha espresso gratitudine per il sostegno ricevuto dalla chiesa in Medio Oriente. “Desideriamo esprimere apprezzamento alle autorità locali del Kurdistan per averci permesso di adorare liberamente e pacificamente” ha affermato Araujo “E allo stesso tempo ringraziamo l’Unione avventista di Medio Oriente e Africa del nord (Mena) per il suo aiuto finanziario e la sua leadership”.
Le autorità locali si sono congratulate con la comunità avventista per la nuova chiesa. “Decine di chiese sono state aperte in Kurdistan, e ciò mostra la coesistenza di diverse nazioni e religioni nella regione”, ha affermato Pshtiwan Sadiq, ministro degli affari religiosi.
I dirigenti avventisti hanno incoraggiato i membri a condividere la speranza e l’amore di Dio con la comunità, nonostante le sofferenze che hanno subito. “Questa inaugurazione ci fa capire che c’è un futuro per il vangelo nel Paese”, ha detto Tibor Szilvasi, segretario esecutivo di Mena.
È stata una giornata memorabile per i membri della chiesa avventista in Iraq, la cui presenza era stata molto più numerosa in passato, fino a quando i conflitti armati nella regione l’hanno indebolita.
Gli avventisti arrivarono in Iraq nel 1923, precisamente a Mosul, a 400 km a nord di Baghdad. Più tardi, costruirono scuole e un ospedale nella città. Nel 1958, fu aperta a Baghdad, capitale dell’Iraq, la prima chiesa avventista del Paese. Negli anni la denominazione crebbe fino ad avere quattro chiese a Mosul, Baghdad, Kirkuk e Bassora, con un totale di quasi 200 persone.
Negli anni ’70, sebbene il governo avesse nazionalizzato le istituzioni della chiesa (le scuole e un ospedale), gli avventisti iracheni avevano ancora la libertà di adorare, e le chiese furono tenute aperte.
Tuttavia, le guerre nel Paese, con l’Iran dal 1980 al 1988 e con gli Stati Uniti nel 2003, hanno causato instabilità, e molti avventisti hanno abbandonato il Paese. Le chiese avventiste del Paese iniziarono a chiudere una per una, fino all’ultima a Baghdad e non rimase nessun membro.
Nel 2011, gli avventisti locali e quelli rientrati da Baghdad, Nicaragua e Brasile hanno iniziato a radunarsi ad Erbil. Il gruppo è cresciuto di numero in particolare quando l’Agenzia umanitaria avventista, Adra, è arrivata nella regione per lavorare a favore dei i rifugiati e dei profughi.
Nel 2015, la chiesa ha dovuto affrontare una nuova crisi in seguito alle operazioni militari contro lo Stato islamico (Isis) nella città di Mosul, 81 km a ovest di Erbil. Tuttavia, la crisi non ha impedito ai membri della chiesa di riunirsi insieme per il culto del sabato.
Ora, il nuovo edificio può accogliere più persone di prima e la chiesa ha in cantiere vari progetti di servizio alla collettività.
“Come avventisti siamo chiamati a portare speranza al mondo” ha affermato Rick McEdward, presidente di Mena “Dopo anni di crisi è un grande momento per vedere una nuova chiesa aperta per servire la comunità. Siamo grati a Dio per la libertà di aprire un luogo di preghiera e di servizio al fine di portare l’amore di Dio al mondo”.
(Foto credit: Middle East and North African Union) VIA news.avventisti.it/