Amo l’acqua. Non posso dirlo con sufficiente enfasi. Semplicemente amo l’acqua! L’ho sempre amata in tutte le sue forme. L’acqua è il mio elemento. Fino all’età di 22 anni ho vissuto a Varsavia, la capitale della Polonia.
Varsavia non ha sbocchi sul mare, situata al centro della Polonia. Così, le mie vacanze estive preferite erano sempre sulle rive del Mar Baltico, a circa 600 km a nord di Varsavia. La Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno in Polonia possiede un terreno per i campeggi che si trova a pochi passi dal Mar Baltico. Per mia fortuna, mio padre era il direttore della gioventù dell’Unione polacca, il che significava che era spesso responsabile dei campi giovanili annuali che si tenevano lì. Così, fin dalla più giovane infanzia, indipendentemente dalla fascia di età dei giovani che vi partecipavano, avevo il permesso di andarci.
Arrivare al Mar Baltico era un rituale in sé. Saltavamo su un treno sovraffollato e viaggiavamo verso nord per tutta la notte. A volte, a causa dell’affollamento, stavamo in piedi nel corridoio della carrozza. Arrivati a destinazione, camminavamo per diversi chilometri fino al campeggio e poi trascorrevamo gloriosi giorni d’estate sulla spiaggia, a sguazzare nel mare.
Durante le giornate estive a Varsavia, passavo interminabili ore nella piscina pubblica. Più tardi, sono diventato un bagnino e lavoravo diverse ore alla settimana in piscina, il che significava che potevo nuotare gratis. Purtroppo, durante i lunghi inverni polacchi, la mia storia d’amore con l’acqua si riduceva a qualche ora nella vasca da bagno.
Da giovane, sono emigrato in Australia con lo scopo di studiare teologia all’Avondale College. L’Australia era molto più attraente per me rispetto al Newbold College, Regno Unito, per una singola ragione: avevo sentito dire che mentre l’Australia consisteva principalmente di deserti, la maggior parte della sua popolazione viveva a meno di un’ora di macchina dall’oceano. Così, sono arrivato in Australia nel 1986 e mi sono subito innamorato delle magnifiche spiagge australiane. Durante le giornate estive, se non impacchettavo i biscotti Weet-Bix al Sanitarium, passavo il mio tempo a nuotare nell’oceano, spesso per molte ore al giorno. Ancora oggi amo l’oceano, anche se mantengo un sano rispetto per esso.
Più tardi, quando studiavo alla Andrews University, ho scoperto che l’acqua è molto più di quello che avevo pensato inizialmente. Tutti sanno che l’acqua è la molecola più abbondante presente sulla terra. È anche la più strana. Questa sostanza onnipresente e apparentemente noiosa resta sconcertante per gli scienziati, perché sfida le regole della fisica e della chimica. Per esempio: l’acqua è l’unica sostanza sulla terra che esiste naturalmente in tre stati diversi: solido, liquido e gassoso.
Una delle caratteristiche più strane dell’acqua si manifesta ogni volta che fai cadere un cubetto di ghiaccio in una bevanda. Pensaci un attimo: è un solido che galleggia nel suo stesso liquido. Se i cubetti di ghiaccio affondassero invece di galleggiare, non la considereremmo un’anomalia; semplicemente mescoleremmo le nostre bevande per mantenere la parte superiore fresca. Tuttavia, senza questa proprietà dell’acqua, non ci sarebbero bevande da mescolare e nessuno che lo faccia, perché non ci sarebbe vita sulla terra: infatti, se l’acqua gelasse dal basso verso l’alto, ucciderebbe gli ecosistemi che vivono nei laghi e negli oceani.
La caratteristica più importante dell’acqua è il suo essere necessario per la sopravvivenza di tutti gli organismi viventi: il 71% della superficie terrestre è coperta d’acqua, il 70% del corpo di un adulto è costituito da acqua e l’85% del cervello di un adulto è acqua. Niente acqua = niente vita. L’acqua è stata specificamente progettata da Dio per sostenere la vita.
Quindi, non è sorprendente che l’acqua si trovi ovunque nella Scrittura, dall’inizio alla fine. In Genesi 1:2 ci viene detto che “lo Spirito di Dio aleggiava sulla superficie delle acque” e l’acqua era abbondante nel giardino dell’Eden. Alla fine della storia di questa terra, l’acqua appare di nuovo. In Apocalisse 22:1, Giovanni ci dice: “Poi [l’angelo] mi mostrò il fiume dell’acqua della vita, limpido come cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello”. E poco dopo, nel versetto 17, troviamo queste parole: “Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita”. Nota: il dono è gratuito, tenete a mente questo pensiero, perché ci ritorneremo.
Complessivamente, l’acqua viene menzionata nella Scrittura 722 volte, davvero tante volte.
C’è un libro nella Bibbia, il Vangelo di Giovanni, che “trabocca” totalmente di acqua. In questo Vangelo, l’acqua è ovunque, dall’inizio alla fine: Gesù viene battezzato nell’acqua; trasforma l’acqua in vino; chiede dell’acqua alla Samaritana e le parla dell’acqua della vita: “Chi beve dell’acqua che io gli darò”, dice, “non avrà mai più sete”; guarisce accanto all’acqua; guarisce con l’acqua (al cieco viene detto di lavarsi gli occhi nell’acqua); cammina sulle acque; si muove in una barca sull’acqua; lava i piedi dei suoi discepoli nell’acqua; quando i soldati conficcano una lancia nel fianco di Gesù, esce acqua e sangue; e poco prima della sua ascensione, dice ai discepoli di gettare le reti in acqua, dove ci sono i pesci, nell’acqua.
Tuttavia, è nel capitolo 7 che Gesù fa le sue dichiarazioni più significative sull’acqua. Nei versetti 37 e 38 dice: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva” e “Chi crede in me, come ha detto la Scrittura, fiumi d’acqua viva sgorgheranno dal suo seno”.
Gesù pronuncia queste parole in un momento molto importante per il popolo ebraico, durante la festa dei tabernacoli (Sukkoth). Tra le altre cose, questa festa era una grande celebrazione dell’acqua. Lo scopo della festa era il ringraziamento e il ricordo. Il popolo ebraico era invitato a ringraziare Dio per la sua protezione e cura durante il viaggio fuori dall’Egitto e per l’acqua che aveva fornito loro. Era un ringraziamento per il dono della vita.
L’ultimo giorno della festa potrebbe essere considerato una cerimonia di libagione dell’acqua. I sacerdoti scendevano alla piscina di Siloam con una grande cerimonia, accompagnati da musica, danze e dal suono degli shofar. I sacerdoti versavano poi l’acqua in vasi d’oro e, con la stessa fanfara, tornavano al tempio. L’acqua veniva poi versata in una delle due ciotole d’argento. L’altra conteneva il vino (ricordi l’acqua e il sangue che uscivano dal fianco di Gesù dopo la sua morte?). Alla fine della cerimonia, l’acqua e il vino venivano versati a terra in segno di gratitudine a Dio, per la sua protezione e per il dono dell’acqua. Fu durante questo momento di celebrazione e ringraziamento che Gesù scelse di dire queste parole: “Se qualcuno ha sete, venga a me e beva”.
I suoi ascoltatori erano invitati a distogliere la loro attenzione dalla festa, da Sukkoth, e a rivolgersi a Colui che donava gratuitamente l’acqua della vita. Sappiamo, naturalmente, che in tutta la Scrittura, l’acqua è un simbolo dello Spirito Santo. In Giovanni 7:39, Gesù stesso ce lo dice: “Disse questo [i fiumi d’acqua viva] dello Spirito, che dovevano ricevere quelli che avevano creduto in lui; lo Spirito, infatti, non era ancora stato dato, perché Gesù non era ancora glorificato”.
Il Vangelo di Giovanni ha profonde radici testuali nel libro di Ezechiele. Se leggi entrambi i libri con attenzione, non ti rimarrà alcun dubbio che Giovanni deve essere stato un attento studente di Ezechiele. Ci sono così tanti parallelismi. Qui riportiamo un solo esempio. In Giovanni 3:5, Gesù afferma: “Se uno non è nato d’acqua e di Spirito, non può entrare nel regno di Dio”. Questo passaggio è un doppio riferimento allo Spirito Santo e un chiaro rimando alla magnifica promessa che si trova in Ezechiele 36:25-27: “Vi aspergerò d’acqua pura e sarete puri; io vi purificherò di tutte le vostre impurità e di tutti i vostri idoli. Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo; toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra, e vi darò un cuore di carne. Metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni”.
Vorrei che ti soffermassi a riflettere a queste parole per un istante. Chi sta facendo tutto il lavoro? “[Io] vi aspergerò d’acqua”; “Io vi purificherò di tutte le vostre impurità”; “[io] vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo”; “[io] toglierò dal vostro corpo il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”; “[io] metterò dentro di voi il mio Spirito e farò in modo che camminerete secondo le mie leggi, e osserverete e metterete in pratica le mie prescrizioni”.
Come i farisei, e come Nicodemo, sono cresciuto in un ambiente piuttosto orientato all’ubbidienza. Il messaggio più comune che sentivo in chiesa era che, se volevo ottenere il favore di Dio, dovevo essere ubbidiente. Dovevo essere battezzato. Dovevo osservare i comandamenti. Dovevo essere buono.
Questo non è ciò che insegna la Bibbia. Quello che troviamo nella Scrittura, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento, è che l’opera di trasformazione è tutta opera di Dio. Lui è l’Autore e il Creatore della nostra salvezza (cfr. Ebrei 12:2). Egli è il grande “IO SONO” del libro di Ezechiele e del Vangelo di Giovanni, che lavora per noi e in noi. Lo stesso Dio che ha aperto la roccia e lasciato scorrere l’acqua desidera che riceviamo il dono gratuito dell’acqua della vita. Oggi! Tutto quello che dobbiamo fare è permetterglielo.
Quindi, ho alcune domande per te: sei stato asperso dall’acqua di Dio oggi? Sei stato purificato da tutte le tue impurità? Sei aperto alla voce dello Spirito Santo? Quando apri il tuo cuore a Gesù, ti fa una promessa: a prescindere da dove sei stato, a prescindere da cosa hai fatto, a prescindere dagli errori commessi, a prescindere dal dolore e dalla colpa che porti e provi, farà tutto quello che ha promesso attraverso il profeta Ezechiele.
In conclusione, ti lascio con una duplice sfida:
La prima: bevi molta acqua. Non bibite, tè o caffè: non contano. Solo acqua (anche il tè alle erbe va bene). Ti farà bene. La tua produttività aumenterà, i tuoi pensieri saranno più nitidi, sarai più produttivo e avrai più forza per resistere alle tentazioni. L’acqua è un dono di Dio per te. Bevi alla tua salute.
E la seconda: ringrazia Gesù per il dono dell’acqua viva e trasformante dello Spirito Santo ogni volta che bevi l’acqua. Mentre bevi, fermati a immaginare di essere riempito di Spirito Santo. Possa questo atto di bere e visualizzare simboleggiare la tua apertura, permettendo allo Spirito Santo di toccare ogni parte della tua vita quotidiana, ogni attività e interazione, ogni compito, ogni telefonata, e-mail e post sui social media. Come Chiesa, siamo stati chiamati a svolgere un compito importante: proclamare la vicinanza del regno di Dio. Questo non può essere compiuto senza acqua, sia fisica sia spirituale. Quindi bevi e porta a compimento la missione di Dio.
Di Darius Jankiewicz, segretario di campo/segretario della divisione Sud Pacifico
Fonte: https://record.adventistchurch.com/2021/09/14/the-gift-of-water/
Traduzione: Tiziana Calà