Riflettiamo per un momento sui grandi profeti che Dio ha usato per parlare al suo popolo. Inevitabilmente, pensiamo a Mosè, Daniele e Isaia. Alcuni potrebbero pensare a profeti minori come Amos, Michea o Zaccaria. Ma quanti di noi pensano a donne che hanno profetizzato, come Anna, Miriam o Debora?
Eppure, nel corso della storia umana riportata nella Scrittura, ci sono vari esempi di come Dio usa sia uomini sia donne come suoi portavoce. Nell’Antico Testamento, uno di questi esempi è nascosto nel libro di 2 Re, durante il regno del re Giosia (VII secolo a.C.). Mentre i profeti di quest’epoca includono Geremia, Sofonia e Abacuc, fu durante questo periodo che Dio si servì della profetessa Culda.
Mentre i suoi contemporanei avevano nomi ispiratori (Geremia significa “Dio innalzerà o solleverà”, Sofonia significa “Dio copre o protegge”, e Abacuc deriva dal termine “abbraccio”) il nome Culda significa “donnola” o “talpa”, un piccolo animale cieco che vive sotto terra ed è considerato un parassita. Possiamo solo immaginare come deve essere stata presa in giro durante la sua crescita. E mentre sappiamo che il padre di Geremia era il sommo sacerdote, e che Sofonia era il pronipote del pio re Ezechia, non sappiamo nulla del lignaggio di Culda, se non che suo marito era il custode del vestiario del re, un compito che difficilmente rappresentava un leader o una personalità dalle grandi capacità spirituali.
Di conseguenza, è straordinario che, quando il re Giosia diede ordine di informarsi dal Signore sul libro della legge trovato nel tempio (2 Re 22), la sua delegazione cercò Culda, che profetizzò: “Così dice il Signore, Dio d’Israele, riguardo alle parole che tu hai udite: Poiché il tuo cuore è stato toccato, poiché ti sei umiliato davanti al Signore […] I tuoi occhi non vedranno le sciagure che io farò piombare su questo luogo”. In un periodo in cui Geremia, Abacuc e Sofonia profetizzavano, Dio usò l’umile Culda per toccare il cuore del re Giosia e portare la seconda riforma del suo regno.
Allo stesso modo, il Nuovo Testamento racconta molti casi di uomini e donne che condividono insieme la buona notizia di Gesù. Uno di questi esempi, in Luca 2, lega il profeta Simeone con la profetessa Anna durante la presentazione del bambino Gesù nel tempio di Gerusalemme. A Simeone, “giusto e timorato di Dio”, in attesa della sua morte, era stato detto da Dio che avrebbe vissuto abbastanza da vedere il Messia. Ispirato dallo Spirito Santo ad andare al tempio, Simeone vide Giuseppe, Maria e il bambino Gesù, e capì che Gesù era il Messia promesso. Egli prese avidamente Gesù tra le sue braccia, lodò Dio per aver mantenuto la sua promessa, e poi profetizzò che Gesù era “posto a caduta e a rialzamento di molti in Israele” (Luca 2:34).
Non troppo lontano si trovava la profetessa Anna, che era “molto avanti negli anni” (84 anni) e che “non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere”. Mentre Simeone profetizzava su Gesù, Anna si avvicinò, rese grazie a Dio e “parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme” (Luca 2:38).
Questo tema di Dio che usa uomini e donne come suoi portavoce per profetizzare la buona novella si ripete ancora dopo la risurrezione di Gesù. Uomini e donne costituivano insieme la comunità di Gesù (Luca 24:22); e furono le donne che ricevettero l’incarico da Gesù di annunciare la buona novella della sua risurrezione al resto dei discepoli (cfr. Luca 24).
Allo stesso modo, dopo l’ascensione di Gesù, sia gli uomini sia le donne “perseveravano concordi in preghiera” (Atti 1:14) mentre aspettavano l’effusione dello Spirito Santo. E il giorno della Pentecoste, quando “erano insieme nello stesso luogo”, “tutti furono riempiti di Spirito Santo” (Atti 2:1-4).
Quando quelli che guardavano li accusarono di essere ubriachi, Pietro spiegò che non erano ubriachi, ma che stavano compiendo una profezia: “Io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno”. (Atti 2:17). E nel corso del resto del Nuovo Testamento, troviamo uomini e donne che lavorano insieme, condividendo la buona notizia di Gesù e formando nuove chiese.
Oggi, nelle varie nazioni della nostra Divisione, Dio si serve ancora di uomini e donne per raggiungere coloro che hanno sempre più bisogno di lui. Questo è stato dimostrato con forza in una missione speciale a Suva, Fiji, all’inizio di quest’anno, quando la chiamata di 14 pastori, uomini e donne, è stata riconosciuta dall’imposizione delle mani e da una preghiera dedicatoria.
Il tutto è anche dimostrato, in modo calmo e senza pretese, dai molti uomini e donne che servono fedelmente le loro comunità e chiese, condividendo la buona notizia di Gesù e riflettendo l’immagine di Dio a coloro che hanno bisogno di conoscerlo. Se crediamo veramente che sia gli uomini sia le donne sono stati creati a immagine di Dio, ed entrambi riflettono l’immagine di Dio, per quanto imperfettamente, come potrebbe essere altrimenti?
In questo, vediamo l’adempimento di Gioele 2:28 e Atti 2:17:
“Avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni”.
Di Dr. Edyta Jankiewicz e Dr. Ben Thomas
Fonte: https://record.adventistchurch.com/2021/09/28/and-they-will-prophesy/
Traduzione: Tiziana Calà