Una mia amica guida un’auto tecnologicamente avanzata. Recentemente, mi ha detto di aver avuto problemi con l’auto. Mentre guidava, è passata sopra a un chiodo, forando uno dei suoi pneumatici. Tuttavia, una delle caratteristiche della sua auto tecnologicamente avanzata è che la avverte quando la pressione dell’aria si sta esaurendo dai suoi pneumatici. Grazie a questa nuova funzione non è passato tanto tempo prima che si accorgesse dell’esistenza di un problema.
Prima di modernizzare la sua auto, aveva avuto un’esperienza simile: era passata sopra a un chiodo e aveva guidato con la pressione degli pneumatici in diminuzione, senza che la sua vecchia auto fosse stata in grado di avvertirla; aveva quindi continuato a guidare come se niente fosse. Le cose andavano bene, fino a quando non c’è stato un grande scoppio! Quindi ringraziamo il Signore per le auto tecnologicamente avanzate!
Un lutto privo di segnali
A dirla tutta, quando si parla di lutto, la maggior parte di noi funziona come l’auto più vecchia e non come l’auto tecnologicamente avanzata. Non è che non sappiamo che il lutto esiste, ma a volte è complicato identificare i segnali che nascono a livello emotivo, fisico e spirituale. Siamo regolarmente colpiti da alcune delle più grandi “forature” della vita, pur restando spesso inconsapevoli degli effetti devastanti. Purtroppo, molti di noi si accorgono di aver forato solamente quando sentono un grande scoppio.
Cosa provoca un lutto
Il lutto è definito come il processo emotivo di reazione alla sofferenza o alla perdita. Secondo la psichiatra svizzero-americana Elisabeth Kūbler-Ross, le persone attraversano le cinque fasi del lutto in quest’ordine: negazione, rabbia, contrattazione, depressione e accettazione. Nel nostro mondo peccaminoso, tutti sperimentano inevitabilmente il lutto. Il modo più comune è con la morte di una persona cara. Tuttavia ci sono molti altri modi in cui le persone vivono un lutto, come per esempio:
- Un divorzio, o la fine di una relazione
- L’insorgenza di una malattia cronica o terminale
- La perdita del lavoro
- La nascita di un bambino con un difetto di nascita
- L’invalidità per malattia o incidente grave
- La perdita di indipendenza
- La sopravvivenza in seguito a atto di violenza o a una calamità naturale
- La scoperta che vostro figlio presenta una disabilità di apprendimento, problemi comportamentali, o abusa di droghe o alcool
- Un aborto spontaneo o una gravidanza extra-uterina
Segnali del lutto
Comprendere a livello teorico il lutto spesso non basta per incentivare le persone a passare all’azione. In realtà, il danno più grande rientra proprio nel non sapere cosa stia causando il lutto. È quando non siamo consapevoli di aver “forato” che cominciamo a sperimentare l’esaurimento emotivo, fisico e spirituale. E il lutto, se lasciato incontrollato, porta in modo lento ma sicuro al deterioramento. Ma ci sono alcune segnali del lutto che possono farci sapere se qualcosa va storto, se ci stiamo esaurendo:
- Il pianto
- Il mal di testa
- L’isolamento dalla famiglia e dagli amici
- L’insonnia
- Il mettere in discussione la propria fede in Dio
- Lo stress
- La stanchezza
- Il senso di colpa
- L’ansia
- La perdita di appetito
È difficile convivere con uno qualsiasi dei punti sopraccitati; un insieme di più elementi è certamente dannoso, indice di un problema più grande. Lasciando il nostro lutto irrisolto, continuando a ignorare i vari segnali si può arrivare ad avere malattie mentali e/o emotive insieme a una serie di altre condizioni mediche. La buona notizia è che questa non deve essere la nostra realtà: nella vita, non dovremmo continuare ad avanzare traballanti, con un chiodo nella gomma.
Il programma di recupero del lutto di Paolo
Come credenti in Gesù Cristo abbiamo un grande vantaggio dalla nostra: la Parola di Dio. 2 Corinzi 1:3-4 dice: “Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, Padre misericordioso e Dio di ogni consolazione il quale ci consola in ogni nostra tribolazione perché possiamo anche noi consolare quelli che si trovano in qualsiasi genere di afflizione con la consolazione con cui siamo consolati noi stessi da Dio”. In questi versetti l’apostolo Paolo ci presenta due potenti principi riguardanti il lutto. Il primo, il più importante, è che Dio è capace ed è disposto a consolarci nel nostro lutto. Egli è paziente, compassionevole e gentile nel modo in cui ci conforta nei momenti di bisogno. Quale esempio migliore per imparare a sostenere gli altri?
Dio non fissa una “scadenza” al nostro lutto; non ci dice come ci dovremmo sentire. Nella sua misericordia ci conforta fino a quando non saremo di nuovo in grado di rialzarci in piedi. Tuttavia, c’è un altro pezzo di questo puzzle da prendere in considerazione. Il secondo principio è che Dio ci conforta affinché possiamo confortare gli altri. In altre parole, uno dei migliori antidoti al lutto è la comunità. Quando abbiamo persone che si siedono con noi, pregano con noi, piangono con noi, parlano con noi e semplicemente ci benedicono con la loro presenza silenziosa, coloro che soffrono sperimentano una potente guarigione e recupero. E dopo essere guarito, potrai essere per qualcun altro ciò che gli altri erano per te nel tuo momento del bisogno.
Rivolgiti a un professionista
Inoltre, consultare un professionista può essere utile durante questo processo di recupero. Il buon Dio, in tutta la Sua grazia e misericordia, ha donato ad alcuni le competenze necessarie per curare le malattie mentali ed emotive presenti all’interno delle nostre società. Non bisogna vergognarsi di chiedere aiuto. La buona notizia è che Dio lavora per rimuovere il chiodo dalla nostra gomma e per curare la ferita provocata.
Non è il lutto ad avere l’ultima parola, ma Dio!
Si può continuare a vivere dopo un forte lutto ma questo richiede un lavoro intenzionale e costante. Ma il bello è che Dio ha la capacità di consolare, rassicurare e persino liberarci dal nostro lutto.
Di Lillian Drew
Fonte: https://bit.ly/38bj8T5
Traduzione: Tiziana Calà