Il giorno in cui morì mia figlia

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Mia figlia Jemima è morta appena 23 ore dopo la sua nascita. È stata, ed è tuttora, l’esperienza più straziante che abbia mai affrontato. Mentre aspettavo nella stanza dell’ospedale che venisse completata l’autopsia, sfogliai un libro che mi avevano dato le infermiere. Si trattava di una raccolta di storie di madri che avevano perso i loro bambini per aborti spontanei, nati morti o morti perinatali. Il libro voleva essere un incoraggiamento, credo, per rassicurarmi che non ero sola. Ma venni colpita dalla disperazione totale provata da queste madri. Per alcune di loro, quella disperazione le aveva definite per il resto della loro vita. Ho capito allora che avevo davanti a me una scelta. Non potevo controllare ciò che era accaduto a mia figlia o impedire la sua morte, ma potevo scegliere come reagire. Potevo scegliere tra la disperazione e la speranza.

Nella Bibbia, l’apostolo Paolo, nella sua lettera alla chiesa di Tessalonica, scrive: “Fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza” (1 Tessalonicesi 4:13).

Anche se ho sofferto per la morte di mia figlia, la Bibbia mi ha dato la certezza assoluta che un giorno l’avrei rivista. In quel periodo sono stata sommersa da parole gentili, di incoraggiamento e di conforto da parte di amici e familiari, ma anche da una vasta gamma di idee contrastanti sulla morte e sulla vita dopo la morte. Ecco alcuni esempi.

 

La vita dopo la morte?

Al funerale di nostra figlia, mentre il carro funebre si allontanava, due farfalle svolazzavano tra noi fuori dalla chiesa. Un amico mi ha poi detto: “Credo che fosse la tua Jemima che ti salutava”. Un’altra amica, quando è nata la nostra seconda figlia (forte e in salute), ha notato quanto somigliasse a Jemima e ha detto che pensava che la nostra seconda figlia potesse essere la reincarnazione di Jemima. Di gran lunga, però, la convinzione più comune e il tentativo di darmi conforto era l’idea che Jemima fosse già in cielo.

Onestamente, ognuna di queste idee suonava bella sotto un certo aspetto, ma non forniva il tipo di conforto di cui avevo profondamente bisogno. Sì, le farfalle sono bellissime ed è stato speciale vederle in un momento così triste, ma credere che mia figlia fosse una vera farfalla? È un pensiero bello, ma non particolarmente piacevole.

La reincarnazione è una credenza sostenuta da molte religioni come l’induismo, il buddismo e il sikhismo. La convinzione è che l’anima, dopo la morte, inizi una nuova vita in un nuovo corpo, sia esso umano, animale o spirituale, a seconda di quanto buona o cattiva sia stata la vostra vita. Quando la mia seconda figlia è nata, sono stata così incredibilmente grata di avere una bambina da portare a casa. Sì, i miei figli avevano un aspetto simile tra di loro, ma credere che lei fosse la reincarnazione di Jemima significherebbe negare a ciascuno la propria individualità. La reincarnazione non era un pensiero confortante.

La convinzione che i nostri cari siano ora in cielo è sorprendentemente comune tra i cristiani. Ma, soprattutto come madre, non trovavo conforto nell’idea che mia figlia fosse in cielo senza di me. O, come alcuni hanno suggerito, l’idea che Jemima stesse crescendo in cielo senza di me. L’idea di essere separata dalla mia bambina e di perdere tutte quelle preziose pietre miliari era estremamente angosciante. Fortunatamente, nonostante la popolarità tra i cristiani, questo non è ciò che la Bibbia insegna sulla morte.

 

Direttamente alla fonte

Paolo scrive: “Non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono” (1 Tessalonicesi 4:13). Segue la spiegazione di Paolo su ciò che accade quando moriamo. Egli fornisce una spiegazione piena di speranza per coloro che, come me, hanno perso una persona cara e, in ultima analisi, per tutti noi, poiché un giorno ci troveremo ad affrontare la morte. In questo passo, Paolo si riferisce alla morte come a un sonno. Questo è un termine comunemente usato per la morte nella Bibbia. Gesù descrisse la condizione della figlia di Iairo, che era morta, come un sonno (cfr. Matteo 9:4). Anche la morte di Lazzaro fu definita come un sonno (cfr. Giovanni 11:11-14). Il sonno è stato usato come metafora della morte perché la concezione che Gesù aveva della morte era che “i morti non sanno nulla” (Ecclesiaste 9:5-6). Sia nella morte sia nel sonno, una persona non è cosciente.

L’idea che l’anima continui a vivere dopo la morte ha avuto origine con la prima bugia di Satana a Eva: “No, non morirete affatto” (Genesi 3:4). Oggi, in tutto il mondo, religioni di ogni tipo ripetono inconsapevolmente questa menzogna dell’immortalità dell’anima. Essa ha portato molti a credere nella coscienza dei morti. La fonte di questa credenza è la filosofia pagana, in particolare quella di Platone che insegnava che l’anima e il corpo sono entità separate. Questa idea è stata poi incorporata nel credo cristiano durante un periodo di grandi compromessi nella storia della chiesa. Questa convinzione divenne la visione prevalente all’interno del cristianesimo e continua a esserlo ancora oggi.

Ma se l’anima è immortale e se l’anima o una persona va direttamente in cielo quando moriamo, perché Gesù e i suoi apostoli hanno parlato così tanto della risurrezione? Gli apostoli Pietro e Giovanni furono arrestati per aver insegnato proprio su questo argomento (cfr. Atti 4:2). Perché Gesù dovrebbe tornare a risuscitare i morti se questi sono già con lui in cielo?

In 1 Tessalonicesi 4:14-17, Paolo continua dicendo: “Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore”.

 

La speranza della risurrezione

È al ritorno di Gesù che “risusciteranno i morti” e riceveranno l’immortalità. Dio, attraverso Gesù, riporterà in vita coloro che si sono “addormentati”. Allora noi che siamo vivi saremo presi insieme a loro per unirci a Gesù nel suo regno eterno. Ciò che mi piace tanto di questa immagine è che andremo in cielo insieme! Coloro che sono ancora in vita e coloro che sono risorti.

Paolo termina questa descrizione della seconda risurrezione dei morti dicendo: “Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole” (1 Tessalonicesi 4:18). E sono queste parole di Paolo sul ritorno di Gesù, sulla risurrezione dei morti e sulla nostra ascensione al cielo insieme che mi hanno confortato di più. So che rivedrò mia figlia. So che nella morte sta aspettando, dormendo fino a quando risorgeremo tutti insieme al momento della risurrezione. Come recita il testo di un grande inno in inglese: “Abbiamo questa speranza che arde nei nostri cuori: la speranza nella venuta del Signore!”. Ed è questa speranza che ha fatto la differenza per me.

 

 

Di Emma Dyer, di Upper Hutt, in Nuova Zelanda; attualmente si gode il piacere di essere una mamma casalinga per i suoi due figli, un maschio e una femmina.

Fonte: https://signsmag.com/2024/08/the-day-my-daughter-died/

Traduzione: Tiziana Calà

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