Fondata negli Stati Uniti, la Chiesa Avventista del 7° giorno impiega una quindicina d’anni per arrivare in Europa. Ed è nella notte del 7 febbraio 1866 che sono stati realizzati i primi battesimi avventisti in Svizzera al lago di Neuchâtel. Louise Pigeron, una donna del cantone di Vaud, sarà la prima avventista dellA confederazione.
La FRST ha celebrato i 150 anni di presenza nel nostro paese rinnovando l’esperienza con una cerimonia battesimale nel lago di Neuchâtel. Così, 150 anni dopo, le chiese avventiste dell’arco del Jura si sono riunite domenica 7 febbraio per il battesimo di un’altra donna, Fatima.
Come ha fatto il messaggio avventista ad attraversare il tempo e l’oceano? Vediamo il percorso di tre migranti che avevano come unico obiettivo quello di portare la salvezza agli altri.
La Chiesa Avventista del 7° giorno mondiale viene fondata negli anni ‘40 del 1800 dall’altro lato dell’ Atlantico. E viene dalla Polonia colui che ha fatto fiorire l’avventismo in Svizzera. Nato nel 1818 a Cracovia, Michael Czechowski in un primo momento é stato al servizio della Chiesta Cattolica. Fu poi ordinato a Varsavia. Rapidamente deluso dall’ipocrisia che vi regnava, lascia il monastero e si reca a Roma dove riesce a incontrare il Papa Gregorio XVI al quale denuncia la corruzione presente nella chiesa. Non ottenendo alcuna reazione, visita gli ordini di Parigi dove il risultato non é diverso. Sono queste varie delusioni che spingono Czechowski ad allontanarsi dalla chiesa cattolica e ad avvicinarsi alle Sacre Scritture. Dà degli studi biblici, predica la temperanza e forma dei gruppi di lavoro sul miglioramento sociale. La sua leadership e il suo zelo colpiscono la popolazione dell’epoca. In un contesto politico fragile, viene arrestato per attivismo politico. Già i primi anni di vita di Michael Czechowski rivelano il suo temperamento vigoroso e disponibile. Dio si é dunque servito delle sue forze e di quelle che possono essere connsiderate come delle debolezze. Una volta uscito di prigione, sembra cercare una propria identità. Parte per Londra, poi torna a Parigi per occuparsi dei rifugiati polacchi, successivamente raggiunge la Polonia come militante politico con l’obiettivo di liberare il suo paese dall’armata russa, cosa che non riuscirà a fare. Torna a Parigi.
Dopo un anno e mezzo di “vai-vieni”, nel 1850 Czechowski si incammina verso un’unica direzione. Lascia l’ordine,sposa Maria Virginia Delavouet e si stabilisce con lei in America del Nord (prima degli USA e subito dopo in Canada) dove lavorerà per 13 anni.
Con una formazione di rilegatore, Czechowski prospera e riesce anche a metter su il suo atelier di rilegatura, che un giorno prende fuoco, perdendo tutto. Ancora una prova e una grande delusione che lo spingono ad imboccare altre strade, più vicine a Dio. Infatti, é dopo questo disastro che la Società Missionaria Battista lo invita a formar parte della sua équipe in un’altra regione canadese. La coppia si trasferisce e Czechowski, incoraggiato dalla chiesa Battista, compie un lavoro di evangelizzazione produttivo. Si tratta dei primi passi del missionario Michael Czechowski.
Ma l’opera di Dio non si fermerà lì. Bisognava che Czechowski raggiungesse il campo missionario battista, perché fu in quest’occasione che sentì per la prima volta James White predicare in una campagna di evangelizzazione. Profondamente colpito dalla notizia del ritorno di Gesù, Czechowski lascia i battisti e viene battezzato nella chiesa Avventista del 7° giorno. Si trasferisce poi a Battle Creek, sede della chiesa all’epoca, dove riprende il suo lavoro di rilegatore. Una nuova e importante tappa della sua vita comincia.
Ancora una volta, il suo zelo e il suo amore per la Parola e la sua predicazione fanno di lui un uomo molto conosciuto. Ellen e James White sono stupiti di vedere un appena battezzato così impegnato. Vedono in lui una reale benedizione. Ed é questa la ragione per cui finanziano la sua missione di evangelizzazione presso i suoi vecchi amici in Canada, missione che realizza con successo presentando delle conferenze in francese. Improvvisamente, senza consultare nessuno e senza prendersi il tempo per riflettere, Czechowski decide che lui e la sua famiglia avrebbero lasciato la regione Clinton per spostarsi nella città di New-York (Canada). Rendendosi conto delle difficoltà per sopperire ai bisogni lì dove era stato mandato, Ellen e James White, comprensivi, decidono di continuare a sostenerlo finanziariamente. Avvisati in una visione che Czechowski aveva preso una strada sbagliata, Ellen e James White gli consigliano di rinunciare a tale decisione precipitata. Ma la sua foga e la sua testardaggine hanno la meglio su di lui e decide di portare avanti il suo progetto. Czechowski sbarca in Vermont dove evangelizza alle minoranze e forma quelle che lui stesso chiama chiese. Fra due conferenze, scrive la sua biografia sperando di pubblicarla e guadagnare dei soldi. Ciò che non faceva parte del piano di Dio non poteva che trasformarsi in un fallimento. Di fronte alla sua personalità chiusa a ogni tipo di richiamo, non gestibile e un po’ dispersa, la chiesa non riesce più a seguirlo e gli toglie dunque l’aiuto finanziero. Questo segna la rottura fra le due parti a livello “amministrativo”.
Tuttavia, Czechowski continua il suo cammino e non abbandona la fede in Dio né le sue convinzioni religiose avventiste. Parte alla conquiste del suo grande sogno, l’evangelizzazione nel suo continente di origine, l’Europa. Nel 1864 va in Italia e ottiene uno stipendio dalla Chiesa Avventista del 1° giorno. Quest’ultima scoprirà due anni dopo che i suoi soldi erano stati utilizzati per la predicazione del messaggio avventista del 7° giorno, denominazione che nemmeno conosceva. La determinazione di Czechowski per i suoi progetti non ha davvero limiti. É in questo contesto che Czechowski raggiunge la Svizzera. Ma non é solo.
Un tal J.D.Geymet (1842-1923) di Torre Pellice, valle valdese del Piemonte, é attirato e toccato dal messaggio di Daniele predicato nelle valli da questo missionario europeo ed erudito. Geymet chiede di studiare in maniera più profonda l’insegnamento del sabato e tutte le verità bibliche. Seguiranno dei lunghi mesi di studi e arriverà finalmente la decisione di farsi battezzare. Geymet diventa quindi, nel 1865, il primo avventista in Europa. Successivamente, arrivano le prime sfide per questo giovane convertito. La sua fabbrica di seta dove lavorava da un po’ di tempo lo licenzia a causa del suo rifiuto di lavorare in giorno di sabato.
Geymet prende la coraggiosa decisione di partire con il suo mentore per vivere pienamente il mesaaggio che ha appena accettato. Czechowski, la sua famiglia e Geymet arrivano dunque a Yverdon, il capolinea dei treni di quel tempo, e si stabiliscono a Grandson. Geymet fece qualsiasi tipo di lavoro per aiutare a mantenere la truppa, visto che le finanze di Czechowski non erano sufficienti. Era l’esploratore che cercava le sale delle scuole, le cappelle e le chiese in cui il suo amico avrebbe presentato le sue prediche.
In seguito alla presentazione del messaggio avventista al tempio di Fleurier, due persone decidono di essere battezzate. La notte del 7 febbraio 1866, quando il freddo era tale che bisognava rompere il ghiaccio per entrare nel lago, ebbe luogo il primo battesimo avventista in Svizzera alla luce delle lanterne, poiché non si osava ancora battezzare di giorno. Louise Pigueron e sua figlia si fecero battezzare da Czechowski. L’anno successivo, nel 1867, grazie a queste due coraggiose pioniere, si fondata la prima chiesa avventista ufficiale a Tramelan.
Ma Czechowski, a causa delle sue trattative dubbiose, perde il sostegno della chiesta Avventista del 1° giorno. In un periodo oscuro della sua vita, lascia moglie e figli e va in Ungheria e poi in Romania, dove metterà ancora una volta il suo zelo al servizio della proclamazione dell’evangelo. Dopo aver lasciato il testimone ad altri, Czechowski muore tristemente in Austria il 25 febbraio 1876.
Geymet decide allora di continuare la proclamazione dell’evangelo attraverso la distribuzione di letteratura che parlava del messaggio avventista: nasce quindi il primo colportore avventista europeo. Avendo visitato quasi tutte le città svizzere francesi dell’epoca, lascia al suo passaggio molti esemplari di libri che produrranno alcuni convertiti nella regione: in particolare, “La vita del Cristo” e “Da Eden a Eden”, senza considerare i trattati, le brouchure e i giornali.
Quando Czechowski parte per l’Ungheria, la Chiesa con sede negli Stati Uniti pensò che era il momento di sostenere la missione nel nostro paese mandando un missionario esperto e scelto dalla Conferenza Generale, nella persona di J.N.Andrews. Ellen White disse che stavano mandando l’uomo più capace. Nel 1874, quindi, all’età di 45 anni, vedovo con due giovani adolescenti, Charles (15 anni) e Mary (12 anni), Andrews arriva in Svizzera. Il loro coraggio valse la pena, poiché fu il creatore della rivista “Segni dei tempi”, attraverso cui la buona novella avrebbe raggiunto vari paesi europei. Pubblicò anche altre tre riviste: “Herold der Wahrheit”, in tedesco, “L’ Ultimo Messaggio”, in italiano e “Adeverulu Present” in rumeno. I suoi figli aiutarono nella traduzione, correzione e stampa della maggior parte delle pubblicazioni.
É un teologo brillante, anche in Europa, ed è lui che perfeziona le nostre dottrine come il sabato, il “sonno” dei morti, il santuario, la decima e il messaggio dei tre angeli. Anche lui pagherà caro il suo impegno. Avendo pochi mezzi per vivere, la famiglia si priverà di molte cose. Fu così che Mary si ammalò e morì nel 1878 a causa di una tubercolosi all’età di 16 anni. Più tardi, lui stesso sarà molto malato, lavorando dal suo letto dettando gli articoli da scrivere. Morirà nel 1833, a 54 anni.
Nel decennio successivo, si formarono dei gruppi in Olanda, Regno Unito, Belgio, Cecoslovacchia, Ungheria e Polonia. Più tardi, all’inizio del secolo, anche nei Balcani, in Austria, in Spagna e in Portogallo. Si può stimare a circa dieci mila il numero di avventisti in Europa alla fine del secolo, 25 anni dopo l’arrivo di J.N.Andrews. Fu così che la chiesa Avventista del 7° giorno divenne quindi un movimento europeo e mondiale.
Un polacco, un piemontese e un americano. Degli stranieri di coraggio che hanno dedicato la loro vita alla predicazione del messaggio avventista in Svizzera. La loro predicazione non finì mai, attraversando le epoche e raggiungendoci oggi, come testimonia il fervore di Fatima, donna straniera proveniente dal Paraguay, che si è battezzata 150 anni dopo, il 7 febbraio 2016 al lago di Neuchatel.
Possiamo essere fieri di ciò che l’avventismo è diventato dopo tanti anni in Svizzera, con i nostri 4500 membri e le nostre istituzioni. Ma é anche il momento di riflessione e di porsi delle domande. Come testimonia il battesimo di Fatima, una straniera, il nostro messaggio ha difficoltà a raggiungere gli autoctoni. Le nostre chiese si svuotano poco a poco di gente nata in questo paese, rimpiazzata ancora una volta da stranieri che ancora una volta vengono nella nostra confederazione, questa volta non per portare il messaggio, ma per scoprirlo. Possiamo dire che il cerchio si chiude. Ma no, cosa fare affinché il messaggio continui ad essere pertinente in modo che una persona come Louise Pigueron, donna, una svizzera intelligente e influente nella sua regione, prenda la decisione di donarsi a Cristo? Perché non riusciamo più a raggiungere queste categorie di persone?
Per spiegarlo, alcuni affermano che non ci sono stati altri evangelisti zelanti ed efficaci come Czechowski, Geymet o Andrews, che lavorassero con ardore e amore per la missione. Czechowski, anche se non ha sempre sottomesso il suo carattere e il suo temperamento all’azione trasformatrice di Dio, é stato senza dubbio uno strumento nelle mani di Dio per spargere il buon seme in Europa e in particolare in Svizzera. Forse dovremmo cambiare il nostro sguardo sul nostro bel messaggio e sempre pertinente. Malgrado le nostre imperfezioni, Dio può fare di noi dei Czechowski o degli Andrews, con lo stesso coraggio, la stessa fede e determinazione, affinché ovunque noi siamo, possiamo avere il ruolo nel piano di Dio per questo mondo.