Quanto conosci QUELLA voce?

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A seconda della vostra provenienza, potreste conoscere il romanzo Le avventure di Pinocchio dell’autore italiano Carlo Collodi. Sebbene il romanzo sia il punto di partenza per molte versioni, ammetto di avere più familiarità con il cartone della Disney.

Nel cartone, un falegname solitario costruisce una marionetta di legno con le sembianze di un ragazzino. Dopo aver espresso un desiderio a una stella ed essersi addormentato, una fata turchina visita la bottega e riporta in vita Pinocchio. Una volta in vita, la fata gli dice che diventerà un bambino vero quando si dimostrerà all’altezza. Ma quando è chiaro che non è in grado di distinguere tra giusto e sbagliato, un grillo parlante si fa avanti e si offre di essere la sua coscienza.

Purtroppo, il grillo parlante fallisce miseramente il suo primo giorno di lavoro. Oltre ad arrivare in ritardo, non riesce a tenere Pinocchio lontano dai pericoli. A metà della pericolosa avventura del burattino, il grillo parlante si licenzia, frustrato dal fatto che il ragazzino di legno non ascolti nulla di ciò che lui gli dice. Di conseguenza, Pinocchio si ritrova nei guai, mettendo in grave pericolo tutti coloro che lo circondano.

Alcuni di voi potrebbero dare la colpa al grillo parlante. Potreste pensare che Pinocchio non abbia avuto alcuna possibilità perché il grillo parlante se n’è andato nel momento del bisogno del ragazzo. Tuttavia, vorrei ricordare a coloro che hanno visto il cartone che Pinocchio si affrettava ad andare avanti senza la piccola ma ferma voce che lo accompagnava, proprio perché era entusiasta di vedere ciò che il mondo aveva da offrire. E poiché il grillo parlante passava la maggior parte del tempo a cercare di raggiungerlo, non era presente nelle decisioni critiche che avrebbero dovuto tenere lontano il burattino da situazioni pericolose. Ma la verità è che Pinocchio aveva conosciuto il grillo parlante solo il giorno prima e, poiché non avevano alcun rapporto, non era abituato a portare con sé l’insetto.

 

Quanti di noi vivono un’esistenza simile a quella di Pinocchio?

 

Nella fretta di iniziare la giornata o di prendere decisioni serie, lasciamo indietro la nostra coscienza. Usiamo la scusa che non abbiamo tempo per un momento devozionale, o che la mattina è troppo impegnativa per la preghiera, e in queste dichiarazioni ignoriamo intenzionalmente la nostra coscienza. Ci vorrebbero farci credere che la coscienza è solo un sentimento che ci dice cosa è giusto o sbagliato, ma io credo che sia una facoltà data da Dio che può essere attivata solo quando cerchiamo un rapporto con lui.

Giovanni 10:27 dice: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco, ed esse mi seguono”. Per conoscere il suono di quella voce, dobbiamo prima familiarizzare con essa. E attraverso questa relazione, possiamo lasciare che la nostra coscienza diventi la nostra guida.

 

 

Di Debleaire Snell

Fonte: https://www.messagemagazine.com/issues/2024-july-august/how-well-do-you-know-that-voice/

Traduzione: Tiziana Calà

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