Si è svolta a Firenze la Conferenza internazionale delle donne nel ministero.
“Ho realmente ricevuto la chiamata al ministero? Sono stata davvero scelta per questo servizio nella chiesa? Riuscirò a rimanere fedele nonostante le tempeste personali e professionali che scuotono la mia vita?”. A queste e ad altre domande ha cercato di rispondere la Conferenza “Donne nel ministero”, organizzata a Firenze dalla Regione intereuropea (Eud) della Chiesa avventista.
Dal 4 all’8 febbraio, oltre 60 donne provenienti da tutta Europa si sono riunite presso l’Istituto avventista “Villa Aurora” per riaffermare il loro ministero, incoraggiarsi a vicenda e trovare modi e maggiori opportunità per servire nelle loro comunità, guidate dallo Spirito Santo. Il convegno, rivolto a pastore, cappellane, direttrici di dipartimenti, dirigenti e amministratrici delle istituzioni avventiste, ha fatto un po’ il punto sul servizio delle donne nei ruoli dirigenziali della denominazione, affrontato le fragilità e le sfide di questo percorso professionale, proposto soluzioni, rafforzato la fede.
Ma spesso le donne si sentono insufficienti, nonostante l’adeguata preparazione conseguita e l’impegno profuso.
“I messaggi delle relatrici hanno parlato direttamente al mio cuore; eppure, in qualche modo faticavo ad accettare che il mio posto era lì, che il mio ruolo era quello che era e che ero abbastanza preparata per svolgerlo” ha affermato Tsvetelina Tsvetanova, del Dipartimento Comunicazione presso l’Unione avventista bulgara, che ha partecipato al convegno.
Tre ospiti principali
Audrey Andersson, Kessia Bennett e Edyta Jankewicz, le ospiti dell’evento, hanno condiviso i loro messaggi con umiltà e guidato le donne in questo evento di quattro giorni.
Audrey Andersson, vicepresidente della Chiesa avventista mondiale, è stata apprezzata per aver presentato se stessa, la sua conoscenza, la sua testimonianza e la sua missione di donna nel ministero con tutti i vantaggi e le vulnerabilità. Nei suoi interventi ha rivelato i processi, il significato e i risultati della chiamata, della scelta e della fedeltà nella nostra vita personale e professionale. “All’inizio del ministero, la vocazione sembra chiara, poi, durante il percorso si possono subire critiche ingiuste e ferite così profonde da metterla in dubbio” ha evidenziato. Ha quindi indicato quali strumenti sviluppare per affrontare le difficoltà, combattere lo scoraggiamento e rimanere fedeli alla chiamata di Dio.
Nel sottolineare l’importanza di essere formatrici e tutor delle nuove generazioni, ha fatto notare che “statisticamente la chiesa ha più membri di sesso femminile che maschile. Incidere su questa dinamica significa preparare e creare intenzionalmente opportunità per le donne a tutti i livelli della denominazione… Ognuno di noi è ‘sulle spalle degli altri’. Le generazioni precedenti hanno aperto la strada per noi. In che modo creiamo opportunità per la prossima generazione? Anche se ‘coaching e mentoring’ sono parole abusate, in realtà, sono la chiave per migliorare il nostro ministero e preparare gli altri al ministero”.
Kessia Bennett, responsabile dei pastori della Federazione di chiese avventiste dell’Oregon nella Regione nordamericana, ha sottolineato l’importanza del pastore e il suo ruolo. “Il modo in cui pensiamo al nostro ruolo nel ministero determinerà il modo in cui adempiremo al compito che abbiamo davanti” ha detto in un suo intervento.
Edyta Jankewicz, responsabile associata dell’Associazione pastorale presso la Regione Pacifico del sud, che si occupa delle donne nel ministero, ha parlato di come essere discepole di Gesù. “Il discepolato cristiano è il percorso in cui impariamo a seguire Gesù” è stato uno dei punti che ha trattato nel suo intervento, oltre a mettere in guardia dalla tendenza a equiparare le mansioni spirituali alla vita spirituale e a spronare alla necessaria abitudine di dedicare del tempo all’incontro personale con Dio.
“Ci ha anche offerto alcuni consigli pratici su come connetterci e da cosa disconnetterci per avere il tempo e una relazione significativa con Dio” ha ricordato Tsvetanova sul sito Eud News.
“Tutti e tre le relatrici hanno condiviso apertamente le loro conoscenze e le loro esperienze personali. Un sincero messaggio di speranza, umiltà e affermazione ha accompagnato ogni presentazione, sempre seguita da un momento speciale dedicato alla preghiera” ha aggiunto.
Momenti di adorazione e condivisione
Le giornate, come sempre, iniziavano con una riflessione biblica tenuta da persone speciali, invitate a introdurre i momenti di adorazione e preghiera mattutine e serali. Gli ospiti sono stati: Dagmar Dorn, direttrice del Dipartimento dei Ministeri Femminili dell’Eud; il past. Mario Brito, presidente dell’Eud; il past. Andrei Cretu, presidente dell’Unione avventista italiana (Uicca); il past. Ventsislav Panayotov, responsabile dell’Associazione Pastorale dell’Eud.
“Se vuoi andare forte, devi affrontare le sfide. Le sfide portano al successo… Accettale con pazienza. Ricorda che il nostro capo è Dio. E se Dio è con noi, siamo molto più potenti” ha affermato il presidente Brito, incoraggiando la platea.
Le donne presenti hanno anche avuto la possibilità di condividere le gioie vissute e le lotte affrontate. Questo tempo quotidiano ha permesso di stringere rapporti di amicizia, ritrovarsi nelle esperienze delle altre e quindi sapere di non essere sole, sviluppare una sincera empatia l’una per l’altra.
“Abbiamo adorato insieme, abbiamo pregato insieme, abbiamo condiviso apertamente, abbiamo imparato, abbiamo sperimentato il frutto dello Spirito e, inoltre, abbiamo ragionato sulle sfide che affrontiamo come donne nel ministero. Durante questi diversi giorni insieme, abbiamo discusso questioni relative alla nostra fede, alla nostra relazione personale con Dio, al nostro ruolo, al nostro scopo e alla nostra missione nel ministero” ha spiegato Tsvetanova.
Alcune testimonianze
“Avevo davvero bisogno di questo momento speciale. Ciò che ho tratto da questo convegno è l’impressione che, per essere più efficiente nel mio ministero, devo cercare di concentrarmi maggiormente sulla costruzione di un rapporto più sano con Dio e con gli altri. Ho bisogno di quel tempo per la crescita spirituale personale” ha affermato Petya Gotseva, una dei responsabili del Dipartimento dei Ministeri per la Gioventù all’Unione avventista della Bulgaria.
“Sono felice di aver conosciuto altre giovani donne nel ministero. Penso che la Conferenza sia stata una bellissima esperienza per tutti” ha commentato Maike Haase, direttrice del Dipartimento Comunicazioni della Chiesa avventista in Baviera (Germania).
“Questo convegno è servito in modo particolare a far comprendere come ognuna di noi possa contribuire in maniera egregia alla crescita delle persone, nonostante le donne siano ancora considerate da alcuni il sesso debole” ha affermato Rebecca Gaisie, pastora delle chiese avventiste di Gaeta e Cellole, ai microfoni di radio RVS (clicca qui per ascoltare l’intero programma).
“Più che un’esperienza educativa, è stato uno spazio per la crescita spirituale e personale, guidata dalla mano amorevole di Dio e dall’opera trasformatrice dello Spirito Santo in ogni cuore presente. Ciascuna riflessione mirava a rafforzare il legame con Dio e con gli altri. Ma anche a dare il meglio di noi stessi senza dimenticare che il nostro ministero è guidato dal Signore, che lavoriamo per lui e che i limiti dei nostri sforzi si traducono in benedizione per ogni attività” ha scritto Isabel Rodríguez, direttrice dei Ministeri per le Pari Possibilità della Chiesa avventista in Spagna, su revista.adventista.es, grata per il tempo trascorso a Firenze.
“Dovremmo tenere questi incontri più spesso. È davvero incoraggiante e stimolante vedere così tante donne impegnate in diversi ministeri, e condividere le speranze, i sogni e le sfide in modo molto aperto e sincero” ha detto Varta Panayotova, responsabile del Dipartimento Shepherdess (mogli di pastore, ndr) all’Eud.
L’ultimo giorno si è concluso con una tavola rotonda in cui alcune delle partecipanti hanno raccontato come hanno sentito la chiamata al ministero e il percorso intrapreso come pastore. È seguita una cerimonia di benedizione delle donne che hanno da poco iniziato il loro ministero.
“È stata una conferma della mia vocazione e della mia scelta. Credo fermamente che, attraverso Cristo Gesù e con il sostegno ispiratore delle mie colleghe di lavoro, potrò rimanere fedele fino alla fine” ha concluso Tsvetanova.
Martedì 6 febbraio, le donne hanno avuto l’intero pomeriggio a disposizione per esplorare le bellezze di Firenze e gustare la squisita cucina. Questi momenti di amicizia, di sorellanza e di piacere sono stati vissuti come un completamento dell’atmosfera di crescita spirituale e di comunione respirata durante l’intero convegno.
Fonte: HopeMedia Italia