Nel 1815, William Smith, un cartografo inglese, ha creato una mappa che ha cambiato il mondo. William, cresciuto orfano e nella povertà, è diventato un famoso topografo. A un certo punto della sua carriera, ha capito una cosa fondamentale riguardante il pianeta terra. Innanzitutto ha scoperto che le rocce potevano essere datate attraverso i fossili contenuti al loro interno. Che voleva dire che se si trovava uno stesso tipo di fossile in rocce di due posti diversi, sarebbero datate nella stessa età geologica. Inoltre, ha anche scoperto che le rocce erano naturalmente organizzate secondo un modello stratificato immutabile. Partendo da queste due scoperte, William Smith ha creato una mappa geologica dell’Inghilterra, della Scozia e del Galles. E questa mappa ha cambiato il mondo. Perché? Perché permetteva per la prima volta di prevedere quello che si sarebbe trovato nel sottosuolo. Prima della creazione di questa mappa, se avessi voluto trovare dell’oro, del carbone, del gas o qualsiasi altra risorsa naturale geologica, avrei dovuto perlustrare tutta una porzione di terra alla ricerca di un indizio di queste risorse. Ma ormai, con la mappa di Smith, si potevano cercare alcuni tipi di rocce sapendo quello che probabilmente si sarebbe trovato sotto esse o al loro interno. La mappa geologica permetteva agli esseri umani, per la prima volta nella storia, di avere accesso alle profondità della terra. Così, l’elettricità che proviene dall’uso del carbone e del petrolio, il gas che alimenta i nostri forni, l’oro sul quale si appoggia l’economia, e molte altre cose, esistono grazie alla creazione di questa mappa, fatta da William Smith nel 1815.
La storia di Smith mostra l’importanza di una mappa nella nostra vita. Prima della mappa di Smith, gli uomini potevano solamente raschiare la superficie della terra; dopo la sua creazione, l’umanità ha potuto sondare le profondità geologiche. Allo stesso modo, noi abbiamo bisogno di una mappa che ci permetta di fare di più oltre al semplice raschiare la superficie della nostra esistenza, dandoci così accesso alle sue profondità. La Bibbia è proprio questa mappa che Dio offre all’umanità, ovvero a ciascuno di noi. Ci indica la realtà dell’esistenza di Dio e la possibilità della vita eterna che saremo incapaci di conoscere da soli. Ci permette quindi di vivere la vita al massimo in tutte le sue dimensioni, tra cui l’importante dimensione spirituale.
Dio è l’autore della Bibbia
La Bibbia è molto chiara quando afferma che Dio è il vero e proprio autore della Bibbia. Scrivendo a Timoteo, suo collaboratore, Paolo afferma che “ogni scrittura è ispirata da Dio” (2 Timoteo 3:16). Quindi nonostante i 66 libri della Bibbia siano stati scritti da differenti autori umani, Dio è il vero e proprio autore, perché è Lui che li ha ispirati a scrivere. In effetti, negli scritti di Paolo contenuti nelle Scritture, Dio parla “per mezzo dei profeti” (Ebrei 1:1). Il profeta Amos, autore dell’omonimo libro, ha espresso questa verità scrivendo: “Poiché il Signore, Dio, non fa nulla senza rivelare il suo segreto ai suoi servi, i profeti” (Amos 3:7). Il Signore ha quindi scelto degli uomini consacrati che “hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Pietro 1:21). Questo significa che lo Spirito di Dio ha condotto lo spirito degli uomini, comunicando loro delle visioni o dei pensieri che sono stati in seguito messi per iscritto e che sono all’origine dei libri che compongono la Bibbia. Facciamo un esempio concreto. Nel suo breve discorso ai 120 discepoli di Cristo, l’apostolo Pietro fa riferimento all’ispirazione profetica del re Davide. In questo discorso, Pietro menziona degli “scritti” di Davide che contengono una profezia messianica. Sappiamo che si tratta del salmo 41. In seguito, Pietro parla della “profezia della Scrittura pronunciata dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, che fece da guida a quelli che arrestarono Gesù” (Atti 1:16). Così Pietro dichiara chiaramente che il Salmo 41, incluso nel libro dei Salmi, ha come autore un essere umano, Davide, ma, visto che quest’ultimo è stato ispirato dallo Spirito di Dio, possiamo dire con certezza che lo Spirito Santo è il vero e proprio autore della profezia messianica che si legge nel libro dei salmi. E’ interessante constatare che Davide stesso si è attribuito il titolo di autore ispirato da Dio. Pronunciando le sue ultime parole, Davide disse: “lo Spirito del Signore ha parlato per mio mezzo e la sua parola è stata sulle mie labbra” (2 Samuele 23:2).
Ci possiamo chiedere per quale motivo questi uomini ispirati hanno messo per iscritto la parola di Dio, creando così la Bibbia. Paolo ci da la risposta: “Poiché tutto ciò che fu scritto nel passato, fu scritto per nostra istruzione, affinché mediante la pazienza e la consolazione che ci provengono dalle Scritture, conserviamo la speranza” (Romani 15:4).
Quindi noi possiamo essere sicuri che, secondo la Bibbia stessa, Dio è il vero e proprio autore delle Sacre Scritture. Ecco perché la conoscenza della Parola di Dio è di grande importanza per l’essere umano. Questa importanza è stata sottolineata da Mosè quando ha detto che “l’uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla bocca del Signore” (Deuteronomio 8:3). Gesù ha sottolineato la veridicità dell’affermazione di Mosè visto che l’ha utilizzata come risposta alla prima tentazione di Satana nel deserto di Giudea (Matteo 4:4). In seguito all’importanza della parola di Dio, che rivela all’uomo la verità, abbiamo ragione di credere che persisteremo nell’errore in merito al senso della vita se ignoriamo le Sacre Scritture (Matteo 22:29). Dobbiamo quindi studiare attentamente la Bibbia. Non è un caso se Luca ha lodato i giudei della città di Berea. Ha fatto loro degli elogi perché “ricevettero la Parola con ogni premura, esaminando ogni giorno le Scritture per vedere se le cose stavano così” (Atti 17:11); questo studio attento della Bibbia è molto utile per l’uomo perché, secondo Paolo, le “Sacre Scritture […] possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. Ogni Scrittura è ispirata da Dio e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2 Timoteo 3:15-17). Giacomo è d’accordo con Paolo sul fatto che non basta semplicemente conoscere la parola di Dio. E’ anche necessario mettere in pratica i suoi insegnamenti (Giacomo 1:22-25). La nostra vita sarà quindi guidata dalla Parola di Dio, che sarà una luce sul nostro sentiero (Salmo 119:105). Poiché le Sacre Scritture sono la verità rivelata all’uomo da Dio, il loro studio permette di scoprire il vero senso della vita. Ed è scoprendo il vero senso della vita che saremo davvero felici. Ecco perché Gesù ha affermato “beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica”! (Luca 11:28).
Testiamo la Bibbia
Adesso possiamo chiederci: la Bibbia afferma che Dio è il suo autore e che questo libro è la fonte della Verità che da un senso alla vita; ma come possiamo verificarlo in maniera oggettiva? Questa domanda è molto pertinente e la Bibbia stessa presenta una risposta adeguata. Nel libro del profeta Isaia, Dio ci da la chiave che permette di valutare se la Bibbia è realmente ispirata da Dio e se, di conseguenza, comunica veramente la verità che da un vero senso alla vita umana. Isaia ha scritto nel nome del Signore: “Così parla il Signore, re d’Israele e suo redentore, il Signore degli eserciti: ‘Io sono il primo e sono l’ultimo, e fuori di me non c’è Dio. Chi, come me, proclama l’avvenire fin da quando fondai questo popolo antico? Che egli lo dichiari e me lo provi! Lo annuncino essi l’avvenire, e quanto avverrà! Non vi spaventate, non temete! Non te l’ho io annunciato e dichiarato da tempo? Voi me ne siete testimoni. C’è forse un Dio fuori di me? Non c’è altra Rocca; io non ne conosco nessuna” (Isaia 44:6-8). In questo testo vediamo che il Signore Yahveh, il Dio che si rivela ai profeti della Bibbia, dichiara di essere il solo Dio esistente. E offre una prova inconfutabile: è l’unico essere che ha il potere di predire il futuro con precisione. I poteri premonitori del Dio della Bibbia sono la prova che è l’unico vero Dio. Annunciare e proclamare futuri eventi storici anche prima che questi si compiano, è una delle caratteristiche del Dio biblico e di nessun altro. Se arriviamo quindi a provare che la Bibbia ha dei veri racconti poetici, verificati dalla storia, sapremo che non soltanto, come lo dichiara Lui stesso, il Dio della Bibbia è l’unico vero Dio, ma anche che la Bibbia è davvero ispirata da questo Dio esistente. Possiamo così arrivare alla conclusione che Dio è l’autore della Bibbia e che quindi essa è espressione della Verità, che dona un vero senso alla vita umana. E potremmo confermare la descrizione che la Bibbia da di se stessa, ovvero che è la parola di Dio.
Analizzeremo quindi un esempio di profezia biblica per appurare che la Bibbia contiene delle profezie che possono venire solamente dal Signore, l’unico a conoscere in anticipo il futuro.
Le profezie di Nahum e Sofonia riguardanti la distruzione di Ninive
All’inizio dell’IX secolo a.C. fino alla fine dell’VII secolo a.C., l’impero assiro ha dominato l’antico Medio Oriente. Durante questo lungo periodo, l’Assiria era conosciuta come la nazione più implacabile e crudele del mondo. Il regno di Israele, di cui Samaria era la capitale, è stato distrutto dall’Assiria nel 722 a.C. Successivamente gli assiri hanno cercato di conquistare anche il regno di Giuda, la cui capitale era Gerusalemme. Conoscendo l’importanza dell’Assiria sul piano internazionale e il suo ruolo oppressore di fronte al popolo di Dio, è normale che i profeti giudei avessero parecchie cose da dire riguardo il suo avvenire. E, in effetti, il profeta Nahum utilizza il suo breve libro per profetizzare la distruzione di Ninive, la capitale dell’Assiria. Scrive, tra l’altro: “Un distruttore marcia contro di te; custodisci bene la fortezza, sorveglia le strade, rafforza le tue reni, raccogli tutte le tue forza! […] E’ fatto! Ninive è spogliata e portata via; le sue ancelle gemono come colombe e si battono il petto. […] ‘Eccomi a te’, dice il Signore degli eserciti; ‘io brucerò i tuoi carri che andranno in fumo, la spada divorerà i tuoi leoncelli; io strapperò dal paese la tua preda e non si udrà più la voce dei tuoi messaggeri. […] Tutti quelli che ti vedranno fuggiranno lontano da te, e diranno: Ninive è distrutta!” (Nahum 2:1, 7, 13; 3:7). I ricercatori sono del parere che Nahum abbia scritto la sua opera tra il 688 e il 654 a.C. Tuttavia, la distruzione di Ninive è avvenuta solamente nel 612 a.C., grazie all’azione combinata dell’armata babilonese e di quella dei medi. Quindi Nahum ha previsto la distruzione della capitale del potente regno assiro decenni prima che questa non si realizzasse effettivamente.
Ma Nahum non è stato l’unico profeta a prevedere la distruzione di Ninive. Anche il profeta Sofonia ha predetto una profezia contro questa città. Ha infatti scritto: “Egli stenderà la mano contro il settentrione e distruggerà l’Assiria, e ridurrà Ninive in una desolazione, in un luogo arido come il deserto. […] Tale sarà la città festante, che se ne sta sicura e dice in cuor suo: ‘Io, e nessun altro all’infuori di me!’ Come mai è diventata un deserto, un covo per le bestie? Chiunque le passerà vicino fischierà e agiterà la mano.” (Sofonia 2:13,15). Secondo alcuni studi, il profeta Sofonia avrebbe proclamato questa profezia tra il 639 e il 630 a.C., ovvero almeno 18 anni prima della distruzione effettiva della città di Ninive. Ciò che è interessante è che Sofonia non ha solamente previsto la distruzione di Ninive avvenuta nel 612 a.C., ma ha anche dichiarato che sarebbe restata per sempre in una desolazione assoluta. E in effetti, dopo l’improvvisa distruzione della capitale assira, il ricordo della sua fama è andato perso e il suo territorio è restato deserto. Solamente nel 1845 l’archeologo Henry Layard ha ritrovato i resti di Ninive. Questo aspetto della profezia di Sofonia è molto interessante. Anche se gli scettici cercano di argomentare, dicendo che la profezia di Sofonia che si legge nel suo libro è stata fatta dopo la distruzione della città, c’è comunque la dimostrazione che la profezia aveva previsto lo stato eterno di desolazione totale. Vista l’importanza che la città aveva all’epoca, sarebbe stato normale aspettarsi una sua ricostruzione e una sua nuova occupazione, così come era avvenuto per molte altre città del mondo antico. Invece Ninive non è più stata abitata. Quindi la profezia di Sofonia a proposito della distruzione totale di Ninive è stata confermata dalla storia.
Conclusione
Vediamo quindi che la Bibbia racchiude delle vere e proprie profezie, confermate dalla storia; questo ci permette di sapere che il Dio rivelato nella Bibbia è l’unico Dio esistente e che la Bibbia è realmente ispirata da questo Dio. Siamo quindi nella posizione di concludere che Dio è l’autore della Bibbia e che, conseguentemente, questo libro è l’espressione della Verità che da senso alla vita dell’uomo. La natura della Bibbia si conferma da sola.
Nel 303 d.C., l’imperatore romano Diocleziano emise un decreto che aveva lo scopo di sradicare la religione cristiana dal suo impero. Uno degli ordini derivati da questo decreto era quello di recuperare e distruggere tutti i testi biblici. Lo stesso anno, gli ufficiali della provincia romana del Nord Africa cominciarono ad applicare questo decreto. Felice, vescovo di Thibiuca, una città vicina a Cartagine, ricevette l’ordine delle autorità della sua città di consegnare le Sacre Scritture in suo possesso. Nonostante molti giudici fossero disposti ad aiutare Felice, convenendo di recuperare solamente le pergamene usurate, il vescovo si rifiutò di consegnare la parola di Dio nelle mani dei suoi nemici. Rifiutò fermamente ogni compromesso al punto che le autorità romane del Nord Africa finirono per spedire Felice in Italia, affinché venisse giudicato. Al momento del suo giudizio, Felice si comportò allo stesso modo, rifiutando di scendere a compromessi con l’autorità romana e venendo così condannato a morte. E il 30 agosto del 303 a.C. Felice fu giustiziato. Diede la sua vita pur di non dare la sua Bibbia a coloro che la volevano distruggere.
Il vescovo Felice conosceva perfettamente il valore incalcolabile della Bibbia. Oggi disponiamo della Bibbia in migliaia di lingue e a prezzi abbordabili. Concretamente, tutti gli uomini possono quindi avere accesso alla Parola di Dio. Eppure, la Bibbia continua a restare ignorata e trascurata…
Di Paulo Lima