Mariza si sentiva devastata. Suo figlio era in prigione ed era difficile accettare la sua assenza, ma sapeva di dover essere forte e di sostenerlo in questa situazione. Così Mariza si prenotò per visitare suo figlio quel sabato e andò a trovarlo come al solito.
Arrivata sul posto, la donna vide alcune persone radunate nel padiglione. Si avvicinò e chiese chi fossero e quale attività svolgessero. Le risposero con gentilezza che erano un gruppo di donne che si incontravano ogni sabato per visitare i detenuti e studiare la Bibbia, e che erano della chiesa avventista del settimo giorno. Sentendosi accolta, Mariza chiese di poter far parte del gruppo.
«Da luglio 2019 è la nostra fedele compagna. Ogni sabato è coinvolta nelle attività dei Ministeri Femminili e partecipa attivamente ai gruppi di studio» ha spiegato María Cristina González, direttrice del Ministeri Femminili (Mmff) della chiesa avventista centrale di Encarnación, in Paraguay.
Nell’ottobre dello stesso anno, Mariza sentì nel suo cuore il desiderio di essere battezzata e decise di studiare la Bibbia in modo più completo. Per questo chiese alle sue amiche dei Mmff di accompagnarla in questo processo e loro, con grande gioia, accettarono di esserle vicine.
Dopo diversi mesi di studio, sabato 6 giugno 2020 Mariza ha testimoniato pubblicamente il suo desiderio di cambiare vita e seguire Cristo. «Molto tempo fa avevo promesso a Dio che, se avessero rilasciato mio figlio, avrei dedicato il mio tempo a servirlo. E oggi, in compagnia di mio figlio, do la mia vita a Cristo e ribadisco la promessa: dedico il mio tempo al suo servizio» ha affermato nel giorno del suo battesimo.
Questo momento è diventato un simbolo di gratitudine a Dio per l’opera che i Mmff svolgono nel penitenziario regionale di Itapúa «El Cereso». Oggi Mariza continua il suo ministero nella prigione affinché più persone conoscano Cristo e vivano l’esperienza della conversione.
Come Mariza, molti hanno preso la decisione di seguire Cristo grazie al lavoro svolto dai Ministeri Femminili in Paraguay.
Fonte: Il Messaggero Avventista