Avventisti “Anticristo”

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Spaventati dalla salvezza? Jarrod Stackelroth afferma che la paura non può che condurci a una cattiva teologia e a una pratica ancora peggiore.

 

L’avventismo del settimo giorno è in pericolo. È un pericolo che è presente da tempo e che continua in molti casi a farci diventare la cosa che più disprezziamo: l’Anticristo.

Ci sono tutte le condizioni perché questo virus cresca nel nostro corpo avventista. Lasciate che vi spieghi.

 

Quando ero un ragazzino, non c’era niente che mi piacesse di più di assistere a uno studio o a un seminario sulle profezie bibliche: le bestie, la storia e il modo in cui tutto si incastrava e dimostrava che Dio aveva il controllo; lo trovavo bello e interessante. Ricordo ancora quando il nostro pastore fece delle conferenze sul libro di Daniele: avevo circa otto anni e l’esperienza ebbe un grande impatto su di me. E così dovrebbe essere ancora oggi, il tutto con il giusto spirito ed equilibrio.

 

Proprio come i vecchi predicatori dipingevano l’immagine di un terrificante inferno per spingere la gente a pentirsi (una dottrina che gli avventisti rifiutano), molti di noi usano le immagini della fine dei tempi, i cambiamenti, le persecuzioni e le cospirazioni per manipolare e controllare la gente, spingendola a farla credere. Ricordando le campagne di propaganda per disumanizzare il nemico (come “c’è un mostro sotto ogni letto”), questi predicatori e ministeri ci inculcano una mentalità del “noi” contro “loro”.

 

La religione basata sulla paura è una tomba imbiancata di bianco, un sepolcro di controllo, vuoto e morto dentro. Il regno di Cristo è fondato sull’amore, la forza più potente del mondo.

 

Dio non è coercitivo e non controlla. La sua scelta di rispettare la libertà altrui e di usare l’amore come strumento motivante trova il suo uguale e opposto nello strumento usato dall’avversario: la paura, caratterizzata dal controllo.

 

Quando la nostra Chiesa agisce spinta dalla paura, finisce per fare il gioco del nemico.

Il controllo è ciò che i babilonesi hanno cercato di fare nei confronti di Daniele e dei suoi amici: hanno cambiato i loro nomi, le loro vesti, la loro dieta, privandoli perfino delle proprie libertà relazionali e sessuali. Sono stati oggettivati, trattati come proprietà dell’impero.

 

Un’altra cosa da cui dobbiamo guardarci è l’esagerazione o l’essere troppo speculativi, sennò rischiamo di minare noi stessi quando le nostre “previsioni” non si avverano. Dobbiamo assicurarci di non demonizzare altri gruppi nel tentativo di far spaventare le persone e invitarle al ravvedimento, tattiche che ricordano molto più uno stato nazionalista che si prepara alla guerra che un movimento di persone degli ultimi tempi che vivono secondo la testimonianza di Gesù (Luca 4:18,19) e cercano di ubbidire ai comandamenti di Dio. Alcuni ministeri dirottano il messaggio per renderci timorosi e sospettosi, anche della nostra stessa denominazione.

C’è un nome per coloro che hanno la malsana ossessione di cercare di entrare nei misteri “nascosti”: occultisti. Ironia della sorte, se fissiamo troppo a lungo il ventre della bestia, rischiamo di diventare proprio ciò di cui abbiamo tanta paura. Promuovere un messaggio evangelico usando o basandosi sulla paura è per natura “Anticristo”.

 

Giovanni ci dice che l’amore perfetto (Gesù) caccia la paura (1 Giovanni 4,18). L’amore è il contrario della paura, non dell’odio, visto che l’odio è spesso guidato dalla paura.

 

Sia chiaro, non sto dicendo che le nostre concezioni tradizionali siano sbagliate o irrilevanti; restano ovviamente importanti.

Ma quando affrontiamo con paura ogni nuovo problema, pensando che si tratti di un complotto, quando abbandoniamo il pensiero critico e crediamo alle cose che vediamo su Internet, solo perché confermano i nostri pregiudizi o giocano con le nostre paure, allora ci lasciamo controllare da qualcosa che non viene da Dio.

La nostra paura non può che condurci a una cattiva teologia e a una pratica ancora peggiore.

 

Dobbiamo riscoprire come studiare la Parola di Dio per noi stessi, dobbiamo trovare una certa coerenza nella nostra messa in pratica e nei nostri principi, e dobbiamo fare dell’amore per Dio e per il prossimo la nostra luce principale, lasciando perdere la paura.

Se iniziamo con l’amore di Dio e il suo carattere, come già splendidamente delineato nella teologia avventista, allora il nostro messaggio pieno di speranza riuscirà ad avere un impatto maggiore in questo mondo moderno pieno di dubbi.

 

 

Di Jarrod Stackelroth

Fonte: https://bit.ly/32OP7al

Traduzione: Tiziana Calà

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