Recentemente stavo riflettendo sulla strana conversazione di Gesù con la madre di Giacomo e Giovanni, riportata in Matteo 20:20-28. Quasi all’improvviso, la donna affronta Gesù e gli dice: “Dì’ che questi miei due figli siedano l’uno alla tua destra e l’altro alla tua sinistra, nel tuo regno” (versetto 21). Alcuni studiosi hanno suggerito che questa donna fosse amica (o forse parente) della madre di Gesù. Sebbene sia indubbiamente audace (e palesemente nepotistica), posso forse capire il suo punto di vista. Cosa fareste se aveste la possibilità di insediare un membro della vostra famiglia (o due) in quello che credete sarà il movimento politico più potente della vostra generazione? Non fraintendetemi: I discepoli di Gesù pensavano che sarebbe stato il re messianico non solo d’Israele, ma del mondo intero.
Credevano anche che la Scrittura con cui erano stati cresciuti si stesse adempiendo in tempo reale. “Il sole sarà cambiato in tenebre, e la luna in sangue, prima che venga il grande e terribile giorno del Signore” (Gioele 2:31); “Urlate, poiché il giorno del Signore è vicino; esso viene come una devastazione dell’Onnipotente” (Isaia 13:6); “Poiché il giorno è vicino, è vicino il giorno del Signore: giorno di nuvole, il tempo delle nazioni” (Ezechiele 30:3).
I discepoli di Gesù credevano sinceramente che avrebbe scatenato la “fine” dell’Impero romano e che dalle ceneri avrebbe regnato per sempre un nuovo regime israelita. Se questa fosse la vostra convinzione, non fareste tutto il necessario per assicurarvi che voi e la vostra famiglia siate dalla “parte giusta della storia”?
Tuttavia, come tutti sappiamo, Gesù aveva in mente qualcos’altro.
In Matteo 20:17-19, Gesù fa un’altra predizione sulla sua morte, la terza che vediamo riportata nel libro di Matteo. È nel contesto di questa predizione che si rivolge a Giacomo e Giovanni. “Gesù rispose: Voi non sapete quello che chiedete. Potete voi bere il calice che io sto per bere?” (versetto 22). Fraintendendo Gesù, essi rispondono: “Sì, lo possiamo”. Gesù allora li rimprovera, ricordando loro che solo Dio può decidere chi siederà alla destra e alla sinistra di Gesù. Qualunque sia il potere che sperano di rivendicare attraverso il loro rapporto con Gesù, non è quello che pensano.
Recentemente ho sentito la consulente politica americana ed ex addetta stampa della Casa Bianca Jen Psaki parlare della natura del potere, in particolare del potere dittatoriale. Quando pensiamo ai dittatori, spesso immaginiamo uomini forti che esercitano una forza assoluta; si tratta di un’immagine stereotipata. Psaki offre un’interpretazione diversa. “I dittatori non sono forti”, dichiara. “Sono deboli perché non possono essere eletti democraticamente. Hanno bisogno di controllare chiunque possa opporsi a loro. Hai bisogno di controllare tutto solo se sei debole”. Gesù sembra essere d’accordo con questo sentimento, come dimostrano le sue parole successive ai discepoli. “Voi sapete che i principi delle nazioni le signoreggiano e che i grandi le sottomettono al loro dominio. Ma non è così tra di voi: anzi, chiunque vorrà essere grande tra di voi, sarà vostro servitore; e chiunque tra di voi vorrà essere primo, sarà vostro servo” (Matteo 20:25-27). Solo le persone più deboli e insicure sentono il bisogno di abusare del potere. Che si tratti del leader di una nazione, di un membro della famiglia o del vostro capo al lavoro, ciò che facciamo con il potere dice molto del nostro carattere.
Se, come i discepoli di Gesù, vogliamo essere grandi nel regno che sta per arrivare, dobbiamo prestare attenzione. Questo mondo ci tenterà sempre di credere che sia meglio usare il potere per costringere, intimidire o per ottenere ciò che vogliamo, ma secondo Gesù questa forza è in realtà debolezza. Troppo spesso nella chiesa siamo vittime di un pensiero mondano che fraintende il peso e il posto del potere. Troppo spesso giustifichiamo metodi peccaminosi in nome della sacra missione. Per Gesù, il potere deve essere incentrato sugli altri. Il vero potere è servire gli altri, anche se non c’è un guadagno tangibile per voi. Il vero potere è “porgere l’altra guancia”, anche se si rischia di essere derisi. Il vero potere è dare la vita per gli altri, proprio come ha fatto Gesù per tutta l’umanità. Seguiamo l’esempio di Gesù che, pur essendo forte, ha scelto di essere debole, per amor nostro.
Di Jesse Herford
Fonte: https://record.adventistchurch.com/2024/10/30/power/
Traduzione: Tiziana Calà