L’amicizia: un regalo inestimabile

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“Come stai?”: si tratta di un saluto, di una domanda, che probabilmente viene ripetuta milioni di volte al giorno. Altri possono esprimerlo in modo diverso, ma l’intenzione e il significato restano gli stessi. Tali espressioni abbattono le barriere e invitano o consolidano l’unità, forse portando a una vera amicizia, qualcosa che il cuore umano cerca. È vero che le persone hanno bisogno di altre persone.

 

L’amicizia è qualcosa che non si può comprare nemmeno con miliardi di dollari. È uno scambio gratuito, un dono, un tesoro a disposizione di chiunque lo cerchi attivamente, ed è inestimabile. Come dice il vecchio proverbio: “L’unico modo per avere un amico è essere un amico”; o, ancora: “Non è che i diamanti sono i migliori amici di una ragazza, ma sono i tuoi migliori amici a essere i tuoi diamanti”.

Ho la fortuna possedere “diamanti” che vivono nelle vicinanze e sparsi in tutto il mondo, perché la vera amicizia non è limitata dalla nazionalità, dal colore o dal credo. Al di là del nostro essere umani e di alcune somiglianze di interessi e carattere, io e i miei amici non siamo identici; eppure siamo uniti da un legame. Quindi sono contenta quando ci incontriamo o ci scambiamo e-mail, messaggi o lettere.

 

Gli amici mi accettano così come sono; riescono a farmi sorridere, a farmi ridere. A volte condividiamo una profonda tristezza quando il viaggio su questa terra di un amico comune finisce. Spesso rimango stupida dall’intuizione di un amico. “Nessun uomo è un’isola”, come ha sottolineato il poeta cristiano John Donne nel 1624. L’amicizia può superare confini e limiti, donando armonia e felicità, arricchendo la vita e riconoscendo il valore di ogni singola persona.

 

Betty, che vive in Nuova Zelanda, è la mia amica di lunga data. Siamo andate insieme all’asilo, alle elementari e alle medie, ai campeggi delle Girls Life Brigade e in chiesa. Ora parliamo soprattutto di libri che abbiamo letto. Betty non è solo una delle mie “conoscenti”, quelle persone che rispettiamo ma di cui possiamo benissimo vivere senza, con le quali non c’è un vero e proprio rapporto. No, lei fa parte del mio essere.

Nell, dalla Tasmania, è stato una mia cara amica e confidente per 70 anni. Sulla mia scrivania c’è un suo biglietto che dice: “Di qualunque cosa le nostre anime siano fatte, la mia e la tua sono fatte della stessa cosa”; il biglietto raffigura due giovani ragazze che fanno acrobazie. Siamo ancora noi, (metaforicamente!) che ci facciamo strada attraverso la vita, attraverso tutte le sfide che ci si presentano.

Mie Mie è nata nel Myanmar, ha studiato in Thailandia e, sebbene la sua lingua madre non sia l’inglese, ha fatto un Master in Gran Bretagna. Non ho mai conosciuto nessuno che lavorasse e studiasse così diligentemente, capace di dare un valore al tempo e di apprezzare così tanto la gentilezza. Anche se la nostra amicizia è iniziata quando ero la sua insegnante circa 18 anni fa, la sua maturità mi offre punti di crescita.

Joan vive negli Stati Uniti, così come Suhas, sua sorella e Mary, sua moglie, originaria dell’India. Condividiamo un passato comune, spesso il fondamento di amicizie durature.

 

“Non esiste nulla che renda il mondo tanto spazioso come avere amici molto distanti; sono loro che formano le latitudini e le longitudini”, scrisse Henry David Thoreau, poeta e filosofo del XIX secolo.

 

Non ho menzionato gli amici nel mio paesino di Dorset, qui nel Regno Unito, ma ci sono, due dei quali vivono in tradizionali cottage con tetto di paglia inglese. Durante una settimana di neve, in inverno, sono venuti vestiti con gli stivali di gomma, portando zuppa, pane e sorrisi. Uno va in chiesa, l’altro no, ma hanno entrambi un posto speciale nel mio cuore.

 

Un’amicizia può iniziare con una stretta di mano, uno sguardo di comprensione, un bisogno personale, una conversazione che non si dimenticherà mai, uno scherzo condiviso o un momento serio. La vera amicizia, però, è sempre un’autostrada a doppio senso di marcia. Io do, il mio amico riceve, e viceversa. Ci vuole generosità di spirito, premura e fedeltà. Ci aiutiamo l’un l’altro a crescere come persone.

 

Mentre scrivo, ho accanto a me un enorme mucchio di fogli, tutte e-mail indirizzate a mio marito quando ha sofferto di una malattia terminale che ha avuto bisogno di cinque anni di casa di cura e di cure palliative. Ha ricevuto almeno 250 di questi messaggi incoraggianti dal suo amico di lunga data, che raramente perdeva questo appuntamento settimanale. Erano dei messaggi basati sulla Bibbia che parlavano al cuore di John. Eccone alcuni:

“Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia” (Isaia 41:10).

“Nella calma e nella fiducia sarà la vostra forza” (Isaia 30:15).

“Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate” (Apocalisse 21:4). L’amico ha aggiunto: “E Marye e John saranno lì”, sostenendo così anche me. Mi scrisse anche: “Dì a John che tutti i ricordi di lui mi incoraggiano. È stato ed è una grande benedizione per me, gli voglio bene”.

Un altro giorno scrisse a John: “Penso spesso a te e prego per te; come vorrei vivere più vicino e poter camminare con te o sedermi con te. Ti voglio bene, mio caro amico. Quanto di più fa Colui il cui nome è amore. Sono sempre tuo amico e fratello”. Era davvero un amico; uno che, quando è venuto a trovarlo, giaceva sul letto accanto a mio marito, come per condividere la sua sofferenza.

 

Il libro dei Proverbi dice che “Chi ha molti amici può esserne sopraffatto, ma c’è un amico che è più affezionato di un fratello” (Proverbi 18:24), un versetto che può anche essere letto al femminile. Colui che anela a rimanere più vicino al cuore umano di chiunque altro è Colui che è venuto sulla terra per rivelare a tutti com’è Dio, che è morto per salvare i peccatori dalla morte eterna, mettendosi al loro posto, da amico.

 

Quando ero bambina cantavo: “Gesù, amico dei bambini, sii mio amico. Prendi la mia mano e portami sempre vicino a Te”. Oggi canto: “Stupenda grazia del Signor, che dolce questo don! Un cieco ero io, ma Cristo mi sanò, perduto, or salvo son”. Qualche anno fa, le cornamuse scozzesi hanno reso questo canto famoso in tutto il mondo. Nella mia mente sento ancora la melodia di quegli strumenti, che risuonano come la tristezza che il nostro mondo sta vivendo al giorno d’oggi, mentre cresce sempre di più la paura e il terrorismo.

 

La Bibbia ci ricorda che “L’amore perfetto caccia via la paura” (1 Giovanni 4:18). Quando non abbiamo paura, fare amicizia viene facilmente, e l’intima amicizia con Dio supera ogni altra. È un’amicizia che desidero condividere con tutti, un’amicizia inestimabile.

 

 

Di Mayre Trim, un’appassionata scrittrice che ha vissuto e lavorato in diversi paesi del mondo. Attualmente vive a Dorset, Regno Unito.

Fonte: https://bit.ly/2GfokJS

Traduzione: Tiziana Calà

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