Avere la Verità ed essere salvati grazie a quest’ultima sono due cose ben diverse.
Più di 40 anni fa ho capito che la verità, anzi, la Verità, doveva esistere. L’universo, ovvero tutto quello che era stato creato, era compreso nella Verità. Qualcosa doveva essere in grado di averlo creato e di saperlo spiegare e qualunque (o chiunque) fosse, si trattava della Verità. Ricordo anche che se, umanamente parlando, si poteva conoscere la Verità (perché non è detto che sarebbe stato possibile), allora avrei voluto farlo, a qualunque costo. Alla fine (e non senza ostacoli), sono diventato avventista del settimo giorno. E adesso, quasi 40 anni dopo, sono più che mai convinto che il messaggio avventista sia la Verità (o, almeno, la versione più completa di quanto abbiamo oggigiorno a disposizione).
Non molto tempo fa, mentre facevamo colazione, mia moglie ha pazientemente sopportato un altro dei miei sproloqui in ambito teologico (vedi www.adventistreview.org/the-grapefruit-and-the-self-referential-paradox), questa volta su un nocciolo di ciliegia. Dopo aver mangiato con gusto il frutto, ho guardato con attenzione il nocciolo che, con acqua, aria, terra e luce può miracolosamente trasformarsi in qualcosa di straordinario, in un albero robusto da cui cresceranno un migliaio di ciliegie ogni anno, ognuna con il proprio nocciolo (da cui potrebbero potenzialmente derivare milioni di alberi). (Mi piacerebbe chiedere a qualche evoluzionista, o a qualche teista evoluzionista, cosa si è evoluto per primo nel corso dei secoli: il nocciolo della ciliegia? Il ciliegio? Il fiore di ciliegio? O la ciliegia stessa? Sarei curioso di sentire la loro risposta).
In ogni caso, in quel momento, mentre facevamo colazione (“Cliff, per favore, mangia!”) quel nocciolo di ciliegia rappresentava perfettamente tutto il racconto della creazione presente nella Genesi (“e degli alberi fruttiferi che, secondo la loro specie, portino del frutto avente in sé la propria semenza, sulla terra [Genesi 1:11]), un evento così importante da includere anche il sabato, il settimo giorno: ogni settimana, senza eccezioni, il Signore ci chiede di fermarci il settimo giorno e di ricordarci della creazione (Genesi 1,2), l’essenza della Verità.
E la creazione stessa, la realtà più immediata che possiamo conoscere visto che ne facciamo parte, è tutta rivolta a Gesù di Nazaret (Genesi 1:1; Giovanni 1:1-3; Ebrei 1:2; Colossesi 1:16-17), al nostro Creatore e Redentore (Galati 3:13; Apocalisse 5:9). Dopo tutto, che senso ha essere creati in un mondo decaduto se non abbiamo la speranza di essere redenti? Nella figura di Gesù, nella sua pre-esistenza, la sua nascita, vita, morte e risurrezione, tutto ciò che lo riguarda, che viene così perfettamente predetto nell’Antico Testamento e incredibilmente realizzato nel Nuovo Testamento, si trova per me la Verità.
Per non parlare dello stato dei morti (Ecclesiaste 9:5; Salmo 13:3; Giovanni 11:13; 1 Corinzi 15:51). Il mondo cristiano, almeno l’ala più conservatrice (i simpatizzanti della sinistra spesso non credono in nessun tipo di vita dopo la morte) sembra ostinato a mantenere non solo la propria anima immortale (una nozione pagana) ma anche il proprio tormento eterno, in stato cosciente. Gesù che tormenta (o che permette la tortura) di Anna Frank, per esempio, facendola andare all’inferno per l’eternità, casomai proprio accanto al nazista che l’ha arrestata?Se questo facesse parte della Verità, io esclamerei: “Signore, aiutaci tutti”, se non fosse che sarebbe proprio da quel Signore che avremmo bisogno di essere tratti in salvo. Fortunatamente, al tormento eterno si contrappone l’insegnamento biblico della distruzione eterna dei perduti (Giovanni 3:16; 2 Tessalonicesi 1:9; Filippesi 3:19), un altro elemento chiave della Verità.
Poi ci sono le profezie di Daniele 2, 7 e 8 in cui, in ogni capitolo, dopo l’antica Grecia, solo una potenza nasce e resiste fino alla fine del mondo. Purtroppo, circa nove cristiani su dieci identificano questo potere con un re greco scomparso dalla storia 2.000 anni fa, mentre l’altro cristiano restante lo identifica come un futuro anti-Cristo, come un computer in Belgio, o qualche ebreo siriano, o altro ancora. Eppure si può trattare di una sola potenza (dopo tutto, dopo l’antica Grecia è sorta una sola potenza che esiste ancora oggi), un’interpretazione (condivisa da pochissimi al di fuori del mondo avventista) che mi aiuta a vedere, ancora una volta, nel messaggio avventista la Verità.
Ed Ellen White? Mettendo da parte i dubbi relativi al suo ruolo, alla sua autorità o alla natura esatta dei suoi scritti ispirati, che potremmo dire dei suoi oltre 70 anni di ministero? Considerando le affermazioni che ha fatto sul suo lavoro, e le cose di cui ha scritto (ovvero le descrizioni della caduta di Lucifero, i racconti di Adamo ed Eva nell’Eden, del diluvio, del ritorno di Gesù, della nuova terra, ecc.), vedo solo quattro opzioni possibili: (1) è stata la più grande bugiarda di sempre, iniziando questa beffa da diciassettenne e perpetrandola per sette decenni; (2) era pazza; (3) era indemoniata; (4) le era stato dato il dono della profezia (Efesini 4:11; Apocalisse 12:17; Apocalisse 19:10). Per me, solo la quarta opzione corrisponde alla realtà.
Così la creazione sottolinea la figura del Creatore, che a sua volta rimanda a Gesù e al cristianesimo. All’interno del cristianesimo, il Signore non si sarebbe forse fatto largo tra le varie denominazioni, che spesso hanno anche posizioni contradditorie, per sottolinearne almeno una che si avvicinava maggiormente alla ragione, proprio come aveva fatto con l’antico Israele? E una volta rifiutato, tra le altre cose, il dogma domenica-immortalità dell’anima-tormento eterno all’inferno, quali denominazioni rimangono oltre alla Chiesa Avventista del Settimo Giorno?
Non è forse arrogante e presuntuosa la pretesa di avere la Verità? Forse. Ma avere la Verità ed essere salvati grazie a quest’ultima sono due cose ben diverse. Per oltre un millennio l’antico Israele aveva la Verità, e anche se alcuni ebrei hanno prosperato in essa, molti hanno scelto di non farlo. Pensate che per noi sia diverso, o che forse saremo gli unici a essere salvati (vedi Apocalisse 18:4)? Assolutamente no! Avendo una luce molto più grande di Israele, dovremmo comportarci con umiltà e rispetto, approcciandoci alla Verità non con arroganza, ma con “timore e tremore” (Filippesi 2:12), pur esprimendo gratitudine per la nostra sacra fiducia in quanto portatori del messaggio dei tre angeli contenuto in Apocalisse 14:6-12.
Potrei continuare, ma per queste ragioni e per altre ancora penso che l’avventismo del settimo giorno rappresenti la Verità. Altrimenti, almeno per me, tutto perde di significato.
Di Clifford Goldstein, redattore della Guida allo studio della Scuola del Sabato. Il suo ultimo libro “Baptizing the Devil: Evolution and the Seduction of Christianity” è disponibile presso la Pacific Press.
Fonte https://www.adventistreview.org/cliffs-edge-this-has-to-be-the-truth
Traduzione: Tiziana Calà