Sembra proprio non esserci scampo: l’Italia cattolica reagisce decisamente contro Halloween. Basta leggere i titoli delle testate nazionali: “La diocesi in marcia contro Halloween” (La Stampa); “Meno zucche, più santi. La Chiesa organizza la ‘contro-Halloween” (Il Giornale.it); “Papa Francesco contro Halloween”, e via di questo passo: da nord a sud.
C’è anche chi ha riassunto il tutto in un gadget dai toni sessantottini: “Halloween? No grazie!”.
Come si spiega questa levata di scudi nei confronti di una festa che ormai raccoglie entusiastici consensi e adesioni in quasi tutto il mondo?
Anche qui, basta raccogliere indicazioni sulle origini di tale credenza, e si potrebbero realizzare ipotetici titoli giornalistici: “Halloween, la notte per spaventare le anime diaboliche” (Focus,it); “La notte di tutti gli spiriti sacri” (Wikipedia); “Halloween, festa profana per eccellenza è alle porte” (Wired), ecc.
Abbiamo capito che la festa delle zucche non ha nulla a che vedere con il cristianesimo. Eppure essa è recuperata, nello spirito, proprio dal cristianesimo cattolico, con l’intento di creare un argine alle nefaste e attraenti influenze di un prepotente e più gaudente paganesimo. Papa Gregorio IV, nell’840, istituisce ufficialmente la festa di Ognissanti, con l’intento di celebrare tutti i santi cattolici, a cui segue, il giorno successivo, 2 novembre, la commemorazione dei defunti.
E proprio ai defunti, cattolici o pagani, sembra rimandare la ricorrenza di Halloween.
Ricordo che mi trovavo a Catania per una serie di conferenze, proprio nel giorno della commemorazione dei defunti. In una pausa mi recai a visitare la città vecchia e, mentre giungevo sotto una finestra, potei udire la voce di una mamma che allegramente diceva al suo bambino: “Cosa ti hanno portato questa notte i morticini?”.
Perfetto esempio di sincretismo di un certo tipo di paganesimo, a braccetto con un certo tipo di cristianesimo.
I credenti catanesi, pur aborrendo le pratiche e la filosofia occulta sottese alle celebrazioni celtiche di Halloween, ne assimilavano, in parte, le credenze. Le bancarelle della città erano strabordanti di dolcetti che imitavano le ossa dei defunti, le mascherine da pipistrello e le zucchette di Jack o’ Lantern. Halloween versione cristiana?
Non così facevano alcuni amici che, sostando davanti al cimitero principale della città siciliana, distribuivano volantini in cui si ricordava a cristiani distratti che la Bibbia, sul tema dei defunti, aveva ben altre cose da dirci. Niente a che vedere con l’idea di trapassati in stile befana, occupati a rifornire i fanciulli di regali vari.
È proprio nell’anno di Lutero che conviene ricordare con forza le autentiche verità cristiane sul mondo dell’aldilà.
Il grande riformatore tedesco riteneva la dottrina dell’immortalità dell’anima, e quindi della vita dei defunti nell’aldilà, una di quelle “favole mostruose”.1 E commentando un passo biblico, contenuto nel libro dell’Ecclesiaste, secondo cui “i morti non sanno nulla”,2 il riformatore scriveva: “Un altro passo dove viene dimostrato che i morti non hanno consapevolezza. Là nella tomba non c’è né dovere, né scienza, né conoscenza. Né sapienza. Salomone stima che i morti dormono e che non sentono nulla. Poiché i defunti giacciono nella tomba e non hanno nessuna nozione dei giorni e degli anni, quando si risveglieranno sembrerà loro di aver dormito un solo minuto”.3
Commenta la scrittrice cristiana Ellen G. White: “In nessuna parte della Scrittura si legge che al momento della morte i giusti ricevono il loro premio o che gli empi subiscono il loro castigo. I patriarchi e i profeti non hanno fatto nessuna affermazione del genere; Cristo e gli apostoli non vi hanno minimamente alluso. La Bibbia insegna in modo esplicito che i morti non vanno immediatamente in cielo: dormono fino alla risurrezione”.4)
Più vicino a noi il teologo cattolico Gianfranco Ravasi5 ammette, con i suoi distinguo, che la Bibbia non concede spazio all’idea della sopravvivenza dell’anima dopo la morte, mentre accoglie l’idea che tale concezione è semplicemente di origine pagana.
Quindi nessun “dolcetto o scherzetto”, né tantomeno morti in veste di befane che riempiono di dolciumi i letti dei bambini.
Il messaggio cristiano non contempla occulte notti di evocazione e neppure visite di trapassati ai viventi di questa vita. Gesù “primizia di quelli che dormono”,6 illumina le nostre notti e le nostre tristi giornate con lo splendore della risurrezione e lascia alla penna del suo apostolo Paolo queste parole:
“Fratelli, non vogliamo che siate nell’ignoranza riguardo a quelli che dormono, affinché non siate tristi come gli altri che non hanno speranza. Infatti, se crediamo che Gesù morì e risuscitò, crediamo pure che Dio, per mezzo di Gesù, ricondurrà con lui quelli che si sono addormentati. Poiché questo vi diciamo mediante la parola del Signore: che noi viventi, i quali saremo rimasti fino alla venuta del Signore, non precederemo quelli che si sono addormentati; perché il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole”.7
Altro che Halloween o danza di defunti. – Luigi Caratelli
(Immagine: Adventist Record)
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Note
1 E. Petavel, The Problem of Immortality, p. 255.
2 Ecclesiaste 9:5-10.
3 M. Lutero, Exposition of Salomon’s Book called Ecclesiastes, p. 152.
4 E. G. White, The Great Controversy, p. 550.
5 G. Ravasi, Breve storia dell’anima, Mondadori.
6 1 Corinzi 15:20.
7 1 Tessalonicesi 4:13-18.
Fonte: news.avventisti.it/defunti-halloween-la-bibbia/