Credo che avrei fatto lo stesso errore di Eva.
Leggete un attimo quello che ho da dire.
Mi preoccupo molto, davvero MOLTO. Essendo cresciuta in una famiglia cristiana, mi è stato insegnato a fidarmi di Dio, soprattutto quando sono preoccupata o ho paura. E, fino al 2020, ci sono sempre riuscita. Durante le relazioni incasinate del liceo e dell’università, ero felice di confidare in Dio che le cose si sarebbero risolte. Tutte le cose cooperano per il bene, giusto? Ma poi è arrivata la pandemia e il mio senso fondamentale che le cose andassero bene perché potevo “affidarmi a Dio” e “fidarmi di Dio” è stato profondamente scosso. Sono stata fortunata. Nessuno dei miei parenti più stretti è morto o si è ammalato di Covid e, dopo due anni di isolamento, la mia vita è tornata alla normalità. Ma la consapevolezza che per tanti altri le cose non erano andate così, che tanto dolore era stato sperimentato da tanti in tutto il mondo, decimò la mia sensazione di poter confidare in Dio che tutto sarebbe andato bene. Così tante persone sono morte. Tante hanno sviluppato problemi debilitanti a lungo termine. Così tanto dolore e sofferenza, in tutto il mondo.
E Dio non ha messo una fine a tutto questo.
Si è parlato di “Dio non mette una fine alle cose cattive” e di spiegazioni teologiche su come Dio possa esistere accanto al male nel mondo. Ma, nonostante ciò, nel mio cuore si era formata una crepa intorno a questa domanda fondamentale. La pandemia era una cosa così grande, terribile, mondiale. Se Dio poteva permettere questo, cos’altro avrebbe potuto permettere? E come potevo affidare a lui la mia piccola vita? Le cose per cui prima potevo pregare per poi smettere di preoccuparmi, ora le tenevo strette, nel caso in cui Dio non mi aiutasse in quella situazione. Come potevo affidarle a Dio se non avevo la certezza che le avrebbe risolte? Dovevorisolverle da sola, nel caso in cui lui non lo facesse.
Penso che la preoccupazione e la paura siano emozioni umane molto comuni. E penso che lottare per lasciare le cose nelle mani di Dio, dubitare della bontà, dell’amore e del coinvolgimento di Dio nella nostra vita sia una parte naturale del cammino di fede.
La Bibbia dice più volte di “confidare nel Signore” invece che sulla nostra comprensione, di “non essere in ansia per nulla”, di lasciare le cose a Dio e di “non preoccuparsi per il domani”, quindi è facile sentirsi un cristiano fallito quando lottiamo proprio su questo. È facile sentirsi come se la nostra fede si fosse infranta se fidarsi di Dio sembra spaventoso, a causa delle cose che “potrebbe lasciar accadere”.
Forse il motivo per cui l’incoraggiamento a “fidarsi di Dio” viene ripetuto così tante volte nella Bibbia è che Dio sa che ci riesce difficile.
Cosa c’entra tutto questo con Eva?
Eva viene molto odiata per la sua scelta. È a causa della sua scelta che ci troviamo in questo pasticcio, migliaia di anni dopo. Ma se si trattasse di scegliere se fidarsi della parola di Dio o lasciare che il dubbio si insinui, non so se farei meglio.
Ma nella tragica mancanza di fiducia di Eva nella verità e nella bontà di Dio, c’è una speranza per noi.
Eva conosceva Dio personalmente, in un modo che noi non siamo più in grado di conoscere dopo la caduta nel peccato. Eva ha passato del tempo a parlare con Dio, faccia a faccia. Ha visto di persona la sua potenza creatrice. Si incontrava con lui nel giardino dell’Eden ogni giorno. Lo conosceva in modo tangibile. Eppure, quando fu il momento di fidarsi della sua parola piuttosto che di quella del serpente, non fu in grado di farlo. Aveva prove fisiche concrete dell’esistenza, della gloria e della potenza di Dio, eppure l’atto di riporre tutta la sua fiducia in Dio, di credere che non le stesse nascondendo la verità, si rivelò troppo per lei. Se fidarsi di Dio è stato difficile per Eva, quanto è più difficile per noi, ora, dopo la caduta nel peccato? Non possiamo vedere Dio in modo tangibile e a volte lo sentiamo lontano. Fidarsi di Dio per le cose che ci preoccupano può sembrare come se ci venisse chiesto di saltare da una scogliera senza paracadute, confidando in una rete invisibile che ci prenda al volo.
Dopo la sua risurrezione, Gesù dice ai suoi discepoli: “Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!”.
Credo che Dio sappia che è difficile per noi fidarci di lui. Gesù ha riconosciuto questo aspetto. E credo fermamente che Dio non ce lo rinfacci. Eva ha commesso un errore fatale quando ha preferito la parola di Satana a quella di Colui che l’aveva creata, aveva camminato e parlato con lei.
Eppure, la sua mancata fiducia in Dio non ha rappresentato la fine. Il peccato è entrato nel mondo, Eva ha dovuto sperimentare la morte e noi tutti dobbiamo affrontarne le conseguenze. Ma invece di dire a Eva: “Beh, non ti sei fidata di me, hai rovinato tutto per sempre” e lasciarci da soli, Dio ha escogitato un modo per salvarci, a sue spese. Ha promesso a Eva che, nonostante il suo fallimento nel fidarsi di lui e tutto il dolore che ne è derivato, avrebbe mandato suo Figlio a pagare il prezzo più alto, in modo che il dolore e la morte che sperimentiamo ora non siano permanenti. Inoltre, ha promesso di essere sempre con noi, “sino alla fine dell’età presente”, attraverso qualsiasi dolore e sofferenza che questa vita ci porterà.
Il fatto che a volte non riusciamo a fidarci di Dio non significa che siamo condannati, né che Dio rinuncerà a noi.
Quindi, forse non possiamo confidare in Dio che le cose brutte non accadano, ma forse possiamo confidare che Dio sarà con noi anche durante quei momenti e che può trarne cose buone anche se accadono. Forse è questo il vero significato di Romani 8:28, che dichiara: “Tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio”.
Fidarsi di Dio è difficile. È stato difficile per Eva, che ha conosciuto Dio faccia a faccia, ed è ancora più difficile per noi. Ma credo che Dio lo capisca e, come non ha abbandonato Eva quando non si è fidata di lui, non abbandonerà noi quando anche noi falliremo. Il suo operare per il bene nella nostra vita non dipende dal fatto che noi abbiamo sempre una fiducia perfetta in lui. Se da un lato non possiamo confidare che le cose brutte non accadano o che Dio impedisca che accadano, dall’altro possiamo confidare che egli sarà con noi durante il dolore e la sofferenza, che potrà trarne del bene e che, infine, metterà le cose a posto.
La prossima volta che vi sentirete come se fosse difficile fidarvi di Dio, o che avrete paura nel rinunciare alle preoccupazioni e al controllo, ricordate che siete in buona compagnia e che, qualunque cosa accada, Dio è con voi. Ricordate anche che, proprio come con Eva, Dio non vi abbandonerà anche quando non riuscirete a fidarvi di lui, e che tutte le cose brutte che vivrete saranno utilizzate per il bene, sia in questa vita sia nella prossima.
Di Caitlin Jankiewicz, che ha una passione per i numeri e per le parole. Sta lavorando a un master di ricerca in matematica, mentre insegna proprio questa materia alle scuole superiori di Sydney, dove vive con il suo fantastico marito e il suo adorabile gatto.
Fonte: https://record.adventistchurch.com/2024/11/13/living-covenant-failure-is-not-the-end/
Traduzione: Tiziana Calà